Retata di neofascisti, 14 arresti: volevano uccidere magistrati e politici e far saltare sedi Equitalia
Retata di neofascisti in tutta Italia: 14 arresti in
diverse città e una trentina di indagati. Sequestrate armi. Progettavano
attentati contro magistrati e politici da effettuare simultaneamente per
sovvertire l'ordine democratico dello stato e pensavano anche di far saltare
sedi Equitalia (col personale dentro). Ma non solo: tra gli obiettivi di
quest'associazione denominata 'Avanguardia ordinovista' che si rifaceva al
disciolto Ordine Nuovo c'erano anche le stazioni, le prefetture e le questure.
Il gruppo terroristico è stato scoperto e sgominato dai carabinieri del Ros tra
L'Aquila, Montesilvano, Chieti, Ascoli Piceno, Milano, Torino, Gorizia, Padova,
Udine, La Spezia, Venezia, Napoli, Roma, Varese, Como, Modena, Palermo e Pavia.
A firmare il provvedimento è stato il giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di L'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, a seguito di una inchiesta
portata avanti dalla procura distrettuale antimafia dell'Aquila. A coordinare le
operazioni è stato il colonnello dei Ros di Roma, Massimiliano Macilenti. I
reati contestati a arrestati (tra cui Stefano Manni, 48 anni, ritenuto uno dei
capi dell'organizzazione) e indagati sono associazione con finalità di
terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, associazione finalizzata
all'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali,
etnici, nazionali o religiosi nonché tentata rapina. I provvedimenti
scaturiscono da un'attività investigativa (guidata dal procuratore dell'Aquila
Fausto Cardella e dal pubblico ministero Antonietta Picardi) che è stata avviata
nel 2013 dal Ros dei carabinieri nei confronti di un'associazione clandestina
denominata "Avanguardia Ordinovista" che, "richiamandosi agli ideali del
disciolto movimento politico neofascista "Ordine Nuovo" e ponendosi in
continuità con l'eversione nera degli anni '70, progettava azioni violente nei
confronti di obiettivi istituzionali, al fine di sovvertire l'ordine democratico
dello Stato". L'organizzazione che usava Facebook per scambiarsi progetti e
studiare attentati è stata sgominata anche grazie a due 'infiltrati' (due
carabineri dei Ros che si erano fatti accettare e si erano inseriti nel gruppo
neofascista).
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