AMIANTO
KILLER NELLE CASERME, L’ULTIMO APPELLO DI UN FINANZIERE DI SABAUDIA GRAVEMENTE
MALATO
di
Rita Cammarone
Nell’elenco
nero delle caserme esposte all’amianto c’era anche quella della brigata della
Guardia di Finanza di Sabaudia: è stata completamente bonificata solo alcuni
giorni fa. Tanto recente è la notizia che nell’atto di risposta del Ministero
delle Finanze – reso noto la scorsa settimana – ad un’interrogazione presentata
dal deputato Alessio Villarosa del Movimento 5 stelle, la sede in questione
appariva nell’elenco delle bonifiche da completare.
LA
RECENTE BONIFICA DELLA CASERMA GDF DI SABAUDIA
A
seguito di un monitoraggio avviato nel 2012 – avevano spiegato dal Ministero –
su 111 sedi con presenza di eternit, 89 sono state bonificate, mentre 22 sono
ancora da risanare: la caserma di Sabaudia, insieme a quella di Ivrea, nel
Torinese, attendono integrazioni ai piani di lavoro. Piano di lavoro nel
frattempo completato a Sabaudia, dopo oltre un anno che il comando della locale
Brigata aveva disposto la rimozione d’urgenza della tettoia in eternit,
adiacente alla caserma.
AMIANTO
KILLER, DA SABAUDIA UN ACCORATO APPELLO
La
notizia di questi giorni, circa la presenza di amianto ancora in una ventina di
caserme delle Fiamme Gialle, ha spinto Antonio Dal Cin, finanziere
quarantacinquenne di Sabaudia in congedo per una patologia molto grave di
origine professionale, a scrivere al comandante generale della Guardia di
Finanza. Un appello accorato e commosso, inviato questa mattina. “Ho appeso
dagli atti parlamentari – scrive Dal Cin – e in modo particolare dalla replica
del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma anche dalla mia quotidiana
frequentazione, se non altro per via telematica e telefonica (le mie condizioni
di salute non mi permettono altro perché avendo l’asbestosi debbo rimanere quasi
tutta la giornata disteso sul letto per evitare tra l’altro che aumenti il ritmo
del battito cardiaco, già oltre la soglia, e perché avverto dispnea, e
soffocamento), che effettivamente anche grazie all’opera e all’impegno delle
Superiori Gerarchie è in atto la bonifica delle caserme dalla presenza di
amianto. Certo molte debbono essere ancora bonificate ma almeno si è iniziato a
farlo, in modo costante e deciso e di questo La ringrazio, in modo che quando
lascerò questa vita, purtroppo assai presto, per quello che mi dicono i
sanitari, almeno potrò dire che la mia morte potrà servire a qualche cosa”.
LA
TRAGEDIA NELLA TRAGEDIA
“La
lucida consapevolezza della mia fine... e la tragedia legata al fatto che ho tre
figli, di cui gli ultimi due in tenera età, sette anni e 17 mesi, che purtroppo
rimarranno solo con la madre e cioè con mia moglie che peraltro è affetta da
sclerosi multipla e morbo di Basedow, non mi impedisce di mantenere quella
saldezza e quella speranza, e anche quella forza che mi ha infuso il servizio,
che ho prestato nella Guardia di Finanza per quasi un quarto di secolo. La
imploro dunque di proseguire questa attività di bonifica e di decontaminazione
delle caserme ma Le chiedo pure di non lasciarci soli, di non lasciare soli i
ragazzi che rimarranno orfani per il fatto che non siamo stati avvertiti della
presenza del minerale killer e del fatto che bastassero poche fibre per
contrarre il tumore”.
UN
FINANZIERE TRA L’AMIANTO
Nella
missiva indirizzata al comandante generale della Guardia di Finanza, Dal Cin
spiega che ha fatto il servizio in caserme con presenza di amianto, impiegato di
servizio in luoghi dove giacevano, perché sequestrati, materiali di amianto
senza alcuna protezione. L’amianto – scrive il finanziere di Sabaudia – era
presente anche nelle camerate.
I
COLLEGHI, I FIGLI E GLI ORFANI: UN SOLO PENSIERO
“La
prego, dunque, lo faccia per tutti quei miei colleghi che ancora non si sono
ammalati – conclude Dal Cin rivolgendosi al comandante generale – e disponga che
il Corpo glorioso della Guardia di Finanza disponga qualche mezzo di assistenza
per gli orfani, specialmente i minorenni per il tempo successivo alla morte dei
loro cari, per via delle patologie asbesto correlate e di altre patologie
professionali che abbiamo contratto nello svolgimento del nostro dovere. La
ringrazio anticipatamente per l’attenzione che mi vorrà dare, anche nel caso in
cui ritenesse di non dover accogliere questa supplica, valga comunque con il
segno della mia stima personale di tutti gli altri colleghi malati di patologie
asbesto correlate e dei familiari di quelli che sono deceduti, l’augurio di un
buon lavoro”.
LA
BATTAGLIA DELL’OSSERVATORIO
Antonio
Dal Cin dà coraggio a chi non lo ha, è un uomo forte che ha fatto della sua
malattia un motivo di ribellione. Il finanziere, nativo di Crema, sabaudiano di
adozione, in questi anni ha portato avanti la sua battaglia, abbracciata
dall’Osservatorio Nazionale Amianto a cui sono iscritti 300 colleghi.
L’associazione ha presentato una trentina di esposti nelle diverse Procure
d’Italia e messo in piedi una campagna di sensibilizzazione al problema
dell’amianto rivolta soprattutto alle istituzioni. “Per molto, troppo tempo,
prima che il comitato ONA GDF facesse le segnalazioni – dichiara Ezio Bonanni,
presidente dell’ONA, in un’intervista rilasciata di recente al Fatto Quotidiano
– vi sono stati materiali contenenti amianto nelle caserme e quindi pericolosi
per la salute. All’ONA risulta che siano in corso bonifiche in diverse caserme
della Guardia di Finanza per rimuovere l’amianto. Certo sarebbe stato
preferibile che fossero state bonificate prima, comunque va apprezzato l’impegno
per la messa in sicurezza dei suoi siti lavorativi. Come ONA auspichiamo la
costituzione di parte civile delle stesse Fiamme Gialle nel caso in cui
l’autorità giudiziaria dovesse procedere penalmente nei confronti dei
responsabili. Purtroppo – prosegue Bonanni – dobbiamo attenderci per il futuro
altri finanzieri che si ammaleranno a causa dell’esposizione prolungata
all’amianto visto che le patologie possono sorgere anche dopo 30-40 anni. È per
questo che insistiamo, ancora, perché sia intensificata la ricerca scientifica
per debellare queste patologie, oltre alla prevenzione primaria. Anche poche e
non elevate esposizioni al cancerogeno – conclude il presidente dell’ONA –
possono determinare a distanza di decenni l’insorgenza del mesotelioma, del
tumore al polmone, agli altri organi delle vie respiratorie e degli organi
gastroenterici, oltre al tumore alle ovaie all’asbestosi e alle placche
pleuriche”.
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