Camorra, blitz della Dia contro i Casalesi. In manette 24 persone, truccavano appalti alla Asl di Caserta
Ventiquattro persone sono state arrestate, tra le province di Napoli, Caserta e Verona, nell'ambito di un'operazione della Dia partenopea coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia. L'indagine riguarda una serie di presunti appalti truccati dell'Azienda sanitaria Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta che sarebbero stati aggiudicati a imprese legate al clan dei Casalesi, con l'appoggio di politici e amministratori pubblici. Le accuse contestate, a vario titolo, agli indagati sono associazione a delinquere di stampo mafioso, corruzione, turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Sequestrate anche numerose società e beni.
Dieci degli indagati sono finiti in carcere e 14 agli arresti domiciliari. L'indagine, durata più di due anni, è stata supportata da intercettazioni telefoniche e audio-video eseguite anche all'interno dell'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. Secondo l'ipotesi accusatoria sono emerse "la piena operatività, all'interno della struttura sanitaria, del clan Zagaria", fazione dei Casalesi attiva a Casapesenna, e "una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni" che si sono venute a creare sotto la regia dei boss della camorra casertana, tra "appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell'imprenditoria".
Regime di monopolio dei Casalesi - Il "sistema degli Zagaria - si legge in una nota - riusciva a controllare e gestire, in regime di assoluto monopolio, gli appalti e gli affidamenti diretti di lavori all'interno dell'ospedale casertano". Il sodalizio mafioso, negli ultimi anni, si era "gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria casertana, trasformandosi in un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla matrice mafiosa". Ruolo centrale è stato svolto da Elvira Zagaria, sorella dell'ex primula rossa della camorra casalese, il boss Michele. A lei, dopo l'arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito Francesco Zagaria, negli ultimi due anni era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti delle attività del clan.
Secondo l'accusa, il gruppo criminale era nato nel 2006 - All'epoca Francesco Zagaria, marito di Elvira e cognato dell'allora boss latitante Michele, riuscì a far nominare dirigente generale della struttura ospedaliera un suo uomo di fiducia, Luigi Annunziata (deceduto di recente), grazie al supporto politico dell'allora segretario regionale dell'Udeur. Da allora, secondo la ricostruzione degli magistrati, Francesco Zagaria assunse il controllo dell'assegnazione dei lavori all'interno del nosocomio dando vita a un cartello di imprese legato alla cosca e attivo ancora oggi.
Due esponenti politici di Forza Italia fra i destinatari dei provvedimenti cautelari - Si tratta di Angelo Polverino, all'epoca dei fatti consigliere regionale, già coinvolto in altre vicende giudiziarie, e il consigliere provinciale Antonio Magliulo. Secondo quanto ipotizzato dai magistrati, i due, entrambi vicini all'ex coordinatore regionale della Campania di Fi, Nicola Cosentino, tuttora detenuto per presunti legami con il clan dei Casalesi, erano "direttamente impegnati" nella "copertura politica" dell'organizzazione mafiosa casalese. Le ipotesi accusatorie - si legge in una nota - sono state ulteriormente rafforzate dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che hanno descritto minuziosamente "il complesso sistema politico-mafioso-imprenditoriale" attivo nell'ospedale di Caserta.
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