Londra, primo trapianto di cuore da cadavere: "Perfettamente riuscito, il paziente sta bene"
L'intervento un mese fa: il paziente si sta riprendendo bene. I medici: tecnica che permetterà di salvare centinaia di vite
Finora era stato possibile trapiantare cuori ancora in funzione da pazienti in stato di morte celebrale. Ma i chirurghi dell'ospedale britannico anno dimostrato che anche un cuore morto può essere riattivato. Il primo intervento è stato portato a termine un mese fa, e il paziente che ha ricevuto il nuovo cuore "morto" si sta riprendendo bene.
Il fortunato ricevente, un londinese, aveva avuto un devastante infarto nel 2008 e da allora era in lista d'attesa. "Ora mi sento più forte giorno dopo giorno - ha raccontato l'uomo - cammino senza problemi". La tecnica prevede che dopo la morte il cuore venga prelevato e posizionato in una speciale macchina, dove viene "nutrito" con sangue e altre sostanze alla temperatura corporea
IGNAZIO MARINO - Il primo trapianto di cuore non battente "ci indica quanto nel nostro Paese sia importante cambiare la legge", ha detto l'ex chirurgo e sindaco di Roma, Ignazio Marino, intervenendo al convegno organizzato al Policlinico Gemelli sulle problematiche etiche, legali e organizzative della donazione di organi a cuore non battente. "La legge italiana richiede 20 minuti di cuore fermo prima di poter intervenire per la donazione mentre le leggi di altri paesi europei, come l'Inghilterra e gli Stati Uniti, prevedono 5 minuti", ha spiegato Marino, precisando che "se rimane il tempo di 20 minuti, in Italia non avremo mai la possibilità di utilizzare gli organi perché i tessuti, trascorso quel tempo, saranno già danneggiati".
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