Strage a Tunisi, l’Isis rivendica. Mattarella: è un serio pericolo, non abbiamo molto tempo
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Polizia tunisina arresta un sospetto. (LaPresse)
L'obiettivo dell'attentato di ieri a Tunisi era il museo del Bardo e non il parlamento. Lo ha fatto sapere l'Isis in un messaggio audio in cui ha rivendicato oggi l'attacco. Secondo la tv all news France 24, nel messaggio i jihadisti dello Stato islamico dicono che i due terroristi sono tunisini. Stando a Rita Katz, fondatrice di Site, sito che monitora la comunicazioni jihadiste sul web, nella rivendicazione si fanno i nomi dei due attentatori, Abu Zakarya al-Tunisi e Abu Anas al-Tunisi. Inoltre, si dice che l'Isis ha parlato di quanto accaduto ieri a Tunisi come «la prima goccia di pioggia», minacciando altri attentati.
Negli stessi minuti, nella prima intervista che rilascia da quando è stato eletto, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella dice a Cnn: «L'Isis è un pericolo serio e va affrontato con urgenza perché non abbiamo molto tempo». «È davvero sconcertante» quanto accaduto ieri, dice, «sparare su persone inermi: è il livello più alto di barbarie. Isis come tutti i terrorismi fondamentalisti - sottolinea il capo dello Stato - si presenta come il nuovo, vero, pericolo per la civiltà, la democrazia e i diritti umani. Non è un caso che ieri in Tunisia sono stati attaccati il Parlamento e un museo: democrazia e cultura».
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Il riconoscimento delle vittime italiane
Sono morti i due italiani dichiarati in un primo momento irreperibili. In una nota la Farnesina specifica «sarà tuttavia necessario, per poter dichiarare il decesso, procedere ancora ad un atto formale di riconoscimento da parte dei familiari, alcuni dei quali sono attesi a Tunisi nelle prossime ore. Nello stesso ospedale erano stati trasportati i corpi dei due italiani il cui decesso era stato già confermato».
Sono morti i due italiani dichiarati in un primo momento irreperibili. In una nota la Farnesina specifica «sarà tuttavia necessario, per poter dichiarare il decesso, procedere ancora ad un atto formale di riconoscimento da parte dei familiari, alcuni dei quali sono attesi a Tunisi nelle prossime ore. Nello stesso ospedale erano stati trasportati i corpi dei due italiani il cui decesso era stato già confermato».
Analisti: l’ordine di attaccare è partito dalla Libia
L'ordine di agire ricevuto ieri dai membri della cellula che ha sferrato l'attacco a Tunisi «è partito dalla vicina Libia». Ne sono convinti gli analisti tunisini interpellati dall'emittente televisiva «al Jazeera» dopo la strage di ieri. Da giorni i media tunisini paventavano la possibilità che cellule dormienti diAnsar al Sharia, gruppo jihadista locale avvicinatosi negli ultimi tempi alle posizioni dello Stato islamico, potessero entrare in azione a Tunisi. Secondo l'esperto di sicurezza tunisino, Faysal Sharif, «gli unici a poter dare quell'ordine sono i leader regionali dello Stato islamico che si trovano ora in Libia e in particolare intorno alla zona di Sirte».
L'ordine di agire ricevuto ieri dai membri della cellula che ha sferrato l'attacco a Tunisi «è partito dalla vicina Libia». Ne sono convinti gli analisti tunisini interpellati dall'emittente televisiva «al Jazeera» dopo la strage di ieri. Da giorni i media tunisini paventavano la possibilità che cellule dormienti diAnsar al Sharia, gruppo jihadista locale avvicinatosi negli ultimi tempi alle posizioni dello Stato islamico, potessero entrare in azione a Tunisi. Secondo l'esperto di sicurezza tunisino, Faysal Sharif, «gli unici a poter dare quell'ordine sono i leader regionali dello Stato islamico che si trovano ora in Libia e in particolare intorno alla zona di Sirte».
L’identità dei terroristi
I due tunisini uccisi dalle forze speciali intervenute al museo del Bardo sono Jabeur Khachnaoui, che era stato anche in Siria prima di essere addestrato in Libia, e Yassine Laabidi. Quest'ultimo era noto e seguito e dalle forze dell'ordine tunisine, benché sul suo conto non ci fossero particolari segnalazioni. Non un obiettivo caldo, dunque. Detto questo, secondo la Bbc un militante di al-Qaeda ha rivelato all'emittente britanniche che i due hanno passato due mesi a Derna, in Libia, ad addestrarsi prima di rientrare in Tunisia. Nel rivendicare l'attentato - attraverso un audiomessaggio - l'Isis ha identificato i due attentatori con i nomi di Abu-Zakariya al-Tunisi e Abu-Anas al-Tunisi.
I due tunisini uccisi dalle forze speciali intervenute al museo del Bardo sono Jabeur Khachnaoui, che era stato anche in Siria prima di essere addestrato in Libia, e Yassine Laabidi. Quest'ultimo era noto e seguito e dalle forze dell'ordine tunisine, benché sul suo conto non ci fossero particolari segnalazioni. Non un obiettivo caldo, dunque. Detto questo, secondo la Bbc un militante di al-Qaeda ha rivelato all'emittente britanniche che i due hanno passato due mesi a Derna, in Libia, ad addestrarsi prima di rientrare in Tunisia. Nel rivendicare l'attentato - attraverso un audiomessaggio - l'Isis ha identificato i due attentatori con i nomi di Abu-Zakariya al-Tunisi e Abu-Anas al-Tunisi.
Le parole del presidente tunisino
«Siamo in guerra», ha detto oggi il presidente tunisino Beji Caid Essebsi durante una riunione del Consiglio superiore delle forze armate convocata dopo l'attentato di ieri al museo del Bardi di Tunisi. Per «sradicare il terrorismo» sono stati mobilitati l'esercito e la polizia, ha aggiunto il presidente citato da Le Monde. Nove persone sono state arrestate in relazione all'attentato di ieri, di cui quattro per «legami diretti con l'attacco».
«Siamo in guerra», ha detto oggi il presidente tunisino Beji Caid Essebsi durante una riunione del Consiglio superiore delle forze armate convocata dopo l'attentato di ieri al museo del Bardi di Tunisi. Per «sradicare il terrorismo» sono stati mobilitati l'esercito e la polizia, ha aggiunto il presidente citato da Le Monde. Nove persone sono state arrestate in relazione all'attentato di ieri, di cui quattro per «legami diretti con l'attacco».
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