Nozze gay, il Tar: "Trascrizioni annullabili solo dai tribunali". Il Codacons: "Ora serve una legge"
L'annullamento delle trascrizioni di nozze gay celebrate all'estero può arrivare solo dal tribunale civile. Lo ha deciso il Tar del Lazio che, nel giorno in cui l'Italia ha detto sì alle Nazioni Unite, ha accolto il ricorso di alcune coppie contro l'annullamento disposto dal Prefetto della trascrizione della loro unione contratta all'estero nel registro dell'Unioni Civili del Comune di Roma. Il Tar del Lazio ha dunque precisato, accogliendo il ricorso, che "l'annullamento di trascrizioni di matrimoni di questo genere celebrati all'estero, può essere disposto solo dall'Autorità giudiziaria ordinaria". "Il Ministero dell'Interno e le Prefetture - ha precisato il tribunale amministrativo del Lazio - non hanno il potere di intervenire direttamente, annullando le trascrizioni”. Inoltre i giudici sottolineano che "allo stato, non è consentito celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili nei Registri di stato civile".
Marino : "Ho fatto il mio dovere" - "Avevo sempre affermato, pur non essendo un esperto di giurisprudenza, che sulla base delle normative nazionali e comunitarie fosse un dovere del sindaco trascrivere un documento di un'unione avvenuta all'estero di due cittadini della mia città - ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino -. Per me non è assolutamente una sorpresa, non credo ci sia stato mai un momento in cui ho mostrato un minimo dubbio sulla mia certezza". "Tutto questo - ha sottolineato il primo cittadino di Roma - deve ancora di più essere interpretato come uno stimolo al Parlamento, ma lì sono certo che il presidente del Consiglio Renzi, come ha detto in diverse occasioni, provvederà a sollecitare egli stesso un percorso legislativo, che sia accurato, che colmi il vuoto che in Europa esiste soltanto in Grecia e l'Italia".
Il Codacons: "Accolte anche le nostre tesi" - "Il Tar - evidenzia il Codacons (che ha anch'esso presentato un ricorso sul tema) - non solo ha ribadito un principio importantissimo, ossia che Ministero dell'Interno e Prefetture non hanno alcun potere in materia, ma, accogliendo anche le nostre tesi, ha di fatto invalidato l'intera ordinanza del Ministro Alfano, da noi impugnata perché palesemente illegittima. La circolare del ministero - commenta il presidente Carlo Rienzi - violava tutta una serie di disposizioni comunitarie. Dopo la sentenza del Tar, si rende quanto mai urgente l'emanazione di una legge nazionale che regoli definitivamente la materia, evitando difformità di trattamento sul territorio a danno dei soggetti che intendano registrare i matrimoni contratti all'estero".
Arcigay: "Alfano firmi le sue dimissioni" - "Abbiamo sempre sostenuto che la circolare del Ministro Alfano che ordinava l'annullamento delle trascrizioni dei matrimoni samesex fosse un abuso. Ora che è un tribunale a dirlo, il Ministro prenda nuovamente in mano carta e penna e ci firmi, questa volta, le sue dimissioni", sottolinea Flavio Romani, presidente di Arcigay. "Il teatrino di annullamenti e ricorsi a cui il vicepremier ha costretto le coppie interessate da questi provvedimenti e i primi cittadini che le hanno sostenute - sostiene Romani - è a dir poco umiliante e testimonia un accanimento del Ministro nei confronti di un gruppo di cittadine e cittadine, contro i quali non ha risparmiato l'uso improprio degli strumenti e dei poteri conferitigli dalla carica istituzionale". "Questo - prosegue Romani - è l'aspetto più grave che riscontriamo nella sentenza emessa dal Tar del Lazio: quell' abuso ha del persecutorio ed è inammissibile che una figura istituzionale agisca in questo modo. Da tempo sottolineiamo l'inadeguatezza del Ministro Alfano nel ruolo che il Premier Renzi gli ha affidato: non occorrono altre argomentazioni in merito, sono le sentenze a renderlo evidente. Alfano si dimetta e ci liberi dalla sua omofobia assillante", conclude Romani.
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