QUANDO
ISRAELE VOLÒ FINO A LONDRA PER SPARARE AD UN VIGNETTISTA...
È
il quotidiano israeliano Haaretz a comunicarci che domani in piazza, a Parigi,
alla mastodontica manifestazione “per la libertà di espressione e la democrazia”
sarà presente anche Benyamin Netanyahu.
Sotto
il drappo nero e la scritta “Je suis Charlie” abbiamo visto scorrere, in queste
giornate, tra le più terrificanti immagini di questi tempi e sicuramente domani,
sull’asfalto parigino, assisteremo alla sagra della mostruosità.
Charlie
Hebdo era irriverenza e blasfemia, lotta con qualunque arma all’oscurantismo: i
caduti di quel giorno son gente nostra, son compagni, sono anarchici, sono
blasfemi cazzari che hanno sempre odiato quel che questa gente è. Una rivista
nata sull’antimilitarismo, sull’abbattimento del bigottismo e dell’oscurantismo,
sulla presa per il culo di qualunque tipo di religione (che ci piaccia o no):
chi riempirà le strade domani sarà proprio il nemico di quelle matite
spezzate.
Poi,
mi ripeto, veniamo a sapere che non ci sarà solo un inutile Renzi, no... alla
sfilata di domani ci sarà anche chi ha fatto scuola in materia di uccisioni di
vignettisti: il primo ministro dello Stato ebraico di Israele.
Il
papà di Handala, colui che muoveva quella matita così fastidiosa, era un uomo
straordinario: a 10 anni era stato un Handala anche lui, esule, cacciato dalla
sua terra e abitante di arrangiate tende nel campo di Chatila in Libano.
Naji
al-Ali con la sua matita, ogni giorno, anche dal più lontano esilio londinese,
colpiva il nemico israeliano occupante con strisce sottili e pungenti, laceranti
e dolci, era un combattente instancabile, finché Israele non decise di andarlo a
cercare. Handala, di Naji al-Ali trovò la morte con un colpo in pieno volto, a
molte miglia di distanza dalla sua terra profumata di timo, colpevole, con la
sua ironia e le sue matite, di combattere l’occupazione militare, l’esilio,
l’impossibilità di ritorno, l’apartheid che ancora avanza.
Sarebbe
bello chiedere a Netanyahu dove era in quel luglio del 1987 quando il volto di
Naji veniva spappolato, quando abbiamo perso per sempre la possibilità di vedere
il volto del suo Handala.
Sarebbe
bello che Netanyahu domani si guardasse allo specchio e lo vedesse lui il volto
di Handala, intento a sputargli in un occhio, poco prima che raggiunge una
manifestazione in nome della libertà di espressione e in ricordo di vignettisti
“uccisi dal terrore”.
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