PESTICIDI:
COCKTAIL DI 175 SOSTANZE INQUINANTI NELLE ACQUE REFLUE, IL RAPPORTO ISPRA
2014
di
Marta Albè
Le
vendite di pesticidi sono in calo, ma nelle acque reflue del nostro Paese sono
state rilevate ben 175 sostanze diverse i cui effetti non sono ancora ben
conosciuti. Un cocktail di sostanze che potrebbe risultare inquinante e
pericoloso per la salute.
Il
Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque 2014 dell'ISPRA segnala che in cima
alla lista delle sostanze individuate troviamo gli erbicidi. Gli erbicidi
vengono utilizzati direttamente sul suolo spesso ad inizio primavera, in
corrispondenza con le precipitazioni piovose tipiche di questo periodo
dell'anno.
Un
aspetto che ne facilita la migrazione nei corpi idrici. Non solo erbicidi:
rispetto al passato purtroppo è aumentata la presenza di fungicidi e
insetticidi. L'ISPRA ha realizzato il proprio rapporto sulla base dei dati
forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione
dell'ambiente.
L'obiettivo
è quello di individuare eventuali effetti negativi non previsti nella fase di
autorizzazione di queste sostanze, che comprendono soprattutto erbicidi e
pesticidi. Tra il 2011 e il 2012 l'ISPRA ha esaminato quasi 28.000 campioni e ha
effettuato oltre 1 milione di misure analitiche.
I
dati raccolti provengono da 19 regioni e province autonome. La copertura è
incompleta per quanto riguarda le regioni centro-meridionali. La diffusione
della contaminazione di pesticidi è molto ampia, anche se le concentrazioni
misurate spesso sono basse.
Nelle
acque superficiali, il 17,2% dei punti di monitoraggio (253) presenta
concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Le sostanze che più
spesso hanno determinato il superamento sono il glifosate e il suo metabolita
AMPA, il metolaclor, il triciclazolo, l'oxadiazon, la terbutilazina e il suo
principale metabolita.
Nelle
acque sotterranee, il 6,3% dei punti di monitoraggio (152) supera i limiti: le
sostanze, in questo caso, sono bentazone, metalaxil, terbutilazina e
desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid,
oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide, metolaclor.
La
zona più colpita dalla presenza di pesticidi è la pianura padano-veneta, per via
dell'intenso uso agricolo di queste sostanze e delle caratteristiche
idrogeologiche del territorio. Proprio qui sono state condotte indagini più
mirate ed efficaci.
In
altre regioni la situazione rilevata dall'ISPRA è disomogenea, soprattutto
perché non sono pervenuti dati da regioni come Molise e Calabria e perché in
altre regioni la copertura territoriale è limitata.
L'ISPRA
mette in guardia soprattutto dai cocktail di sostanze individuati. Nei campioni
analizzati risultano spesso presenti delle miscele di sostanze diverse, fino a
36 in contemporanea. Come segnalato anche dai comitati scientifici della
Commissione Europea, il rischio derivante dall'esposizione a miscele di sostanze
è sottostimato dalle metodologie utilizzate in fase di autorizzazione, che
valutano le singole sostanze e non tengono conto degli effetti cumulativi.
Se
è vero che le vendite dei pesticidi sono in calo, gli effetti di questo trend
non si riflettono ancora nei risultati di monitoraggio, che continua a segnalare
una presenza diffusa dei pesticidi nelle acque, con un aumento delle sostanze
rinvenute.
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