ALLERGIE
POLLINI: 10 CONSIGLI UTILI PER COMBATTERLE
di
Rossana Andreato
La
mimosa non è solo un bellissimo fiore e un simbolo che tradizionalmente omaggia
le donne nel giorno dell’8 marzo. Compare a inizio marzo, soprattutto nei climi
temperati e preannuncia l’arrivo della primavera.
Purtroppo
però i suoi pollini,
come quelli di cipresso, ulivi, parietarie e graminacee, al loro apparire
determinano l’insorgenza della pollinosi, un’allergopatia stagionale che assieme
alle allergie nasali, affligge circa un milione e mezzo di bambini, mentre un
milione di ragazzi sotto i 18 anni arrivano a soffrire di asma e un numero
elevato di adulti accusa gli stessi sintomi.
I
granuli pollinici, depositandosi all’interno delle vie respiratorie, liberano il
proprio contenuto e se in presenza di attività allergenica e di allergopatia nei
confronti delle stesse da parte del soggetto interessato, vengono prodotti dei
mediatori chimici pro-infiammatori che fanno comparire i tipici sintomi
allergici come rinite, congiuntivite, tosse fino a fenomeni di asma
bronchiale.
È
possibile però, con le dovute attenzioni, per lo meno attenuare gli effetti
della patologia. Occorre innanzitutto eseguire delle indagini diagnostiche che
permettano di individuare le specie botaniche alle quali appartiene il polline
che provoca reazioni allergiche. Quindi
anche i comportamenti da tenere saranno più specifici e più efficaci. Un
importante punto di partenza sono quindi i cosiddetti “calendari delle
fioriture”, un vero e proprio bollettino che informa sui periodi di produzione
dei pollini e permette di gestire clinicamente l’allergia.
Il
Dott. Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico
Bambino Gesù, ha redatto un decalogo di consigli che una volta diventati
abitudine possono aiutare a convivere con questa fastidiosa patologia.
In
primavera evitare campi coltivati, prati o terreni incolti dove possono celarsi
i pollini più fastidiosi.
Nel
periodo critico, che va da marzo ad aprile, ma può proseguire fino a luglio, in
particolare in presenza di giornate calde, secche e ventose, conviene evitare la
campagna, soprattutto tra le 10 e le 16, che sono gli orari di maggior
concentrazione per i pollini.
Anche
le vacanze possono essere programmate in modo da dare sollievo ai sintomi: il
mare aiuta per la ridotta quantità di specie con pollini ad attività
allergenica, mentre in montagna (già ad altitudini tra i 600 e i 1.000 metri di
altezza) le piante producono pollini con un mese di ritardo rispetto alla
pianura.
Anche
in montagna comunque è sempre preferibile passeggiare sotto la copertura
boschiva, che ha effetto protettivo, mentre è da evitare l’aperta campagna.
Accorgimenti
da tenere in auto sono, oltre a viaggiare con i finestrini chiusi, soprattutto
in certe fasce orarie, tenere i filtri dell’aria puliti, cambiarli spesso e
usare sistemi di condizionamento dell’aria che ne favoriscano il ricambio.
Anche
lo sport, che in primavera diventa particolarmente stimolante per la possibilità
di corse e biciclettate all’aria aperta, è invece preferibile svolgerlo in
locali chiusi e quindi protetti.
È
decisamente sconsigliato avvicinarsi a luoghi in cui viene tagliata l’erba,
almeno nel periodo in cui il malessere è più intenso.
Così
come è meglio evitare la bici, il motorino o la moto, a meno che non ci si
protegga con estrema accuratezza, con occhiali da sole, mascherina per bocca e
naso e magari cappellino con visiera.
È
buona norma poi, quando si rientra a casa, fare una doccia e cambiare gli abiti,
in modo che almeno in casa si possa avere sollievo.
Evitare
poi il fumo, che irrita ulteriormente le mucose, come anche la polvere, che può
peggiorare la situazione, o il pelo di animali che fanno da vettori dei granuli
pollinici e che, se sono abituati a frequentare il nostro letto, potrebbero
renderci le notti insonni.
Ovviamente
a questi comportamenti può essere associato l’uso di rimedi
naturali come la perilla (Perilla frutescens), il ribes nero (Ribes nigrum),
la rosa canina (Rosa Canina), l’adatoda (Adhatoda Vasica) o fitoterapici, come
la boswellia (Boswellia serrata), il noni (Morinda citrifolia), la liquirizia
(Glycyrrhiza glabra) o l’associazione di manganese, zolfo e fosforo secondo i
principi dell’oligoterapia.
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