martedì 31 luglio 2012

L'Italia dei furbetti


L'Italia dei furbetti: quasi il 40% degli scontrini è irregolare. Controlli a tappeto da Nord a Sud

Il 38% dei controlli in materia di scontrini e ricevute fiscali è risultato irregolare: in sostanza più di un soggetto su tre degli oltre 20mila controllati ha evaso il fisco. Sono i dati della Guardia di Finanza relativi ai controlli effettuati nei primi sette mesi del 2012 in diverse città e località di vacanza.
Controlli di massa dall'inizio dell'anno - I risultati sono il frutto di un'azione mirata della Guardia di Finanza, che dall'inizio dell'anno ha avviato una serie di controlli "di massa" in tutta Italia: da Cortina a Capri, da Courmayeur a Milano e Roma, da Napoli a Palermo e alla riviera romagnola. In particolare, i controlli sull'emissione di scontrini e ricevute fiscali hanno interessato 20.634 soggetti: di questi 7.849 - il 38% appunto - sono risultati irregolari. Nel corso delle verifiche, inoltre, sono stati scoperti 1.166 lavoratori in nero, con 24 datori di lavoro completamente inesistenti per il fisco e dunque evasori totali. Per quanto riguarda invece la lotta alla contraffazione e alla pirateria, gli uomini delle Fiamme Gialle dall'inizio dell'anno hanno sequestrato oltre 4 milioni di prodotti falsi, denunciando 264 persone.
Verifiche anche nei distributori dei carburanti - Verificare la qualità del carburante, l'effettivo quantitativo di benzina erogata e la corrispondenza tra il prezzo indicato e quello applicato: è l'obiettivo delle centinaia di finanzieri che dallo scorso week end sono impegnati nei controlli ai distributori di carburante, per evitare sorprese ai cittadini durante l'esodo. Nel fine settimana appena trascorso, la Gdf ha controllato 1.300 distributori, scoprendo 201 irregolarità. I controlli del fine settimana hanno consentito di denunciare 14 gestori delle pompe di benzina e sequestrare 75 tra colonnine e pistole erogatrici e oltre 10mila litri di carburante. Altri 85 gestori sono invece stati multati per violazione della disciplina sui prezzi o per la rimozione dei sigilli che assicurano la corretta taratura degli impianti, mentre in altri 104 casi è stata avviata la procedura per la revisione degli erogatori.
31 luglio 2012

lunedì 30 luglio 2012

Bossi: Berlusconi è finito


Lega, Bossi: Berlusconi è finito, niente asse col Pdl

TMNews
Roma, 30 lug. (TMNews) - Il ritorno di Berlusconi? "Non ci credo. Silvio politicamente è finito". Umberto Bossi in una intervista a La Repubblica analizza i temi dell'agenda politica. E parla anche di Loris D'Ambrosio, il consigliere giuridico del Quirinale scomparso la scorsa settimana: "lo conoscevo, era una brava persona. Bisogna stare attenti a buttare la gente nel tritacarne, perché poi qualcuno ci lascia la vita", dice il senatùr riferendosi alla pubblicazione delle intercettazioni con l'ex ministro Nicola Mancino nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia.
Quanto alla pulizia fatta all'interno della Lega dopo lo scandalo del tesoriere Belsito "nel rastrallamento sono state coinvolte anche persone a posto. Questa settimana inizio a fare il mio lavoro, farò rientrare alcuni degli espulsi". Io, aggiunge "ho voce in capitolo anche quando dicono che non ho voce in capitolo". E sulla pace fatta con Maroni "non potevamo continuare a dare questa immagine all'esterno. La Lega sembrava una gabbia di matti litigiosi. Non siamo dei chierichetti, è vero, però se te le suoni tra colleghi di partito la gente che cosa pensa? Se litighi non ti votano". Io, prosegue "non farò scissioni e non dividerò la Lega. L'ho fatta nasscere, e ci morirò".
Tornerete ad allearvi con il Pdl? "Non so - risponde Bossi - ne stiamo parlando ma è ancora tutto in alto mare. Finché sostengono Monti non se ne fa niente". Niente ritorno nemeno per l'asse Bossi-Berlusconi. Il senatùr non crede al rientro in politica del cavaliere: "non ho capito nemmeno perché lo ha detto prima di farlo, eventualmente. Che senso ha? Non mi sembra molto strategico. Comunque se torna i voti non li prende più. Politicamente è finito. Gliene hanno tirate troppe: prima la storia delle donne, poi persino le accuse di mafia con Dell'Utri".
Quanto alla Lombardia e a Formigoni "per ora lo stiamo graziando. Non so però fino a che punto sarà possibile. Formigoni - dice Bossi - dice che tiene fino al 2015...per me si va a votare l'anno prossimo anche in Lombardia".
30 luglio 2012

Quanti giorni di vita restano alla terra


Wired

Alla Terra restano 16,7 miliardi di anni

NGC 4622, una galassia la cui spirale gira al 'contrario'. Hubble l'ha rivelato nel 2002Da dove veniamo? Dove stiamo andando? La risposta alle domande su cui il genere umano si interroga da millenni potrebbe essere più vicina. O almeno così affermano cinque scienziati cinesi, che hanno pubblicato sulla rivista Science China-Physics, Mechanics & Astronomy un articolo dal titolo apocalittico: Energia oscura e destino dell'Universo.
50 cose da fare prima dell'apocalisse cosmica. Eccole
I ricercatori, afferenti alla China University of Science and Technology all'Institute of Theoretical Physics Chinese Academy of Sciences, alla Northeastern University e alla Peking University, hanno studiato l'energia oscura, che costituisce circa il 70 per cento di tutta quella contenuta nell'Universo. Secondo gli scienziati, infatti, l'evoluzione del Cosmo è strettamente legata alle proprietà dinamiche di questa misteriosa entità.
Sono i misteri dell'Universo che forse non risolveremo mai. Guarda la gallery
Nonostante la comunità scientifica non abbia ancora espresso un parere unanime su cosa sia esattamente questo tipo di energia, esistono delle grandezze in grado di determinare alcune delle sue proprietà. In particolare, è stata sviluppata una sua descrizione fenomenologica in termini del parametro w, il rapporto tra pressione e densità dell'energia oscura: se, in qualche momento nel futuro, questo rapporto scenderà sotto il valore di -1, avverrà quello che gli scienziati hanno poco ottimisticamente definito grande strappo, o apocalisse cosmica: la repulsione gravitazionale dovuta all'energia oscura sarà così forte da disintegrare tutta la materia presente nell'Universo.
Dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo. Ecco la nanoarte
"Se siamo in grado di stabilire che ci sarà un giorno del giudizio, dobbiamo poter determinare quando avverrà", sostengono gli autori dello studio. Servendosi della cosiddetta parametrizzazione Ma-Zhang (un particolare modello matematico sviluppato per studiare l'evoluzione temporale del parametro w), gli scienziati hanno previsto che il grande strappo avverrà fra 16,7 miliardi di anni. In modo graduale, naturalmente: i sistemi tenuti insieme da forze gravitazionali maggiori resisterebbero più a lungo.

Così, con la massima freddezza, gli scienziati cinesi snocciolano i tempi dell'apocalisse: la Via Lattea cesserebbe di esistere 32.9 milioni di anni prima dello strappo; due mesi prima, la Terra sarebbe strappata lontano dal Sole; cinque giorni prima, la Luna dalla Terra. La buona notizia è che saremmo tra gli ultimi a essere disintegrati, appena 16 minuti prima della fine cosmica.

Quanti giorni di vita restano alla terra


Wired

Alla Terra restano 16,7 miliardi di anni

NGC 4622, una galassia la cui spirale gira al 'contrario'. Hubble l'ha rivelato nel 2002Da dove veniamo? Dove stiamo andando? La risposta alle domande su cui il genere umano si interroga da millenni potrebbe essere più vicina. O almeno così affermano cinque scienziati cinesi, che hanno pubblicato sulla rivista Science China-Physics, Mechanics & Astronomy un articolo dal titolo apocalittico: Energia oscura e destino dell'Universo.
50 cose da fare prima dell'apocalisse cosmica. Eccole
I ricercatori, afferenti alla China University of Science and Technology all'Institute of Theoretical Physics Chinese Academy of Sciences, alla Northeastern University e alla Peking University, hanno studiato l'energia oscura, che costituisce circa il 70 per cento di tutta quella contenuta nell'Universo. Secondo gli scienziati, infatti, l'evoluzione del Cosmo è strettamente legata alle proprietà dinamiche di questa misteriosa entità.
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Nonostante la comunità scientifica non abbia ancora espresso un parere unanime su cosa sia esattamente questo tipo di energia, esistono delle grandezze in grado di determinare alcune delle sue proprietà. In particolare, è stata sviluppata una sua descrizione fenomenologica in termini del parametro w, il rapporto tra pressione e densità dell'energia oscura: se, in qualche momento nel futuro, questo rapporto scenderà sotto il valore di -1, avverrà quello che gli scienziati hanno poco ottimisticamente definito grande strappo, o apocalisse cosmica: la repulsione gravitazionale dovuta all'energia oscura sarà così forte da disintegrare tutta la materia presente nell'Universo.
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"Se siamo in grado di stabilire che ci sarà un giorno del giudizio, dobbiamo poter determinare quando avverrà", sostengono gli autori dello studio. Servendosi della cosiddetta parametrizzazione Ma-Zhang (un particolare modello matematico sviluppato per studiare l'evoluzione temporale del parametro w), gli scienziati hanno previsto che il grande strappo avverrà fra 16,7 miliardi di anni. In modo graduale, naturalmente: i sistemi tenuti insieme da forze gravitazionali maggiori resisterebbero più a lungo.

Così, con la massima freddezza, gli scienziati cinesi snocciolano i tempi dell'apocalisse: la Via Lattea cesserebbe di esistere 32.9 milioni di anni prima dello strappo; due mesi prima, la Terra sarebbe strappata lontano dal Sole; cinque giorni prima, la Luna dalla Terra. La buona notizia è che saremmo tra gli ultimi a essere disintegrati, appena 16 minuti prima della fine cosmica.

Passaporto obbligatorio anche per i minori


Passaporto obbligatorio anche per i minori

Viaggiare con i minori
In viaggio con i minori: occhio ai documenti
L’incubo di tutte le famiglie in partenza per le vacanze si è concretizzato in queste settimane: arrivare al check-in armati di bagagli e figli al seguito, e scoprire che c’è qualcosa che non va. Il caso dei passaporti per i minori ha creato un vero caos in Italia, a causa della scarsa informazione: dal 26 giugno, infatti, i minori devono avere un proprio documento di identità.
Non basta più, come ai vecchi tempi, che il minore sia riportato sul documento del genitore: senza carta o passaporto non si parte, né dentro i confini europei né tantomeno, ovvio, per l’estero. La direttiva era in vigore da poche settimane, ma quasi nessuno lo sapeva, con le conseguenze immaginabili: vacanze rovinate, code e scenate bibliche negli aeroporti e stazioni, improperi irriproducibili delle famiglie.
Le proteste si sono scatenate su Internet, e le compagnie aree e di viaggio hanno provveduto subito ad aggiornare i loro siti – avrebbero dovuto farlo prima per le prenotazioni successive al 26 giugno – cercando di dare più informazioni possibili alle famiglie ed evitare brutte sorprese ai gate. Nei giorni scorsi si sono messe in piedi persino delle task force nei commissariati e nei grandi comuni per produrre il più velocemente possibile i documenti anagrafici e permettere la vacanza senza costringere le famiglie ad annullarla. Ma questo non può valere nel caso di viaggi intercontinentali: per il passaporto ci vuole come minimo una settimana.
Com’è tradizione della burocrazia italiana, non solo le regole erano rimaste insabbiate, ma non sono neppure particolarmente chiare, così è meglio affidarsi a quelle ufficialmente spiegate dalla Polizia di Stato, che ha emanato la circolare sul suo sito. I concetti sono due: tutti devono avere un documento individuale; i passaporti con i dati dei minori valgono per il solo titolare adulto fino a scadenza naturale, così come i passaporti rilasciati ai minori, anteriormente alla data di entrata in vigore della nuova normativa (25 novembre 2009), con durata decennale.
Oggi il minore può viaggiare solo con un passaporto individuale, con la carta d’identità (in Europa) e, fino a 15 anni, con un certificato contestuale di nascita e cittadinanza vidimato dal questore (cosiddetto lasciapassare). La questura serve anche per la dichiarazione di accompagno, quando un minore, sotto i 14 anni, parte per l’estero accompagnato da un altro adulto o da solo (magari per un viaggio studio).
Attenzione: per richiedere il passaporto per il figlio minore è necessario l’assenso di entrambi i genitori (coniugati, conviventi, separati, divorziati o genitori naturali.) È necessaria la firma di entrambi.
La sorpresina della nuova norma – pensata per armonizzarci con l’Europa, dove da anni, giustamente, si considerano i bambini come viaggiatori individuali, non come oggetti – non è però soltanto un intoppo, è un costo: tra fototessere, marche da bollo e la tassa al ministero (42,50 euro) una famiglia media può dover sborsare anche 400 euro. Per un passaporto al minore circa 80 euro. Il costo della carta d’identità è invece quasi nullo e ormai si può richiedere e ottenere digitalmente in poco tempo, scaricando il modulo, applicando le fototessere e andando poi in Comune, magari con i bagagli già in auto.

Fecondazione assistita, cresce la domanda


Fecondazione assistita, cresce la domanda e l’età materna

Fecondazione assistita
Fecondazione assistita
Presentata al Parlamento la relazione del Ministero della Sanità in merito alla fecondazione assistita: le coppie trattate passano da 63.840 nel 2009 a 69.797 nel 2010 – e tutto fa pensare che attualmente il trend sia ancora più deciso – con 10.988 gravidanze, registrando un 15% di successi in più rispetto ai tentativi.
La fecondazione assistita è diventata quasi una norma anche in Italia, paese che non si distingue per la liberalità legislativa sulla questione, per ragioni storiche, culturali e politiche, e che sottopone le donne che cercano questo trattamento medico alla Legge 40.
La ragione del boom è presto detta: stiamo vivendo un vero e proprio allarme sterilità nelle nuove coppie, che per una complessa serie di ragioni non riescono a avere un figlio. Non deve stupire dunque che nel 2010 vi hanno fatto ricorso 69.797 coppie, che ha portato a 12.506 nuovi nati.
Ma perché gli italiani ricorrono alla fecondazione artificiale? Le ragioni sono molte e diverse, ma incrociate fra loro. Basti pensare che statisticamente i fattori di sterilità sono da attribuire nel 24,8% dei casi al partner maschile, nel 24,3% alla donna, mentre nel 15,1% riguarda entrambi. Molto di rado c’entrano fattori genetici ereditari, mentre in un caso su tre la medicina non è in grado di stabilire la ragione del problema, che però le tecniche artificiali riescono a risolvere.
Tuttavia, non si può non notare un fattore che cresce insieme al grande numero di trattamenti: l’età media di queste mamme, che ha superato i 36 anni, per la precisione 36,3, sopra la media europea che si attestava nel 2007 ai 34,4 anni. Com’è noto, la fertilità femminile, contrariamente a quella maschile, è fortemente limitata dall’età: la capacità di procreare di una donna raggiunge il suo apice attorno ai 25 anni e già dopo i 30 diminuisce, sparendo attorno ai 50 anni. I cambiamenti sociali che hanno portato a procrastinare le gravidanze si stanno scontrando, inutile nasconderlo, con limitazioni biologiche che sono molto più ostinate di qualunque desiderio di emancipazione. Così si è arrivati ai grandi centri specializzati e al numero impressionante di embrioni congelati – circa 16mila – di cui molti medici e bio-etici cominciano a chiedersi cosa farne.
Non a caso su Avvenire, giornale della CEI, la relazione del Ministero è accompagnata da un’intervista a Lucio Romano, ginecologo dell’Università Federico II di Napoli e presidente nazionale di Scienza & Vita, che riflette, comprensibilmente, sulle altre politiche per le donne:
«L’incremento significativo delle donne in età fertile avanzata che ricorrono alla Pma, così come il numero dei cicli effettuati dopo i 40 anni, deve interrogarci sulle politiche sociali e familiari. Ferme restando le cause biologiche riconducibili agli stili di vita, un ritardato inserimento nel mondo del lavoro sposta sempre più in avanti il momento della maternità. D’altra parte bisogna rilevare la scarsità delle iniziative per la prevenzione primaria della sterilità, per quanto indicate dalla stessa legge 40. Il risultato che si evince – ripeto, prevedibile – è una progressiva e costante crescita dell’incidenza della sterilità.»

Sesso e caldo !!!


Sesso e caldo: 5 strategie

Coppia
Una coppia pratica sesso d'estate.
Sesso e caldo non vanno per niente d’accordo. Fare l’amore in estate non è facile, soprattutto se non si dispone dell’aria condizionata. Ma niente paura: ci sono modi fantasiosi per suscitare comunque i brividi sotto le lenzuola, attraverso una pratica dell’erotismo molto creativa e qualche escamotage che avrà un solo effetto collaterale, rendere il sesso ancora più divertente. Ecco quindi qualche consiglio che tutte le donne possono sperimentare.
Intanto, tutto ciò che ha a che fare con le parti intime può vedere l’utilizzo di prodotti per il corpo che contengano menta. Si va dal sapone intimo al lubrificante, che dà sicuramente un sollievo anche più duraturo. Il sesso, fatto in questo modo è una novità assoluta: per vincere il caldo si sfrutta l’erotismo della frizione degli organi sessuali a contatto con una sostanza freschissima e con una base naturale. Lo stesso vale per le creme tonificanti dopodoccia, che idratano e rinfrescano la pelle, ma anche per i diffusissimi lucidalabbra o burrocacao alla menta, che possono contribuire a dare al proprio partner un freschissimo bacio.
Se non si ha a portata di mano simili prodotti, e si viene prese da un raptus di passione con il proprio partner, c’è qualcosa in ogni casa che può fare al caso proprio, il ghiaccio. Con il ghiaccio, che è presente in qualunque freezer, si possono fare dei divertenti giochini erotici, divertendosi a passarsi vicendevolmente i cubetti di ghiaccio sul corpo e sul viso, prima del sesso vero e proprio. Così insieme alla freschezza verrebbe anche il divertimento e tante risate, il che tra le lenzuola non guasta mai, soprattutto quando, si perdoni il gioco di parole, si ha la necessità di rompere il ghiaccio.
Infine, dopo le grandi manovre, si può offrire al proprio compagno di letto un buon cocktail ghiacciato. Naturalmente, deve trattarsi di qualcosa con poco alcol o addirittura senza, perché altrimenti sarebbe molto difficile trovare un po’ di refrigerio dal caldo. Consigliato un mojito quindi, ed ecco che la menta torna all’interno del menage. Anche qualcosa a base di vodka potrebbe essere l’ideale, purché, appunto, non ci sia troppo alcol da far venire le caldane. E poi un cocktail a base di frutta è magari il modo giusto per riprendere ad amarsi nonostante il caldo.

Mobbing sul lavoro: come difendersi?


Mobbing sul lavoro: come difendersi?

Mobbing sul lavoro
Mobbing sul lavoro
Il lavoro è un componente fisso nella vita di ogni persona. Arriva un punto in cui bisogna rendersi autonomi e trovarsi un impiego o un percorso professionale che permetta di avere un determinato sostento. Però può capitare che il lavoro diventi un’agonia e ciò succede spesso a causa del mobbing.
Il termine mobbing sta a indicare un comportamento antisociale spesso di massa. Ciò vuol dire che generalmente un gruppo di persone si riunisce per attaccarne solo una, ma definire tale un insieme di azioni condotte ai danni di un lavoratore (che devono comunque essere continuative e perdurare per almeno sei mesi) non è tuttavia semplice. Le ripercussioni sulla vittima sono tante e di vario tipo, mentre l’influenza maggiore si ha sulla psiche. Essere vittime di tale atto di bullismo potrebbe anche portare l’impiegato ad abbandonare il proprio impiego.
Il mobbing si divide in varie categorie: si parla di mobbing orizzontale, ad esempio, quando esso è messo in atto dai colleghi di lavoro. Il mobbing gerarchico viene invece messo in atto dai superiori. Questo tipo di bullismo consiste nell’affidare al sottoposto incarichi umilianti che non sono nelle sue competenze. In più, per svolgere tali mansioni, gli vengono affidati anche strumenti poco funzionali. La possibilità di continui richiami è alta e il tutto solo per rendere un inferno la vita dell’impiegato. Si parla anche di mobbing strategico, che ha come scopo finale le dimissioni spontanee del lavoratore, e di mobbing emozionale, che si verifica ad esempio quando il superiore vuole in tutti modi dimostrare di essere migliore del suo sottoposto.
Quali sono i fattori che potrebbero generare il mobbing? Prima di tutto un ambiente lavorativo senza regole ben precise, nel quale i dipendenti possono mettere in atto comportamenti scorretti senza conseguenze. Anche la dominanza di un genere sessuale può dare origine a frequenti episodi di mobbing, soprattutto ai danni delle donne. Un ulteriore fattore di rischio è dato da una non adeguata gestione degli spazi e separazione dei compiti.
Come evitare il mobbing? Innanzitutto è dovere dei superiori quello di controllare i propri sottoposti. Nel caso della persistenza di conflitti tra due o più lavoratori è necessario che il capo intervenga a mediare e a fare da giudice imparziale. Reagire non è tuttavia facile, tuttavia il soggetto vessato dovrebbe cercare di tenere lontani eventuali sensi di colpa del tutto inappropriati, e pensare che il lavoro ha un solo e unico scopo: il guadagno al fine del sostentamento di se stessi e della famiglia. Quindi, anche se sul posto di lavoro non si riescono a intrecciare relazioni interpersonali è meglio non disperarsi ma concentrarsi solo sul proprio impegno. Nel caso in cui l’autostima e la salute mentale siano fortemente intaccati allora è meglio ricorrere a un aiuto psicologico.

domenica 29 luglio 2012

Nuovo Sportello Unico Edilizia


Nuovo Sportello Unico Edilizia, un unico ufficio per tutte le pratiche

Semplificati Permesso di costruire e DIA; i Comuni dovranno adeguarsi entro 6 mesi

vedi aggiornamento del 26/07/2012
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25/07/2012 - E' stata votata questa mattina dalla Camera la fiducia sul ddl di conversione del Decreto Sviluppo, nel testo modificato dalle Commissioni.

La principale novità per il settore delle costruzioni riguarda lo Sportello Unico per l’Edilizia (SUE) che d’ora in poi costituirà l’unico punto di accesso per il privato, in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti l’intervento edilizio e il relativo titolo abilitativo, e fornirà una risposta tempestiva in luogo di tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte.

Il nuovo SUE si occuperà di acquisire, anche mediante conferenza di servizi, gli atti di assenso delle amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità e sarà l’unico ufficio competente a comunicare con il cittadino che ha richiesto il titolo abilitativo; gli altri uffici comunali e le P.A. diverse dal Comune, interessati al procedimento, dovranno inoltrare immediatamente al SUE denunce, domande, segnalazioni, atti e documenti eventualmente ricevuti.

Lo Sportello Unico per l’Edilizia acquisirà direttamente o tramite conferenza di servizi tutti gli atti necessari al rilascio del permesso di costruire, e precisamente: il parere della ASL; il parere dei vigili del fuoco; le autorizzazioni e le certificazioni regionali per le costruzioni in zone sismiche; l’assenso dell’amministrazione militare per le costruzioni nelle aree contigue alle zone militari; l’autorizzazione della circoscrizione doganale per le costruzioni in prossimità della linea doganale e nel mare territoriale; l’autorizzazione dell’autorità competente per le costruzioni su terreni confinanti con il demanio marittimo.

E ancora: gli atti di assenso per gli interventi edilizi su immobili vincolati ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (in caso di dissenso però si procede ai sensi del Codice); il parere vincolante della Commissione per la salvaguardia di Venezia per gli interventi in quell’area; il parere dell’autorità competente in materia di assetti e vincoli idrogeologici; gli assensi per le servitù viarie, ferroviarie, portuali ed aeroportuali; il nulla osta per le aree naturali protette.

Un’altra importante semplificazione riguarda le amministrazioni le quali, ai fini del rilascio o della formazione dei titoli abilitativi in materia edilizia, sono tenute ad acquisire d’ufficio i documenti, le informazioni e i dati, compresi quelli catastali, che siano in possesso delle pubbliche amministrazioni e non possono richiedere attestazioni o perizie sulla veridicità e sull'autenticità di tali documenti, informazioni e dati. Questo significa che i professionisti non dovranno più produrre e allegare alle istanze documenti che sono già nella disponibilità della pubblica amministrazione, con conseguente risparmio di tempo e denaro.

Sarà accelerato anche il procedimento per ilrilascio del permesso di costruire (art. 20 del Testo Unico Edilizia): ora la legge prevede che entro 60 giorni dalla presentazione della domanda, il responsabile del procedimento acquisisca, tramite lo Sportello Unico, i pareri e gli atti di assenso, e formuli una proposta di provvedimento.

Con la modifica del Decreto Sviluppo, se entro i 60 giorni non saranno intervenute tutte le intese, i concerti, i nulla osta o gli assensi, il responsabile dello Sportello Unico indirà la conferenza di servizi. Le amministrazioni che intendono esprimere parere positivo potranno non intervenire alla conferenza di servizi e trasmettere i propri atti di assenso. La determinazione adottata dalla conferenza di servizi è, ad ogni effetto, titolo per la realizzazione dell'intervento.

Novità anche per la disciplina della Denuncia di Inizio Attività (DIA). Con un comma aggiunto all’articolo 23 del DPR 380/2001, si dispone che, nei casi in cui la normativa richieda l’acquisizione di atti o pareri di organi o enti appositi (esclusi i casi in cui sussistano vincoli ambientali e paesaggistici, relativi alla difesa e alla pubblica sicurezza, alla giustizia), tali atti sono sostituiti da autocertificazioni o attestazioni di tecnici abilitati che asseverano la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge, dagli strumenti urbanistici e dai regolamenti edilizi.

Inoltre, la DIA, corredata dalle dichiarazioni, attestazioni e asseverazioni e dagli elaborati tecnici, può essere presentata mediante Raccomandata con avviso di ricevimento, ad eccezione dei procedimenti per cui è previsto l’utilizzo esclusivo della modalità telematica; in tal caso la denuncia si considera presentata al momento della ricezione da parte dell'amministrazione. Un Regolamento ministeriale individuerà i criteri e le modalità per la presentazione della DIA attraverso l’utilizzo esclusivo degli strumenti telematici.

Tutte queste novità dovranno essere applicate dai Comuni entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Sviluppo.