Landini, al via coalizione sociale: “Pd dice che urlo? Cancellare i diritti è peggio”
A Roma il primo incontro del progetto del leader Fiom per contrastare le politiche di Renzi. Presenti Emergency, Arci, Articolo 21, Libertà e giustizia e l'ex M5S Mussini, Romani e Bencini: "Obiettivo? Rilanciare l'idea che la politica non è proprietà privata". Da Bologna l'attacco della minoranza Pd: "Non abbiamo bisogno delle sue grida televisive"
“Una coalizione per difendere i diritti di tutti”. Per ora non sarà un partito, ma un cantiere per “una coalizione sociale”. Maurizio Landini a Roma ha radunato associazioni e rappresentanti dei lavoratori per dare il via al suo progetto politico. “Stiamo lavorando a un nuovo statuto dei lavoratori che metta insieme tutte le forme di lavoro e le tuteli. La manifestazione contro l’austerità il 18 aFrancoforte è la prima tappa”. Si muove qualcosa a sinistra: mentre il segretario Fiom incontra i suoi, la minoranza Pd a Bologna ha organizzato un convegno. Proprio da quel palco non sono mancati gli attacchi a Landini: “Non abbiamo bisogno delle sue urla televisive”, ha detto Roberto Speranza. E Landini ha ribattuto: “Io mi concentro sul merito. Ricordo che questo governo e in particolare il partito di maggioranza ha cancellato i diritti dei lavoratori: è peggio delle urla”. Il segretario ha poi annunciato una manifestazione per il 28 marzo: “Un evento della Fiom ma che è aperto a tutti quelli che condividono i nostri obiettivi, C’è un elemento di continuità con la manifestazione di ottobre, non ci fermiamo, vogliamo unire tutto ciò che il governo sta dividendo. Un importante avvio di discussione”.
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Alla riunione a porte chiuse erano presenti: i portavoce delle associazioni Emergency, Arci, Libera, Articolo 21 a Libertà e giustizia; i rappresentanti di alcune categorie professionali (da avvocati a farmacisti); i senatori ex M5S Maria Mussini, Maurizio Romani e Alessandra Bencini; il costituzionalista Gianni Ferrara; Giovanni Cocchi del comitato per una legge popolare sulla buona scuola. Tutti i partecipanti sono stati convocati da Landini presso la sede nazionale della Fiom con una lettera di invito nella quale si chiedeva di dare forma a dei “punti di programma condivisi nello spazio nazionale” che muovano da una certezza: “La politica non è una proprietà privata“. La coalizione sociale nasce, spiegava ancora Landini nell’invito, per contrastare due assunti: “la fine del lavoro” e quello secondo cui “la società non esiste, esistono solo gli individui e il potere che li governa” con cui è stato creato “lo spettro di un futuro già presente con cui siamo chiamati a fare i conti in tutta Europa” e che sta scatenando “una guerra tra poveri”. Per questo, “serve superare le divisioni, il frazionamento, le solitudini collettive e individuali e coalizzarsi insieme”.
Landini ha ripetuto però che l’obiettivo non è quello di fare un nuovo partito, ma al massimo quello di rinnovare il sindacato. “Noi facciamo il nostro mestiere di movimento sindacale e sociale”, ha detto. “Agiremo contrattualmente nei luoghi di lavoro per chiedere che tutti abbiano gli stessi diritti, per aprire una battaglia sugli appalti, per riconquistare i contratti ma cambiare le leggi vuol dire fare proposte per costruire un consenso e, se necessario, arrivare anche a forme di referendum abrogativi“.
Nel giorno del battesimo, il nuovo soggetto ha guadagnato anche diversi attacchi: “Landini, come noi tutti, farà i conti e avrà l’onestà intellettuale di guardare a ciò che accade davvero”, afferma da Trieste il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parlando con i giornalisti sulla bocciatura del Jobs Act da parte del segretario Fiom. “Se alla fine di quest’anno avremo un numero rilevante di nuovi occupati, e avremo centinaia di migliaia di contratti precari che saranno diventati stabili, Landini avrà pure la sua opinione, ma i numeri hanno la testa più dura di Landini, e di Poletti”. Più politica la reazione dell’M5S Luigi Di Maio, “l’Italia non ha bisogno di nuovi partiti, non è con i simboli che si cambia il Paese. Ogni giorno si annuncia una nuova coalizione – ha aggiunto – mentre noi del M5s ci tagliamo lo stipendio e grazie a noi partiranno migliaia di nuove imprese in italia. Noi siamo dalla parte della gente, e portiamo in Parlamento le questioni che interessano i cittadini”.
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