La pajata torna in tavola per la gioia dei romani e non solo
La
pajata torna in tavola per la gioia dei romani e non solo, dopo 14 anni di bando
per via della "mucca pazza". Stesso destino era toccato, anche se per un periodo
di reclusione minore, anche alla famosa bistecca alla fiorentina. Con il nuovo
regolamento europeo sui bovini, arriva da Bruxelles il via libera ad uno dei
piatti cult della cucina romana. Gli osti finora si erano arrangiati con i
budellini d'agnello. Ma non era la stessa cosa, quel gusto caratteristico della
pajata di vitellone e' unico e si squaglia in bocca. Si tratta della prima parte
dell'intestino tenue, che viene lavato accuratamente, spellato ed arrotolato a
nodini, utilizzando le pellicine per legarli. La pajata ovviamente deve essere
fresca. E quando e' buona si vede a occhio, perché e' bella gonfia del suo siero
e di colore chiaro. Una volta era un piatto povero, uno di quei piatti ricavati
da quinto quarto, cioè le interiora. Gli altri più famosi sono la coda alla
vaccinata, la trippa, la coratella con i carciofi e i granelli, ovvero i
testicoli del vitello. (Questi ultimi si mangiano sia fritti, che arrosto sulla
graticola). Una volta era il pasto del popolino, ma dagli anni 50 divenne un
piatto amatissimo anche dagli stranieri. Nelle osterie vicino al vecchio
Mattatoio a Roma, la pajata non poteva mai mancare. Ma come si cucina? Puo'
essere un piatto unico, con i maccheroni (non altri tipi di pasta, solo
maccheroni abbastanza grossi e rigati) oppure un secondo se fatta alla griglia,
magari insieme ai testicoli. La ricetta per i maccheroni e' facilissima: "Fare
rosolare in un tegame con un po' d'olio, non tanto, i rotolini di Pajata (presi
già preparati dal proprio macellaio di fiducia, non e' un piatto da
supermercato), appena prende calore aggiunger sedano, carota e cipolla, tritati
(dopo e non prima per fare pendere colore ai nodini), sfumare con un mezzo
bicchiere di vino bianco, ed aggiungere il pomodoro. Vanno benissimo i pelati o
la passata. Fare andare per una quindicina di minuti, poi condire i maccheroni.
Indispensabile una bella spruzzata di pecorino.
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