Auguri Gigi, simbolo di un'Isola, eroe di un mito che unisce i sardi
di Nicola Muscas
Gigi Riva compie oggi 70 anni e festeggia alla sua maniera: lontano da microfoni e telecamere, rifuggendo il clamore che la sua epopea ha suscitato in tutti i sardi e in tutti gli sportivi. Per i devoti invece è festa grande, occasione di incontro e dibattito, voglia di stare insieme e scambiarsi gli auguri a vicenda, quasi come a capodanno, tanto è il piacere di condividere ancora una volta la storia di uno scudetto che non finisce mai.
E' proprio questa la chiave di un mito che continua ad autoalimentarsi di generazione in generazione: Gigi Riva, la sua storia, quella dei Campioni del '70, sono uno dei pochi elementi di coesione per un popolo che si divide su tutto. E non c'è neanche bisogno di ricordare il perché, che sta tutto nel grande passato e nel grande presente dell'ultimo hombre vertical.
Forse ha ragione Rombo di Tuono, come sottolinea Nanni Boi, quando liquida i cronisti di fronte alla richiesta di un'ennesima intervista. Ma è il fardello che devono sopportare le leggende viventi. E se per Riva sarà festa privata, che sia festa pubblica per tutti gli altri allora. Perché abbiamo ancora un insaziabile e maledetto bisogno di farci ispirare da questo eroe positivo, di esaltarne le doti, di ricordarci come lo abbiamo sedotto e perché ci ha scelti. E sentirci tutti un po' più uniti, un po' migliori.
Probabilmente è anche per questo motivo che molti hanno voluto fargli gli auguri, tracciarne un ricordo, ripercorrerne le gesta. C'è l'abbraccio della sua gente, innanzitutto, quei cagliaritani che con il loro affetto lo hanno indotto a non andarsene mai. "Gigi è uno di noi, sardo tra i sardi", raccontano per le vie del centro al microfono di Monica Magro.
Ci sono poi gli amici di sempre, come Roberto Boninsegna: tre anni a Cagliari gomito a gomito con il campione, compagni di stanza - e di sigaretta - in tutti i ritiri, come racconta lo stesso Bonimba intervistato da Andrea Curreli. Gianni Mura lo ricorda invece come "uomo basaltico, ultimo guerriero di un calcio che non c'è più". Mentre Roberto Beccantini lo avrebbe voluto vedere in campo accanto a Silvio Piola, in una Nazionale che avrebbe avuto davvero pochi rivali.
Quante belle parole. E che enorme responsabilità dev'essere, essere Gigi Riva.
E' proprio questa la chiave di un mito che continua ad autoalimentarsi di generazione in generazione: Gigi Riva, la sua storia, quella dei Campioni del '70, sono uno dei pochi elementi di coesione per un popolo che si divide su tutto. E non c'è neanche bisogno di ricordare il perché, che sta tutto nel grande passato e nel grande presente dell'ultimo hombre vertical.
Forse ha ragione Rombo di Tuono, come sottolinea Nanni Boi, quando liquida i cronisti di fronte alla richiesta di un'ennesima intervista. Ma è il fardello che devono sopportare le leggende viventi. E se per Riva sarà festa privata, che sia festa pubblica per tutti gli altri allora. Perché abbiamo ancora un insaziabile e maledetto bisogno di farci ispirare da questo eroe positivo, di esaltarne le doti, di ricordarci come lo abbiamo sedotto e perché ci ha scelti. E sentirci tutti un po' più uniti, un po' migliori.
Probabilmente è anche per questo motivo che molti hanno voluto fargli gli auguri, tracciarne un ricordo, ripercorrerne le gesta. C'è l'abbraccio della sua gente, innanzitutto, quei cagliaritani che con il loro affetto lo hanno indotto a non andarsene mai. "Gigi è uno di noi, sardo tra i sardi", raccontano per le vie del centro al microfono di Monica Magro.
Ci sono poi gli amici di sempre, come Roberto Boninsegna: tre anni a Cagliari gomito a gomito con il campione, compagni di stanza - e di sigaretta - in tutti i ritiri, come racconta lo stesso Bonimba intervistato da Andrea Curreli. Gianni Mura lo ricorda invece come "uomo basaltico, ultimo guerriero di un calcio che non c'è più". Mentre Roberto Beccantini lo avrebbe voluto vedere in campo accanto a Silvio Piola, in una Nazionale che avrebbe avuto davvero pochi rivali.
Quante belle parole. E che enorme responsabilità dev'essere, essere Gigi Riva.
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