Parma, arrestato per riciclaggio il presidente Manenti. Lucarelli: "Uno schifo"
Il procuratore Prestipino: "Un gruppo criminale aveva tentato di mettere a disposizione del patron gialloblù 4,5 milioni di euro"
Redazione Tiscali
Il presidente del Parma Giampietro Manenti è stato arrestato dagli uomini della Guardia di finanza nell'ambito dell'operazione, coordinata dalla Procura di Roma. L'accusa nei confronti del patron del Parma è di reimpiego di capitali illeciti. Il procuratore aggiunto di Roma, Michele Prestipino, ha spiegato che il gruppo criminale sgominato dalla GdF aveva tentato di mettere a disposizione del patron del Parma 4,5 milioni di euro attraverso "provviste finanziarie su carte di credito clonate attraverso l'uso delle somme in operazioni commerciali come sponsorizzazioni, gadget e abbonamenti allo stadio". L'operazione di riciclaggio però non sarebbe andata a buon fine per problemi tecnici.
Ispezioni nelle sedi della Ragioneria generale dello Stato e del Parma - Gli uomini del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, coordinati dalla Procura di Roma, hanno effettuato ventidue arresti ed eseguito una sessantina le perquisizioni in diverse città italiane. Perquisita la sede della Ragioneria generale dello Stato a Roma perché tra gli arrestati ci sono anche alcuni dipendenti della Ragioneria. Ispezione della Guardia di Finanza anche negli uffici del Parma Fc a Collecchio. Nella sede si sono presentati sia gli agenti parmigiani che gli uomini del comando di Roma che stanno conducendo le indagini.
I precedenti di Manenti - Lesioni, possesso illegale di armi, bancarotta semplice, violazione degli obblighi di assistenza familiare e tentata estorsione: sono i precedenti penali del patron del Parma Giampietro Manenti come risultano dall'ordinanza di custodia cautelare del Gip di Roma che stamani ha portato nel carcere milanese di Opera il 45enne imprenditore, accusato di reimpiego illecito di capitali.
Banda rubava a banche estere - Decine di milioni di euro "rubati" a banche estere e contatti con uomini della 'ndrangheta. Emerge anche questo nel secondo filone di indagine dell'operazione della Guardia di Finanza di Roma, chiamato 'Oculus', che ha individuato un pericoloso gruppo criminale che compiva in Italia e all'estero frodi informatiche, usava carte di pagamento clonate, reimpiegava capitali di provenienza illecita, e riciclava e autoriciclava soldi. Il tutto aggravato dal metodo mafioso. Uno degli episodi contestati e' il tentato reimpiego in concorso con il patron del Parma Giampietro Manenti.
Legami con l'ndrangheta - Questi era in contatto con Angelo Augelli, assieme ad Adelio Zangrandi tra i vertici della banda. Entrambi sono stati arrestati. Il secondo episodio ha riguardato l'accesso degli hacker al server di una banca svizzera con trasferimento di 5 milioni di euro a una societa' spagnola riconducibile a un commercialista di Grosseto, Guido Tori, arrestato. In questo caso e' emersa la presenza di soggetti legati alla 'ndrangheta, Michele Fidale e Ilario Ventrice, intermediari con precedenti per associazione mafiosa. Il gruppo criminale stava cercando di finalizzare altri due clamorosi trasferimenti di fondi per via informatica, per 10 milioni di dollari e dopo 3 giorni di altri 30 milioni di euro da una banca svizzera a un altro Paese europeo. Di qui l'accelerazione dell'indagine della Finanza e gli arresti per impedire il compimento di queste operazioni illecite compiute dagli hacker.
Arrestati: "Dai che ci compriamo il Parma" - Lo dice, in una conversazione intercettata del 13 febbraio, Angelo Augelli parlando col socio Adelio Zangrandi Dunque i capi della banda a cui si era rivolto Manenti avevano dei progetti a lungo termine per il club. Augelli è l'uomo che tratta con Manenti per trovargli 4,5 milioni di euro di provenienza illecita per pagare gli stipendi ed evitare il fallimento del Parma. Zangrandi si informa con Augelli sul cash flow, la liquidita' della società. "Hanno un debito di 100 milioni - risponde Augelli -, hanno incassi piu' diritti televisivi intorno ai 40 milioni l'anno e spese pari grossomodo se non di piu'". "Adelio io ti dico che ci sarebbe da divertirsi se fossimo già a posto - osserva ancora Augelli -, ma a prescindere dal pallone, eh. Praticamente ce la mette a disposizione, hai capito?".
La rabbia di Lucarelli: "E' tutto uno schifo" - "Ogni giorno prendiamo bastonate in faccia come tifosi, città, squadra. Mi auguro che prima o poi tutto questo finisca perché onestamente non ne possiamo più". Lo dice il capitano del Parma Alessandro, Lucarelli. Sarà difficile giocare? "E' tanto che è difficile giocare, non è ora. E' tutto uno schifo". Lucarelli non ha voluto commentare la notizia dell'arresto del presidente. "Ho sentito, non ho niente da dire nel senso che prima vorrei capire bene quali sono le motivazioni, se c'entra o non c'entra il Parma", ha risposto. "Non mi sento di fare altre dichiarazioni - ha aggiunto Lucarelli - se non che ogni giorno prendiamo bastonate in faccia intendo come tifosi città, squadra. Mi auguro che prima o poi tutto questo finisca perché onestamente non ne possiamo più. E' da novembre che è difficile giocare per tutta una serie di motivazioni, andiamo avanti per le persone che abbiamo dietro ma verrebbe voglia di chiudere tutto una volta per tutte, perché sta diventando una farsa. E dico questo con tristezza, obiettivamente: è tutto uno schifo".
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