mercoledì 10 dicembre 2014

Obama sostiene le proteste: la lotta contro il razzismo sarà ancora molto lunga

Obama sostiene le proteste: la lotta contro il razzismo sarà ancora molto lunga

I problemi che hanno innescato le proteste contro il razzismo in molte citta' americane, ha affermato il presidente americano Barack Obama, "non si risolveranno dall'oggi al domani", e le manifestazioni, "fino a quando sono pacifiche, sono necessarie", perche' "la coscienza del Paese deve essere svegliata dal qualche inconveniente", ma "quando diventano violente sono controproducenti".
L'intervista con il network Bet - In un'intervista con il network Bet, che si rivolge in particolare ad un pubblico di afroamericani giovani, Obama ha affermato che si tratta di questioni "che non saranno risolte dall'oggi al domani, e' qualcosa che e' profondamente radicato nella nostra societa' e nella nostra storia". Allo stesso tempo il presidente ha pero' sottolineato che la situazione, seppur lentamente, sta migliorando. "Se parlate con dei genitori, con dei nonni, degli zii vi diranno che le cose vanno meglio, forse non in alcuni casi, ma meglio". "Io continuero' a rimanere su questo", ha affermato ancora il presidente, aggiungendo di sperare che presto "l'intera societa' dica 'proviamo a fare finalmente alcuni veri progressi".
Anche a Washington monta la protesta - Monta la protesta a Washington contro il razzismo e i metodi violenti della polizia dopo i casi di Ferguson, New York e Cleveland. Nella capitale, i manifestanti si sono riuniti davanti alla Casa Bianca e bloccano le principali strade mentre la polizia è schierata. Al momento la marcia di protesta si sta svolgendo in maniera pacifica. A New York, i manifestanti hanno in programma di disturbare la partita di basket della Nba che si terrà tra poco al Barclays Centre, a Brooklyn, dove prenderanno parte anche William e Kate che proprio oggi hanno iniziato la visita in Usa. A Berkley, in California, si teme un'altra notte di scontri violenti fra manifestanti e polizia dopo il weekend di saccheggi e arresti.
Nba,con Will-Kate in tribuna - Come scritto in incipit, le proteste contro il razzismo e metodi violenti della polizia ieri sera a New York hanno preso di mira la partita di basket Nba tra i Brooklyn Nets e i Cleveland Cavaliers, mentre ad assistere c'erano peraltro tra il pubblico il principe William e la principessa Kate. Fuori dallo stadio, il Barclays Center, si e' riunita in breve tempo una massa di manifestanti che scandivano slogan come "mani in alto, non sparate" o "le vite dei neri contano".
"I can't breathe"  - All'interno, invece, alcuni giocatori dei Cleveland Cavaliers, tra cui LeBron James e Kyrie Irving, sono scesi in campo con indosso una maglietta nera con scritto "I can't breathe" (non posso respirare), ovvero le ultime parole pronunciate da Eric Garner, l'afroamericano di 43 anni che la scorsa estate a Staten Island e' stato ucciso da un poliziotto con una stretta alla gola. Frattanto, manifestazioni ci sono state anche in altre citta', come Berkeley, in California, dove ieri notte ci sono stati disordini e violenze. I manifestanti sono scesi di nuovo in strada anche qui al grido di "mani in alto non sparate". E proteste ci sono state anche a Washington, dove decine di manifestanti si sono sdraiati per strada ad alcuni isolati di distanza dalla Casa Bianca.

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