Papa Francesco: "Bimbi uccisi e abusati, il loro silenzio impotente grida" / VIDEO
Tradizionale messaggio natalizio ai fedeli presenti in piazza San Pietro, poi la benedizione Urbi et Orbi
"Davvero tante lacrime ci sono in questo Natale insieme alle lacrime di Gesù Bambino". Papa Francesco ha concluso con questa amara constatazione il suo messaggio di Natale, letto dalla Loggia della Basilica di San Pietro prima della benedizione "Urbi e t Orbi". Al testo che aveva preparato, il Pontefice ha aggiunto parole fortissime sui bambini che piangono come Gesù che nasce. "Il mio pensiero - ha detto - a tutti i bambini, oggi uccisi e maltrattati, sia quelli prima di vede la luce, privati dell'amore generoso dei loro genitori e seppelliti nell'egoismo di una cultura che non ama la vita, sia quei bambini sfollati a motivo delle guerre e delle persecuzioni, abusati e sfruttati sotto i nostri occhi e il nostro silenzio complice. E ai bambini massacrati sotto i bombardamenti anche là dove il figlio di Dio è nato. Ancora oggi il loro silenzio impotente grida sotto la spada di tanti Erode, sopra il loro sangue campeggia oggi l'ombra degli attuali Erode".
"Il potere di Cristo, che è liberazione e servizio, si faccia sentire - ha invocato Bergoglio davanti a picchetti e fanfare vaticane e italiane e ai 100 mila fedeli che gremivano piazza San Pietro e piazza Pio XXI e un tratto di via delal Conciliazione - in tanti cuori che soffrono guerre, persecuzioni, schiavitù. Che con la sua mansuetudine questo potere divino tolga la durezza dai cuori di tanti uomini e donne immersi nella mondanità e nell'indifferenza. Che la sua forza redentrice trasformi le armi in aratri, la distruzione in creatività, l'odio in amore e tenerezza". "Sì, fratelli, Gesù - ha assicurato rivolto anche ai milioni che lo seguivano attraverso la mondovisione - è la salvezza per ogni persona e per ogni popolo". Ma, ha ammonito, "sono le persone umili, piene di speranza nella bontà di Dio, che accolgono Gesù e lo riconoscono".
Francesco ha quindi aperto il tradizionale elenco delle aree di crisi del Pianeta, per le quali ha invocato pace e conforto con in Iraq e Siria denunciando la "brutale persecuzione" ed auspicando che i profughi possano rientrare nelle loro case. "Gesù, Salvatore del mondo, guardi - ha pregato ad alta voce - i nostri fratelli e sorelle dell'Iraq e della Siria che da troppo tempo soffrono gli effetti del conflitto in corso e, insieme con gli appartenenti ad altri gruppi etnici e religiosi, patiscono una brutale persecuzione". "Il Natale - ha pregato ad alta voce - porti loro speranza, come ai numerosi sfollati, profughi e rifugiati, bambini, adulti e anziani, della Regione e del mondo intero; muti l'indifferenza in vicinanza e il rifiuto in accoglienza, perché quanti ora sono nella prova possano ricevere i necessari aiuti umanitari per sopravvivere alle rigidità dell'inverno, fare ritorno nei loro Paesi e vivere con dignità". Nel suo messaggio di Natale, Papa Francesco ha invocato quindi il sostegno divino "agli sforzi di coloro che si impegnano fattivamente per il dialogo fra Israeliani e Palestinesi". Lo ha fatto prima della benedizione "Urbi et Orbi" impartita dlala Loggia della Basilica di San Pietro. "Possa il Signore - ha pregato ad alta voce - aprire alla fiducia i cuori e donare la sua pace a tutto il Medio Oriente, a partire dalla Terra benedetta dalla sua nascita". L'altra crisi evocata da Francesco è stata quella tra Ucraina e Russia per la Crimea.
Il Pontefice ha così pregato "Gesù, Salvatore del mondo" affinché "guardi quanti soffrono in Ucraina e conceda a quell'amata terra di superare le tensioni, vincere l'odio e la violenza e intraprendere un nuovo cammino di fraternità e riconciliazione". Questa preghiera il Pontefice ha voluto inserirla nel suo messaggio di Natale, pronunciato prima di impartire la benedizione "Urbi et Orbi", cioè alla città di Roma e al mondo.
Il pensiero del Pontefice è andato poi alle vittime massacri della Nigeria e a quelle dell'Ebola con una forte invocazione di pace per tutta l'Africa. "Cristo Salvatore - sono state le sue parole -doni pace alla Nigeria, dove altro sangue viene versato e troppe persone sono ingiustamente sottratte ai propri affetti e tenute in ostaggio o massacrate". Gesù, ha continuato, "sia vicino a quanti soffrono per le malattie, in particolare alle vittime dell'epidemia di Ebola, soprattutto in Liberia, in Sierra Leone e in Guinea". Nell'occasione, Bergoglio ha voluto ringraziare pubblicamente "quanti si stanno adoperando coraggiosamente per assistere i malati ed i loro familiari, rinnovo un pressante invito ad assicurare l'assistenza e le terapie necessarie". "Pace invoco anche per altre parti del continente africano", ha detto inoltre pensando "in particolare alla Libia, al Sud Sudan, alla Repubblica Centroafricana e a varie regioni della Repubblica Democratica del Congo; e chiedo a quanti hanno responsabilità politiche di impegnarsi attraverso il dialogo a superare i contrasti e a costruire una duratura convivenza fraterna".
E qui Francesco ha voluto ricordare i bambini vittime della violenza fisica e morale in tanti luoghi e situazioni, pregando in particolare per quelli massacrati in una scuola militare del Pakistan. "Gesù - ha chiesto - salvi i troppi fanciulli vittime di violenza, fatti oggetto di mercimonio e della tratta delle persone, oppure costretti a diventare soldati". "Il Signore dia conforto - ha invocato - alle famiglie dei bambini uccisi in Pakistan la settimana scorsa". A tutti il Papa ha ricordato che "Gesù, il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo, è nato per noi. E' nato a Betlemme da una Vergine, realizzando le antiche profezie. La Vergine si chiama Maria, il suo sposo Giuseppe. Così lo Spirito Santo ha illuminato i pastori di Betlemme, che sono accorsi alla grotta e hanno adorato il Bambino. E poi lo Spirito ha guidato gli anziani Simeone e Anna, nel tempio di Gerusalemme, e loro hanno riconosciuto in Gesù il Messia"."I miei occhi hanno visto la tua salvezza preparata da davanti a tutti i popoli", ha esclamato Francesco citando le parole che il Vangelo di Luca attribuisce a Simeone, per invocare che "lo Spirito Santo illumini oggi i nostri cuori, perché possiamo riconoscere nel Bambino Gesù, nato a Betlemme dalla Vergine Maria, la salvezza donata da Dio ad ognuno di noi, ad ogni uomo e a tutti i popoli della terra". "Così - ha concluso - potremo dire con gioia: 'I nostri occhi hanno visto la tua salvezza'. Buon Natale a tutti!".
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