mercoledì 25 luglio 2012

Spiagge in concessione e spiagge libere


       Come vengono gestite le spiagge libere?

Quando ci sono di mezzo le autonomie territoriali, il rischio è di dover fare i conti con normative che cambiano da un territorio all'altro, mandando in confusione i turisti. E' il caso, ad esempio, delle spiagge libere, che sono sottoposte a un primo livello decisionale ad opera delle Regioni (in linea con il quadro di riferimento nazionale), ma anche a un ginepraio di regolamenti comunali.

Dal blog di 6sicuro: Vacanze, divertirsi spendendo poco

Il diritto all'accesso
La normativa nazionale impone come principio generale l'equilibrio tra spiagge in concessione e spiagge libere. Spetta poi alle Regioni e ai Comuni la garanzia e il rispetto di questo indirizzo nei piani regionali e nelle deleghe municipali. Questi enti intervengono non solo nelle concessioni, ma anche nel definire le distanze minime tra i lidi. I problemi nascono in fase di applicazione, con molti stabilimenti che forzano le regole per massimizzare i guadagni e spesso cercano di ingannare i consumatori giocando sulla mancata conoscenza normativa da parte di questi ultimi.

Gratis nei lidi
Così, un principio da tenere sempre a mente è che la battigia (intesa come la fascia di spiaggia fino a cinque metri dal punto in cui arrivano le onde) è sempre libera, anche nei lidi. Se il gestore chiede somme denaro a chi si trova in questa zona della spiaggia o ne impedisce il transito, viola la legge. Tuttavia il diritto del bagnante non è assoluto: sulla battigia non possono essere collocati oggetti ingombranti come ombrelloni, sdraio o tavolini, né può essere intralciato il passaggio ad altri bagnanti e ai mezzi di soccorso. Questi principi lasciano, tuttavia, spazio a diverse declinazioni nei regolamenti comunali e discrezionalità ai gestori, cosa che apre le porte a eventuali controversi. Eventuali violazioni (o presunte tali) possono essere segnalate alla polizia Municipale, ai Carabinieri e alla Capitaneria di Porto.        

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