Spiagge a rischio infiltrazioni
L’asta sulle concessioni demaniali favorisce gli investimenti della criminalità
LA liberalizzazione delle concessioni demaniali rischia di diventare un boomerang per l’economia
«pulita». Il settore balneare trema
davanti al testo della direttiva europea Bolkestein, che impone
all’Italia di dotarsi di un regolamento che preveda un continuo
ricambio dei titolari delle concessioni balneari. A lanciare l’allar -
me legalità è il
vicepre sidente
d e l l a C o nf c o m m e r c i o
provinciale di
La t ina , I t a lo
Di Cocco, in
previsione di
u n i n c o n t r o
del Sindacato
i t a l i a n o b a ln e a r i ( S i b ) ,
che si svolgerà martedì 17 luglio
presso l’Ascom di Terracina (via
salita Annunziata) alle 18 e 30. «Il
governo italiano - afferma Di
Cocco - non può permettere che
migliaia di imprese in Italia, e
circa 200 in provincia di Latina,
cessino tutte la loro attività il 31
dicembre 2015. Cosa ne sarà delle
strutture balneari, dopo quella data? Quale futuro sarà assicurato
agli attuali gestori ed alle loro
famiglie?». I timori sono tanti e
fondati: «Perché - prosegue Di
Cocco - nessuno si preoccupa del
rischio che se si svilupperanno i
bandi per le assegnazioni delle
concessioni potrebbero persino
arrivare in mano alla criminalità
organizzata?». E sì, perché tanti
soldi da spendere e investire, oggi,
non sono in tanti ad averne. Ecco
perché si rischia di aprire una
breccia nel sistema balneare con
una provenienza sospetta di patrimoni, se non proprio illeciti, perlomeno sospetti». Di Cocco si
rivolge a sindaci e assessori regionali affinché facciano «sistema».
Anche di questo si discuterà
nell’incontro di martedì, cui prenderà parte anche Marrigo Rosato
della Confcommercio provinciale. «Se non si sblocca e non si
interviene con urgenza sono a rischio centinaia di posti di lavoro,
rischiano di cessare la loro attività
imprenditori che da decenni esercitano la loro attività e che hanno
contribuito allo sviluppo economico di mete prestigiose. Questi
imprenditori, in assenza di certezze sul loro futuro non stanno investendo più sulle loro strutture, con
enormi diretti e sull’indotto. Ecco
perché la protesta del Sib è giusta
e sacrosanta e la Confcommercio
agirà in ogni sede al fianco degli
operatori».
Francesco Avena
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