COMUNICATO
Figli e figliastri.
E’ la distinzione che il Comune di
Terracina fa dei suoi cittadini che frequentano le scuole del territorio
comunale. E’ la nuova frontiera della discriminazione e dell’indifferenza che ha
come unico scopo quello di spolpare i contribuenti in maniera sempre più
pesante.
Vediamo in pratica cosa accade.
Consideriamo una famiglia con padre e madre
terracinesi, che lavorano a Terracina da sempre e che hanno dovuto trasferirsi
da poco tempo, e forse anche temporaneamente, in una casa appena fuori i confini
del comune, vicino San Vito oppure vicino la foce di Sant’Anastasia. Ebbene, se
vuole continuare a portare a scuola i propri figli a Terracina, questa famiglia,
non essendo più residente, deve pagare per la mensa scolastica più del doppio
della tariffa ordinaria: ben euro 102,00 invece dei 45,00 mensili.
Si tratta di una vera ingiustizia nei
confronti dei propri cittadini, aggravata dal fatto che alcune di queste
famiglie, con la crisi che morde sempre più tenacemente, hanno scelto di
spingersi verso le periferie proprio per trovare affitti più economici. E il
Comune cosa fa? Trova il modo per beffarli e raschiare spudoratamente ancora più
a fondo nelle loro tasche.
Questa situazione sta facendo emergere
elementi alquanto inquietanti.
Le famiglie stanno pagando questi soldi da
quando nelle scuole è circolato un comunicato redatto su carta intestata del
comune senza numero di protocollo, senza data e firma di alcuno, recanti le
indicazioni sulle modalità di pagamento.
In realtà, tra i documenti ufficiali, come
la Delibera di Giunta n. 230 del 19 Settembre 2014 che contiene le indicazioni
sui corrispettivi da pagare
al Comune per coloro che usufruiscono dei
servizi a domanda individuale, non vi era traccia di riferimenti circa il
diverso livello di contribuzione per la mensa scolastica per bambini residenti e
non residenti.
A quel punto l'inquietante si condisce di
ridicolo con la Giunta che corre a riunirsi il 22 Ottobre 2014 per emettere una
nuova delibera, la n. 262, in cui vengono confermati i contenuti del documento
che lo stesso Presidente del Consiglio Comunale aveva definito
anonimo.
Per decenza, visto l'enorme ritardo della
disposizione, si dovrebbero restituire tutti i soldi che le famiglie hanno
versato prima del 22 Ottobre.
Bisogna dire che qui si sta parlando non di
grandi numeri. Si tratta veramente di poche famiglie che stanno subendo un
accanimento ignobile. In soldoni sono poche centinaia di euro che il Comune si
ostina a voler pretendere e che potrebbe benissimo far uscire da qualche altra
parte.
Esempi concreti:
Primo, il Comune spende annualmente euro
170.000,00 per la manutenzione degli impianti sportivi e incassa dalle società
sportive solo euro 15.000. Per legge queste dovrebbero corrispondere almeno il
36% dei costi cioè euro 61.200. Una soluzione quindi sarebbe quella di chiedere
a queste società, che ricordiamo sono a scopo di lucro, di integrare quanto
dovuto.
Secondo, a fronte di costi per euro
48.400,00 annui per la manutenzione delle aeree adibite a mercati e fiere, il
comune ne chiede agli ambulanti solo euro 1.000,00. Anche qui si potrebbe
chiedere agli ambulanti un adeguamento del contributo che è attualmente
irrisorio.
Al cospetto di questi dati vengono alla
mente i paroloni sulle politiche per la famiglia che tanto appassionano gli
esponenti politici della destra. E’ un mantra che ci tocca sentire ogni qual
volta si trovano ad aver esaurito gli argomenti su qualsiasi tema: “c’è la
crisi, bisogna che si aiutino prima le famiglie; non vogliamo i diritti per le
coppie di fatto, vengono prima le famiglia; non bisogna incentivare le energie
rinnovabili ma rinnoviamo le condizioni delle famiglie; sono inutili i progetti
per una mobilità sostenibile, sosteniamo invece le famiglie; non serve la
manutenzione del territorio, diamo un’aggiustata alle famiglie; la corruzione?
Prima le famiglie”.
Da cotanta scuola ha fatto tesoro la Giunta
Comunale di Terracina che, dopo aver beffato “i figliastri” che hanno avuto la
sventurata idea di trasferirsi di qualche metro oltre il confine del comune, sta
attuando la vera rivoluzione sul lato delle politiche per la
famiglia.
Infatti, per gli asili nido il Comune
spende ogni anno euro 366.750,00 e, a copertura degli stessi, ne dovrebbe
chiedere 66.000,00 pari almeno al 18% del totale. In realtà i cittadini pagano
euro 417.000,00 cioè più di quanto il comune spende. Che dire, un sano e
concreto esempio di politica a sostegno della famiglia. Un aiuto tangibile per
contrastare le innumerevoli difficoltà legate alla crescita dei figli.
Il nostro sindaco Procaccini sarà
orgoglioso di esporre a modello nazionale quello che sta sperimentando sul
nostro territorio. Unico esempio in Italia, riesce a guadagnare sulle rette
degli asili nido. Domanda: cosa vuole farci con quei soldi in più?
Non volendo sottovalutare le doti
manageriali del nostro, non è che si è fatto influenzare dalle curiose idee del
Ministro Lorenzin pubblicate alcuni giorni fa sulla stampa?
Visto il sensibile calo delle nascite in
Italia, con il business degli asili nido non intenderà pagarci qualche
consulente per far capire ai cittadini come si fanno i bambini così da
moltiplicare gli utili nei prossimi anni?
Come dire: PRIMA LE FAMIGLIE! Si, ma gli
affari sono affari.
Il Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà
di Terracina
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