MONDO
Tunisia, Essebsi eletto presidente: una nuova ‘primavera’ a 88 anni
Paolo Hutter
Giornalista, ambientalista
Mentre Napolitano si dimette per ragioni d’età, il suo quasi coetaneoCaid Bej Essebsi vince il ballottaggio nelle elezioni libere e sta per iniziare i suoi 5 anni (insciallah) alla presidenza della Repubblica tunisina. La prima rivoluzione democratica della “primavera” araba, fatta ovviamente dai giovani in prima fila, sembra assestarsi su unuomo politico che ha compiuto gli 88, che ha 10 anni più del dittatore Ben Ali (cacciato dopo 23 anni di potere.) Ma non è, non può essere, un ritorno al passato, anche se sarebbe un passato nobile e glorioso dell’indipendenza della Francia, di Bourguiba, delle venature laiche e socialdemocratiche. E non è neanche una soluzione al ribasso trovata in extremis.
Caid Beji Essebsi è stato il protagonista di una costruzione politica tempestiva, paziente e coraggiosa per dare un’alternativa immediatamente praticabile e vincente all’egemonia dell’islamismo politico. Mentre il resto del mondo arabo si dibatte – anche molto sanguinosamente – tra tutele militari o vittorie elettorali islamiste, il “vecchio” ma vivace Cbe ha fondato un partito e sconfitto prima nei sondaggi e poi nel voto gli islamisti diEnnahda che avevano vinto nell’autunno 2011. Eccolo, in due passaggi dell’intervista che mi ha concesso l’anno scorso a Tunisi, richiamarsi alla necessità di una “primavera” autentica e rivendicare di essere più giovane di Napolitano.
In realtà non ha due anni ma poco più di uno meno di Napolitano: l’argomento gli serviva per dire che l’età non è un ostacolo. Lascio a successive – se vi interesseranno – e più approfondite analisi tutto quello che ovviamente manca e che lascia a desiderare e che cambierà. Una gran parte dei giovani non ha votato, non si è riconosciuta nella scelta tra il “modernismo” dei ceti medi urbani e l’islamismo (sia pure “costituzionale”) di Ennahda.I temi fondamentali di uno sviluppo sostenibile della Tunisia e dell’affermazione di una nuova società civile, contemporaneamente solidale e capace di sviluppare l’autonomia individuale, sono rimasti sullo sfondo. La Libia incombe. Eccetera. Ma per il momento concediamoci di godere, da buoni vicini, queste due grandi suggestioni. Un paese arabo dove il conflitto delle idee è aperto ma non degenera in scontro violento. La vita che può avere suoi inaspettati culmini anche a 88 anni. Bravo Caid Beji, applausi.
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