Greta e Vanessa in Italia. La Lega al Governo: pagati 12 milioni?
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Argomenti: Governo | Politica | Vanessa Marzullo |Greta Ramelli | Siria | Varese | Paolo Gentiloni |Aviazione Militare | Al Jazeera
È atterrato alle 4 in punto all'aeroporto di Ciampino l'aereo che ha riportato in Italia Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie italiane di 20 e 21 anni sequestrate nel nord della Siria alla fine di luglio. Greta e Vanessa sono scese dal Falcon dell' Aeronautica militare alle 4,20, dopo un volo di tre ore dalla Turchia. Ad accoglierle sulla pista, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Entrambe le ragazze indossavano giubbotti scuri con il cappuccio tirato sul capo, pantaloni neri e scarpe da ginnastica bianche e rosse. Apparivano molto provate e non hanno salutato la folla di giornalisti e cameraman che le attendeva. Sono subito entrate con il ministro nell'edificio dell'aeroporto militare.
Le due volotarie erano state rapite il 31 luglio scorso in Siria. In precedenza diversi tweet riferibili ad account dei ribelli riferivano del rilascio; prima il no comment di Farnesina e intelligence poi la conferma ufficiale di palazzo Chigi. La liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo è «risultato di un intenso lavoro di squadra dell'Italia», ha scritto la Farnesina in un tweet.
Le due volotarie erano state rapite il 31 luglio scorso in Siria. In precedenza diversi tweet riferibili ad account dei ribelli riferivano del rilascio; prima il no comment di Farnesina e intelligence poi la conferma ufficiale di palazzo Chigi. La liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo è «risultato di un intenso lavoro di squadra dell'Italia», ha scritto la Farnesina in un tweet.
Immediato e rabbioso il commento dello Stato islamico alla notizia della liberazione delle due italiane, che sarebbe avvenuta per mano dei «rivali» del Fronte al Nusra. «Questi cani del Fronte al Nusra rilasciano le donne crociate italiane e uccidono i simpatizzanti dello Stato islamico» è il tweet postato da «Muahhed al Khilafa» sul suo account @mo7ayed11, dove si firma con l'hashtag dello Stato islamico. «Forse le hanno liberate in cambio di donne musulmane detenute in Italia», osserva Saad al Homeidi, altro internauta islamista nel suo account @s3edqatar. La notizia della liberazione delle due volontarie circolava sui siti jihadisti ed è stata rilanciata dalla tv satellitare Al Jazeera, citando fonti del gruppo al Nusra.
La Lega Nord all’attacco: riscatto da 12 milioni? Governo chiarisca
«Pare che siano stati dati ai terroristi 12 milioni di dollari per la liberazione di Greta e Vanessa. Se confermato si tratterebbe di un fatto assai grave, vista l’emergenza estremista, su cui il governo dovrebbe dare risposte esaustive». Lo ha sollecitato nella serata di ieri, prendendo la parola in aula alla Camera, il deputato leghista Nicola Molteni. «Il primo pensiero - ha dichiarato Molteni - va alle famiglie. Va detto però che noi non abbiamo mai condiviso né giustificato le motivazioni della loro missione pseudomondialista. Se confermata la trattativa con i terroristi si tratterebbe di un fatto molto grave».
«Pare che siano stati dati ai terroristi 12 milioni di dollari per la liberazione di Greta e Vanessa. Se confermato si tratterebbe di un fatto assai grave, vista l’emergenza estremista, su cui il governo dovrebbe dare risposte esaustive». Lo ha sollecitato nella serata di ieri, prendendo la parola in aula alla Camera, il deputato leghista Nicola Molteni. «Il primo pensiero - ha dichiarato Molteni - va alle famiglie. Va detto però che noi non abbiamo mai condiviso né giustificato le motivazioni della loro missione pseudomondialista. Se confermata la trattativa con i terroristi si tratterebbe di un fatto molto grave».
La storia delle due ventenni
Era il 31 luglio quando si persero le tracce di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria ad Alabsmo, vicino ad Aleppo. Le due volontarie lombarde avevano fondato il Progetto Horryaty ed erano entrate tre giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo.
Era il 31 luglio quando si persero le tracce di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria ad Alabsmo, vicino ad Aleppo. Le due volontarie lombarde avevano fondato il Progetto Horryaty ed erano entrate tre giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo.
Originarie una di Brembate, nel bergamasco, e l'altra di Besozzo, in provincia di Varese, Vanessa e Greta erano al loro secondo viaggio in Siria in poco meno quattro mesi: a marzo, la prima tappa del progetto Horryaty, le aveva portate a compiere un sopralluogo per capire il da farsi. Marzullo, 21 anni, studia mediazione linguistica e culturale all'Università di Milano, dove ha cominciato a imparare l'arabo oltre all'inglese. Sulla sua pagina Facebook racconta la guerra, mette foto di bombe e bimbi dilaniati, descrive la sua esperienza in Siria: l'ultimo post risale al 16 luglio scorso. Il 20 settembre la notizia, mai confermata, che sarebbero state vendute due volte ad altri gruppi ma senza finire finite nelle mani degli jihadisti sunniti dello Stato Islamico (Isis).
La notizia veniva dal quotidiano libanese `Al-Akhbar´ (anti-israeliano e considerato vicino alle milizie sciite di Hezbollah), che ricostruisce come le due giovani siano state attirate con l'inganno nella «casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo» con il giornalista de Il Foglio, Daniele Ranieri, che riuscì a scappare.
Il 31 dicembre scorso, in un video di 23 secondi pubblicato su YouTube, le due volontarie supplicavano il governo italiano: «Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Supplichiamo il nostro governo e i loro mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise. I nostro governo ed i mediatori sono responsabili delle nsotre vite». Poche ore dopo la diffusione del video, il ramo siriano di al Qaeda, al Nusra, aveva confermato di tenere in ostaggio le due ragazze.
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