Polizia, i tagli del Viminale: dalla Stradale alle frontiere, via un quarto dei presidi
Il progetto del Dipartimento di pubblica sicurezza: via 253 strutture su 974. Colpita anche la Postale, competente per i reati del web, e la Ferroviaria, che cura la sicurezza sui treni. Allarme dei sindacati: "Revisione necessaria, ma no a intervento indiscriminato. E manca coordinamento con altre forze"
Alla direzione centrale per gli Affari generali della Polizia di Statodel Viminale lo hanno definito «Progetto di rimodulazione delle specialità e delle unità speciali». Titolo in burocratese del piano di ristrutturazione che i sindacati hanno subito tradotto in italiano corrente: «Tagli selvaggi». Prima eloquente anticipazione del parere formale che le associazioni di categoria dovranno esprimere nei prossimi giorni. Fondata essenzialmente su un dato che, nelle 28 pagine del piano di interventi trasmesso alle organizzazioni sindacali solo qualche giorno fa, salta subito agli occhi: la sforbiciata, effetto della «rimodulazione», che cancellerà 253 degli attuali 974 presidi sul territorio nazionale, oltre il 25 per cento del totale. Polizia stradale, polizia postale, polizia ferroviaria, squadre nautiche, polizia di frontiera sono le più colpite. Una spallata ai già precari standard di sicurezza che sta facendo scattare l’allarme tra gli operatori. «Parliamoci chiaro», accusa Felice Romano, segretario generale del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia (Siulp), «noi siamo i primi a sostenere la necessità di una revisione nella distribuzione dei presidi di Polizia, ma qui siamo di fronte a una proposta di chiusure indiscriminate e senza alcuna logica»
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Incognita sicurezza. Insomma, una vera e propria mannaia, che si abbatte sulla Polizia di Stato dopo il duro braccio di ferro con il governo sul blocco degli stipendi andato in scena giusto un paio di mesi fa.«Riceverò gli agenti di polizia, ma non accetterò ricatti», aveva detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il 5 settembre, dopo la minaccia di sciopero generale da parte dei sindacati. Che sia arrivata l’ora della vendetta? «Non confondiamo i piani, qui si tratta di una proposta che arriva dall’amministrazione e che non c’entra nulla con il governo», precisa il segretario generale Sindacato italiano lavoratori Polizia (Silp-Cgil), Daniele Tissone, «Piuttosto, sul fronte dell’esecutivo, temo le conseguenze dell’abolizione delle Province e dei relativi effetti sul riordino delle Prefetture e delle Questure, dal momento che siamo già sotto organico di circa 22mila unità: sarà solo la Polizia di Stato a pagare il prezzo della riorganizzazione o magari sarà il caso si sedersi con calma a ragionare?».
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