LAVORO
NERO, BLITZ NELLE AZIENDE AGRICOLE DI TERRACINA
Continua
l’attività della Polizia di Stato sul fronte del contrasto allo sfruttamento
della manodopera clandestina e non, in particolare nelle aziende agricole,
resasi necessaria anche a seguito di segnalazioni che hanno sollevato
l’attenzione sul fenomeno del caporalato e del lavoro nero, perlopiù verso gli
immigrati indiani nella provincia pontina.
Verifiche
a tutto campo sono state rivolte alle condizioni igienico-sanitarie
dell’azienda, dei prodotti utilizzati, sul rispetto della legge 81/08 sulla
sicurezza dei luoghi di lavoro, e su tutti gli altri aspetti legati
all’immigrazione clandestina e alla regolarità delle assunzioni.
I
controlli, effettuati con l’ausilio di specialisti della USL e della Direzione
Provinciale del Lavoro, hanno consentito di identificare diversi braccianti,
tutti cittadini cingalesi in possesso di titolo di soggiorno sul territorio
nazionale, ma in difetto circa la regolarità dei rapporti di impiego, così come
rilevato da parte della Direzione Provinciale del Lavoro.
L’operazione
ha interessato alcune aziende agricole di Terracina, fra queste una cui è stata
inflitta la sospensione dell’attività imprenditoriale e una sanzione
amministrativa di 1.950 euro da parte della Direzione Territoriale del Lavoro.
Personale della ASL ha invece contestato l’inosservanza di alcune norme
antinfortunistica e l’irregolarità degli attrezzi di lavoro, nonché violazioni
in materia di igiene e salubrità dei luoghi di lavoro, in relazione alla
custodia di sostanze chimiche tossiche e nocive.
Le
operazioni proseguiranno nei prossimi giorni presso altre aziende agricole in
tutta la provincia di Latina al fine di individuare l’impiego di braccianti
agricoli clandestini sul territorio nazionale e impiegati in nero nell’attività
di raccolta.
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