Auschwitz 70 anni dopo. Putin non invitato. Lite Varsavia-Mosca sull'Ucraina
Auschwitz 70
anni dopo, senza Putin e con una lite tra Varsavia e Mosca sull'Ucraina. Mentre
nel mondo, soprattutto in Europa, si moltiplicano gli episodi di antisemitismo -
aumentati del 400% - e molti ebrei pensano di trasferirsi in Israele, la
polemica su Auschwitz non è stata certo un bel modo di ricordare la Shoah e il
milione di ebrei che furono sterminati nel lager nazista i cui cancelli furono
abbattuti il 27 gennaio del 1945 dai soldati dell'Armata Rossa in rapida
avanzata verso una Germania ormai piegata e con la Wermacht in ritirata. In
tutto il mondo è stata celebrata oggi la Giornata della Memoria in ricordo
dell'Olocausto (in Italia con cerimonie alla Camera e al Senato). Molte parole,
molte lacrime e l'invito a "non dimenticare" ma anche uno striscione apparso nel
Ghetto di Roma con la scritta "Non ricordate gli ebrei morti se non sapete
difendere quelli vivi" che dà il senso di come vivano questo clima gli ebrei di
oggi. Ad Auschwitz, in Polonia, la commemorazione più significativa con capi di
stato e di governo di diversi paesi e cento sopravvissuti. Non c'era Vladimir
Putin - nonostante sia stata l'Armata rossa a liberare il lager- non invitato da
Varsavia per le tensioni sull'Ucraina e il governo polacco si è spinto fino a
contestare la paternità della liberazione affermando che furono le truppe
ucraine a liberare il lager. La risposta del ministro degli Esteri russo,
Lavrov, è stata immediata: "Tutti sanno che a liberare Auschwitz fu l’Armata
Rossa, composta da soldati di più etnie, sfruttare il lager a fini nazionalisti
è molto cinico". E la tv russa definisce Kiev "neonazista"...
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