ALIMENTI
RICCHI DI IODIO
di
Francesca Antonucci
Lo
iodio è un microelemento essenziale per la vita presente nel nostro organismo in
quantità modeste: 15-20 mg in tutto, concentrato unicamente nella tiroide.
Quest’ultima è la ghiandola, localizzata alla base del collo, che produce due
ormoni: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Entrambe le molecole
contengono lo iodio nella loro struttura chimica. I due ormoni hanno una
funzione regolatoria in numerosi processi metabolici e nella fase di sviluppo e
crescita cellulare di molti organi, tra i quali il cervello.
Il
fabbisogno
Tutto
lo iodio assunto con l’alimentazione serve per far sì che la ghiandola tiroide
possa funzionare e produrre gli ormoni T3 e T4. Ogni giorno un individuo sano,
sin dall’adolescenza, ne dovrebbe ingerire 150 microgrammi quotidianamente. Nel
corso della gravidanza e durante tutto il periodo dell’allattamento, invece, le
donne ne devono assumere circa 220-260 microgrammi per assicurare un normale
sviluppo del bambino.
Gli
alimenti
La
fonte principale di iodio è l’alimentazione: questo microelemento è presente sia
in alimenti di origine animale che vegetale. In ogni caso, però, il contenuto
nei cibi è sempre variabile. Valga a questo proposito un esempio su tutti: gli
ortaggi possono essere più o meno ricchi di iodio a seconda delle quantità
presenti nei terreni in cui vengono coltivati.
Tra
gli alimenti che ne sono più ricchi, si elencano:
pesce
di mare, può arrivare a contenerne fino a 2,5 mg per kg di alimento;
molluschi;
sale
marino;
latte
vaccino;
uova;
frumento
e cereali vari;
pesce
di lago o di fiume;
carne;
frutta;
legumi;
ortaggi.
In
linea generale, seguire un regime sano ed equilibrato sul modello della dieta mediterranea
assicura una quantità di iodio tale da soddisfarne il fabbisogno
giornaliero.
Gli
alimenti arricchiti
Seguire
una dieta variata e bilanciata e scegliere sale arricchito di iodio al posto di
quello comune: queste sono in sintesi le raccomandazioni del Ministero della
Salute per prevenire il deficit di questo microelemento.
Il
sale arricchito è sale
comune a cui è stato aggiunto iodio: ha lo stesso aspetto del classico da cucina
e si dovrebbe usare seguendo le medesime regole, ossia con moderazione. In
genere ogni grammo di sale arricchito contiene 30 microgrammi di iodio in più
rispetto al comune sale.
Il
rischio di assunzione di quantità superiori di iodio con la dieta è decisamente
raro e del tutto privo di rischi, perché la ghiandola tiroide si adatta. Diverso
potrebbe essere il caso di una eccessiva assunzione dovuta, più che alla dieta e
al sale iodato, all’utilizzo di alcuni integratori alimentari: in questi casi si
potrebbero sviluppare alcune manifestazioni tipiche dell’ipertiroidismo.
La
carenza di iodio
L’insufficiente
assunzione di iodio si traduce nella impossibilità da parte della tiroide di
produrre quantità sufficienti dei due ormoni. Il deficit di T3 e T4 dà origine a
una serie di manifestazioni cliniche più o meno gravi.
Sicuramente
la più nota è il gozzo, ossia un rigonfiamento del collo dovuto
all’ingrandimento della ghiandola. Conseguenze più gravi sono danni al sistema
nervoso centrale e periferico, che insorgono piuttosto raramente. In gravidanza,
invece, la carenza di iodio potrebbe anche portare a danni irreversibili del
cervello e al ritardo mentale permanente.
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