SPARITI
30 MILIONI PER LA BONIFICA DI BORGO MONTELLO, SEI PERSONE ARRESTATE PER
PECULATO: DUE SONO DI LATINA
Sei
ordini di custodia cautelare (arresti domiciliari con obbligo di applicazione
del braccialetto elettronico) sono stati eseguiti in queste ore dagli uomini
della Squadra Mobile di Latina e del Servizio Centrale Operativo nell’ambito di
un’inchiesta che ha fatto luce sulla sparizione di circa 30 milioni di euro per
il risanamento della discarica Indeco di Borgo Montello. I provvedimenti, che
riguardano anche due persone di Latina, sono stati emessi dall'autorità
giudiziaria del capoluogo (procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, sostituto
procuratore Luigia Spinelli e GIP Giuseppe Cario) riguardano amministratori
della Green Holding, società tra le più importanti nel settore dei rifiuti.
L’operazione ha riguardato, oltre a Latina, anche le città di Milano, Brescia,
Bergamo, Padova e Rapallo. L’accusa per tutti è peculato: gli investigatori
ritengono che i sei indagati abbiano posto in essere una lunga serie di
operazioni, attraverso due società con sede in Lussemburgo, per appropriarsi dei
30 milioni di euro destinati al risanamento della discarica, la cosiddetta
bonifica post mortem. L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della
Repubblica, oltre a contrastare reati contro la pubblica amministrazione è
legata a comportamenti illegittimi riconducibili anche alla gestione della
discarica di Borgo Montello.
L'intera
attività investigativa, secondo quanto spiegato nel corso di una conferenza
stampa dal questore Giuseppe De Matteis (qui
il video con l'intervista), dal capo della mobile Tommaso Niglio che ha
condotto le indagini e dalla dottoressa Manuela Iaione, è partita dall'esposto
di un'associazione ambientalista che segnalava altre situazioni (la presunta
doppia pesatura di alcuni camion che però, al momento, non è stata riscontrata
dalle indagini) e che ha portato gli agenti a vagliare attentamente i bilanci
della società Indeco. Proprio da quei bilanci gli uomini della Questura di
Latina si sono accorti della distrazione di somme che ha portato ai sei ordini
di custodia cautelare e che vede in tutto dieci indagati.
Per
legge chi si occupa dello smaltimento dei rifiuti deve destinare una parte dei
soldi che riceve, e che vengono pagati dai cittadini nella tariffa (su 80 euro a
tonnellata di media circa 13 riguardano questo capitolo), proprio per la
bonifica dei siti una volta che questi esauriscono il loro compito. In realtà
l'argomento è molto noto a Latina proprio perché oggetto di scontro tra Comune e
Regione per il rilascio di autorizzazioni di ampiamento e per il fatto che in
più occasioni l'ente del capoluogo ha contestato le attività di bonifica
ritenute carenti o, in alcuni casi, inesistenti. I soldi di questa bonifica,
secondo gli inquirenti, Indeco li girava direttamente alla società capogruppo
Green Holding sotto forma di finanziamento senza però chiedere un minimo di
garanzia. Un prestito che ha attirato l'attenzione degli inquirenti che, dallo
scorso mese di aprile, dopo una serie di accertamenti, si sono recati nella sede
della Indeco a Borgo Montello per acquisire altri documenti contabili. Le
ulteriori verifiche hanno portato gli uomini del questore De Matteis a
riscontrare che questi soldi transitavano nel gruppo Green Holding e finivano in
alcune società di Lussemburgo (la Adami Sa e la Double Green Sa e la Green
Luxembourg Sa, detentrici a loro volta delle quote del capitale sociale della
stessa Green Holding) che, in pratica, li incameravano facendo presumibilmente
da cassa.
E
proprio sul fronte politico lo scontro sull'ampliamento contestato dal Comune di
Latina proprio in una polemica con la Regione – ma queste sono questioni
amministrative e riguardano più direttamente la gestione in generale del tema
rifiuti – la Questura ha sottolineato che, continuando a perpetrare il reato, la
stessa società si sarebbe servita dei nuovi invasi o dell'aumento di volumetrie
per incamerare, di fatto, ulteriori risorse proprio sul capitolo "post mortem",
quello appunto destinato alla bonifica e i cui soldi sarebbero finiti, sempre
secondo gli inquirenti, in Lussemburgo insieme agli altri 30 milioni di euro. È
evidente che il danno è corposo anche per le conseguenze ambientali che il
mancato avvio della bonifica comporta e di cui dovranno occuparsi, salvo
richieste di risarcimento, gli enti locali.
In
realtà il questore è stato chiaro affermando che l'indagine è la punta di un
iceberg che coinvolge moltissime persone, tra cui numerosi colletti bianchi che
ruotano intorno al settore rifiuti, e che è per questo ancora in corso. Ci sono
ulteriori posizioni da verificare tanto che nella giornata di oggi sono in corso
altre 19 perquisizioni in tutta Italia. Dai documenti acquisiti gli uomini della
Polizia potranno ricostruire ulteriori dettagli interessanti per le indagini e
verificare se questo sistema contestato alla società fosse una prassi
consolidata. E, tornando a Latina e alle indagini il questore De Matteis è stato
chiaro: "Grazie a un esposto siamo risaliti a un fatto importantissimo e per
questo invitiamo i cittadini a denunciare. Spesso – ha aggiunto il questore – si
pensa che la questione rifiuti sia legata esclusivamente a interessi di camorra
ma in realtà c'è un mondo legato a professionisti del settore che è tutto da
scoprire. In tal senso, ma vale anche per altri reati, Latina è un mare pieno di
pesci grossi ma noi, con operazioni come queste, facciamo la nostra parte".
Nessun riferimento, almeno per ora, ad eventuali responsabilità istituzionali
soprattutto legate al controllo ma, come ha detto il questore le indagini vanno
avanti per questo non si possono escludere altri colpi di scena.
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