giovedì 12 luglio 2012

Concertazione, è scontro con i sindacati


Concertazione, è scontro con i sindacati. L'ira della Camusso: "Monti non sa di cosa parla"

Affondo del premier, Mario Monti, sulla concertazione passata tra governi e parti sociali, durante l'assemblea dell'Abi. I sindacati si infuriano e si compromette ancora di più il rapporto, già 'complesso' soprattutto dopo l'anomala trattativa sulla riforma del mercato del Lavoro. La posizione di Monti arriva inoltre dopo un fine settimana arroventato dalle polemiche con il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, che aveva precedentemente criticato il Governo ("gli do un voto tra il 5 e il 6") e la replica dello stesso premier ("le dichiarazioni di Squinzi fanno male alle imprese e fanno alzare lo spread"). Spicca nella giornata il silenzio del numero uno di Viale dell'Astronomia descritto però come 'molto teso' durante l'intervento del premier. Rispondono però da Rete Imprese Italia spiegando che il metodo della concertazione è la via maestra per uscire dalla crisi. E critiche arrivano anche dal Pd e dall'Idv. Monti spiega: in passato ci sono stati "esercizi profondi di concertazione" che "hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli non trovano facilmente lavoro".
Immediata la replica del numero uno della Cgil, Susanna Camusso: "credo che non sappia di cosa sta parlando. Vorrei ricordargli che l'ultima concertazione nel nostro Paese è quella del 1993: un accordo che salvò il Paese dalla bancarotta, con una riforma delle pensioni equa, al contrario di quella fatta dal suo Governo". E rincara la dose: "prendere lezioni di democrazia da chi è cooptato e non si è misurato col voto è un po' imbarazzante per il futuro democratico del Paese". Anche il il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, interviene: "non c'é alternativa alla concertazione in nessun paese a democrazia matura e ad economia avanzata". Per il segretario della Uil, Luigi Angeletti "oggi, l'Europa consiglia il dialogo sociale come strumento per la crescita. Ma il nostro Presidente del Consiglio è più realista del re: pensa di poter salvare l'Italia senza preoccuparsi di salvare gli italiani". Insomma "sembra confondere concertazione con consociazione". E anche il segretario dell'Ugl, Giovanni Centrella spiega: "quando è vero, il confronto porta sempre ad ottimi risultati come dimostrano tante crisi industriali superate". Critici anche i sindacati dei bancari che parlano di "voce completamente stonata" di Monti.
Per gli imprenditori la replica arriva dal presidente di Rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini: "la concertazione, nel suo significato più autentico, è la strada migliore per trovare soluzioni condivise, utili ed efficaci per uscire dalla crisi". Infine le critiche dal Pd: "la concertazione - dice l'ex segretario Cisl ora nel Pd, Sergio D'Antoni - ha contribuito a risolvere i problemi del Paese, non certo a crearli. Spiace sottolinearlo, ma dal presidente Monti oggi è arrivata una cattiva ricostruzione della storia italiana". Infine il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: "Monti è l'unto dal Signore che deve risolvere i problemi della crisi economica" e che al posto della concertazione "usa la regola 'ndo cojo cojo' senza rendersi conto che così non si governa ma si fa macelleria sociale". Uniche voci a difesa arrivano da Stefano Saglia (Pdl): "Monti ha ragione: la concertazione è un vecchio rito che non serve nei tempi in cui viviamo" e Giuliano Cazzola (sempre Pdl): "da anni la concertazione è produttiva nella misura in cui c'é il consenso della Cgil. Altrimenti fallisce. Paradossalmente basterebbe al Governo sentire solo la Cgil"
12 luglio 2012

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