FONDAMENTALISMI
di
Georgios
Fonte:
www.comedonchisciotte.rg
Un
po' di statistica introduttiva:
Durante
la prima occupazione della Grecia (perché quella odierna è la seconda) a partire
dalla primavera del 1941 e fino alla loro ritirata nell'autunno del 1944, i
tedeschi erano stati costretti a stanziare nel Paese la bellezza di 15
divisioni, cioè circa 35.000 uomini.
A
questi vanno sommati 16.000 “greci”, cioè collaboratori armati, gli sporchi
traditori della milizia dei TA (Tàgmata Asfalìas ossia Battaglioni di
Sicurezza). Solo nella regione della capitale del Paese in cui abitavano 350.000
persone si trovavano costantemente 4 divisioni che peraltro, anche con l'aiuto
feroce dei loro collaboratori locali, non riuscivano a mantenere uno status
occupazionale normale in tutti i quartieri di Atene e del Pireo, perché appena
se ne allontanavano dopo le loro incursioni in un vero e proprio stile militare
in cerca di ostaggi e di saccheggio, questi quartieri tornavano liberi sotto il
controllo dell'EAM, il Fronte di Liberazione Nazionale.
I
numeri rispettivi per la Francia, un Paese molto più grande e molto più
importante della Grecia, erano i seguenti: per il Paese intero erano richiesti
10.000 uomini mentre per Parigi, una città allora di 1 milione e mezzo di
abitanti, ne bastavano 3.000 (1).
Come
mai queste differenze? Non erano stati i francesi che avevano indicato a tutta
l'Europa la via maestra per la rivoluzione, l'emancipazione, l'acquisizione dei
diritti e per la Costituzione? Non si erano meritati dallo stesso Marx una
posizione di eccellenza nel trittico “l'economia inglese, la filosofia tedesca e
il sociale francese”?
Evidentemente
una ragione dev'esserci se non vogliamo credere ad atteggiamenti eroici o
codardi a seconda della razza e del sangue. Perché ogni popolo si comporta in
base alle proprie condizioni sociali di ogni momento storico e non in base al
suo DNA che viene distribuito da un creatore giocoliere che si diverte a creare
popoli eroici e popoli codardi.
Durante
il XX secolo, a partire dagli Stati Uniti, si sono combinate, o meglio dire
alleate, tre forze con uno scopo preciso che però ha nello stesso tempo avuto un
effetto collaterale di grandissima importanza. Le tre forze sono state la grande
finanza, la psicologia freudiana e il potere centrale dello Stato. Il loro
obiettivo principale era trasformare ogni cittadino libero e conscio dei propri
diritti in consumatore abulico. L'effetto collaterale è stato l'ingigantirsi del
nemico pubblico numero 1 per l'azione collettiva e per il senso di appartenenza
ad una collettività sociale: l'ingigantirsi dell'ego.
Nel
2002 è stato realizzato da Adam Curtis e per conto della televisione inglese un
documentario dal titolo “The Century of the Self” (Il Secolo dell'Ego). È un
documentario in 4 parti: 1. Macchine di Felicità, 2. L'Ingegneria del Consenso,
3. C'è un Poliziotto Dentro Tutte le Nostre Teste: Egli Deve Essere Distrutto,
4. Otto Persone che Sorseggiano a Kettering. (2)
In
questo documentario viene spiegato in dettaglio, senza mai però perdere di vista
il quadro generale, l'uso sofisticato della psicologia di massa portata al
parossismo dell'adorazione del proprio io. Le conseguenze per la gente,
specialmente per la gente che intendiamo come abitanti del cosiddetto mondo
occidentale, sono state devastanti perché il risultato finale fu che in nome del
libero arbitrio e della propria personalità siamo stati tutti schiavizzati a
scelte dettate da altri che vanno oltre l'obiettivo iniziale di consumare ciò
che ci viene imposto e che assolutamente sfuggono alla libera scelta portata
come motivazione fondamentale ed inconfutabile.
Il
processo della trasformazione della società occidentale da collettività
organizzate secondo i propri interessi lavorativi e sociali in semplice somma di
una infinità di ego scollegati tra loro è iniziata subito dopo la prima guerra
mondiale negli USA e quasi subito varcò l'oceano per approdare nel vecchio
continente. È evidente che allora i greci erano molto indietro rispetto ai
francesi in questo processo che aveva tutte le sembianze di un'azione
“civilizzatrice” del mondo occidentale in generale. E da “rozzi” come ancora
erano hanno dato del filo da torcere ai loro invasori. Ora che anche loro sono
“civilizzati”, trovano molto dura la strada della resistenza e dell'indignazione
alle offese verso la propria dignità nazionale.
In
realtà anche questo processo era stato descritto nel XIX secolo dal genio di
Marx. Fu lui che per primo parlò di alienazione del lavoratore. Ciò, alla lunga,
porta alla sua trasformazione in consumatore quasi meccanico dei suoi prodotti,
incapace di distinguere se stesso da questi prodotti e che vive principalmente
della sua insaziabile volontà di impossessarsi dell'ultimo, secondo la moda,
prodotto. Diversamente si considera un fallito, uno che non può sentirsi
realizzato se non può mettere in mostra se stesso. Al tempo stesso gli riesce
molto difficile la critica verso se stesso e l'autocritica gli diventa
impossibile il che equivale a dire che è molto difficile ammettere i propri
errori e ancora più difficile correggerli.
Ma
c'è di più. L'elevazione dell'ego a cime irraggiungibili per tutti gli altri
ego, lo ha reso anche giudice supremo di ogni situazione che sfugge alla propria
comprensione o alla propria, del resto quasi inesistente, indulgenza. Ed è
allora che nascono i fondamentalismi che, in ultima analisi, significano totale
mancanza di capacità dialettica, prodotto naturale della concezione delle cose e
del mondo secondo soltanto i propri criteri egocentrici.
E
di fondamentalismi oggi ce ne sono parecchi.
C'è
il fondamentalismo “patriottico” ameriKano, figlio naturale del Ku Klux Klan,
molto efficacemente messo in evidenza recentemente su Comedonchisciotte in un
articolo-recensione di un film di Clint Eastwood. (3) Questo fondamentalismo è
nascosto dietro la sacrosanta lotta a difesa della “democrazia occidentale” (che
non c'entra niente con la democrazia) contro ogni infedele di turno.
C'è
il fondamentalismo jihadista della disperazione per i massacri e i torti subiti
dal fondamentalismo precedente e che, ai vertici, da esso viene abilmente
sfruttato. Il suo nascondiglio ufficiale è la purezza della fede islamica (che
non c'entra niente con l'islam).
C'è
il fondamentalismo della sinistra ufficiale (principalmente occidentale perché
non se ne vede qualcuna altrove) che riesce ad ogni assurda operazione, da
bombardamenti umanitari fino a riforme strutturali ammazza-gente, pur di
soddisfare i “mercati” che sono di nota fede marxiana. Esso non si nasconde. È
proprio sfacciato.
Ma
c'è anche e purtroppo il fondamentalismo della sinistra “pura”, “non
revisionista” o “rivoluzionaria” che ha aggiunto un ulteriore apostolo alla
gamma cristiana, uno di nome Marx anche se Marx stesso aveva dichiarato di non
considerarsi un marxista, figurarsi un apostolo. Questo fondamentalismo si
nasconde dietro una montagna di testi sacri dei quali pochi hanno capito il
contenuto, Marx stesso non lo aveva mai considerato esposto per intero e che
comunque, questo non lo mette in dubbio nessuno, si basa sulla dialettica. Ossia
al continuo nascere e morire di cose e di idee. Ma quest'ultimo fondamentalismo
non accetta discussioni e tratta certe parti degli scritti di Marx come un
vangelo (certe altre semplicemente le ignora perché sono state a loro tempo
censurate dalla socialdemocrazia tedesca o dalla nomenklatura staliniana).
Cosi
è fatto questo nostro bel mondo che continua però a girare. Perciò attenti
fondamentalisti di ogni sorta. Attenti a non scoprire che vi trovavate dalla
parte sbagliata del fossato.
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