LE
STUFE A PELLET: LA MINI-GUIDA
di
Lisa Vagnozzi
Stufe
a pellet. Sono davvero sicure? Sono davvero affidabili? Sono davvero
convenienti? Sono davvero ecosostenibili? Ecco qualche informazione in più per
agevolare i consumatori e provare a fare un po' di chiarezza sul tema.
Che
cos'è il pellet?
Il
pellet è un combustibile solido: si ricava dalla segatura vergine (derivata cioè
da legno non trattato) che viene prima essiccata e poi compressa in piccoli
cilindri del diametro di 6-8 mm e della lunghezza di 10-30 mm. È considerato un
prodotto ecologico ad alto rendimento, perché grazie alla lignina, presente
naturalmente nel legno, e alla sua capacità legante, non necessita di additivi o
di sostanze chimiche estranee per essere compattato. Il suo contenuto energetico
(che si aggira intorno ai 4.700 kWh/t, variando a seconda della qualità e delle
caratteristiche del prodotto) è reso elevato dalla procedura di essiccazione e
dalla successiva compattazione: ciò fa sì che, a parità di volume, il potere
calorifico del pellet sia superiore a quello del legno.
Il
pellet è classificabile tra le biomasse: la sua combustione produce anidride
carbonica e libera una percentuale di sostanze inquinanti (ossidi di azoto e di
zolfo) inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili. La quantità di
ceneri residue varia a seconda del tipo di legno utilizzato nella sua produzione
(faggio, abete, pioppo...) e si aggira intorno all'1% del peso del
combustibile.
Fino
a qualche anno fa, il pellet era un combustibile decisamente economico: il costo
di un sacchetto da 15 kg si aggirava intorno ai 2,70-3,80 euro (la variazione
all'interno della forchetta dei prezzi dipende dalla qualità del prodotto e dal
tipo di legno da cui è ricavato), mentre oggi la stessa quantità viene venduta a
(più o meno) 4,50-5 euro, per via di un'impennata dei prezzi dovuta, con ogni
probabilità, al notevole aumento della domanda, a cui non ha fatto seguito un
aumento dell'offerta. Ciò non toglie, tuttavia, che il pellet sia ancora di un
combustibile conveniente e a basso impatto ambientale.
La
qualità del pellet
Vicende
come quella del pellet lituano contaminato di qualche anno fa non devono portare
a generalizzazioni o a facili allarmismi, né a condannare e penalizzare un
intero settore produttivo. Il mercato del pellet oggi è una realtà piuttosto
solida: pensate che in Italia sono consumate oltre 1 milione di tonnellate di
pellet; di queste, circa 750.000 sono di produzione nazionale, mentre la quota
di importazione più cospicua (con circa 250.000 tonnellate) proviene
dall'Austria.
Inoltre,
per tutelare i consumatori, l'AIEL - Associazione Italiana
Energie Agroforestali, ha ideato Pellet Gold,
un'attestazione di garanzia per la qualità del pellet basata su parametri
oggettivi, a cui possono accedere tutte le imprese produttrici e tutti i
rivenditori o importatori. Solo il pellet che, in seguito ad analisi specifiche,
rispetta i parametri fissati può ricevere l'attestazione.
Tra
le associazioni che vigilano sulla trasparenza e sulla qualità del mercato del
pellet c'è anche Assopellet, fondata
con lo scopo di riunire tutti gli operatori del settore.
Le
stufe a pellet in generale
Esteticamente,
la stufa a pellet non è così diversa da una comune stufa a legna. Può essere
rivestita di acciaio, ceramica o pietra ollare ed è adatta a riscaldare (e ad
arredare) qualsiasi tipo di ambiente. É dotata di un telecomando per
l'accensione e lo spegnimento a distanza e presenta un serbatoio in cui inserire
(in genere dall'alto) il pellet, e la cui capienza varia a seconda dei modelli:
si parte da circa 10-11 kg per quelli più piccoli e si può arrivare oltre i 60
kg.
Quando
la stufa è in funzionamento, il combustibile viene trascinato nel braciere
attraverso un condotto e quindi bruciato; l'accensione è resa possibile dalla
presenza di una resistenza elettrica, che diventa incandescente. La fiamma
compare poco a poco, crescendo e stabilizzandosi sulla temperatura impostata
quando la stufa entra in modalità lavoro.
Tenete
presente che la stufa a pellet può essere considerata a tutti gli effetti un
elettrodomestico, dato che va collegata all'impianto elettrico di casa
Il
calore prodotto dalla stufa si diffonde nell'ambiente circostante tramite una o
più ventole. I modelli più recenti sono dotati anche di cronotermostati che
consentono di programmare l'accensione e lo spegnimento del prodotto e di
regolare la temperatura.
Pensate
poi che alcune stufe di ultima generazione sono fornite di kit GPRS che
permettono di attivarle e di regolarle via SMS, magari mentre si sta viaggiando
verso casa e si desidera trovare, al proprio arrivo, un ambiente caldo ed
accogliente. Lo scarico dei fumi generati dalla combustione del pellet avviene
all'esterno dell'edificio, tramite un tubo di diametro variabile, generalmente
dagli 8 ai 12 cm.
La
potenza termica di una stufa è determinata dalle sue dimensioni e dalla quantità
di pellet bruciato; sul suo rendimento può influire anche il tipo di pellet
utilizzato.
La
resa calorica di una stufa può variare moltissimo a seconda del modello e delle
sue caratteristiche: si passa da prodotti con una potenza di 2,5-5 kW ad altri
con un rendimento di 5-25 kW. Per avere un'idea più precisa, tenete presente
che, per riscaldare un ambiente di circa 300 mc, pari a una superficie di 100 mq
per 3 m di altezza, è necessaria una resa calorica di circa 10 kW.
Quindi,
se avete bisogno di una stufa, in primo luogo dovete considerare il vostro
fabbisogno di calore, che dipende dall'ampiezza della zona da riscaldare e da
caratteristiche quali la sua coibentazione e l'antichità dell'edificio in cui si
trova.
Attualmente,
in commercio troviamo stufe con capacità di riscaldamento superiori agli 800 mc
e dotate di un'autonomia che può andare dalle 6 ore a più di 40.
Termostufe
a Pellet
Oltre
alle stufe ad aria, esistono anche delle stufe collegabili all'impianto
termoidraulico, pensate per diffondere calore in un'intera abitazione in grado
di riscaldare l'acqua di un appartamento di dimensioni medio-grandi (anche oltre
i 150 mq) attraverso impianti pre-esistenti, quali termosifoni o pannelli
radianti. Oltre a riscaldare tutta la casa, le termostufe a pellet producono
anche acqua calda sanitaria.
Vantaggi
Quali
sono, in concreto, i vantaggi delle stufe a pellet? Innanzitutto, si tratta di
prodotti molto meno “invasivi” rispetto alle tradizionali stufe a legna: il
pellet viene trasportato in casa all'interno di appositi sacchi, non sporca e,
se manipolato con un po' di attenzione, produce pochi residui o polvere nella
fase di caricamento del serbatoio. Inoltre la stufa è dotata di una porta a
chiusura stagna (solitamente in ghisa e vetroceramica) che impedisce spiacevoli
fuoriuscite di fumo all'interno dell'ambiente domestico.
È
quindi importante sottolineare che la stufa a pellet è un prodotto ecologico,
dato che ha una buona qualità di combustione e disperde nell'ambiente bassissime
percentuali di inquinanti.
Come
abbiamo visto, il pellet è, di per sé, il risultato di un'operazione di riciclo,
dato che si ottiene dagli scarti di lavorazione del legno, a cominciare dai
trucioli e dalla segatura: pertanto, la sua produzione non rende necessario
l'abbattimento di nuovi alberi. Insomma, siamo di fronte ad una fonte di energia
pulita, che non altera il nostro ecosistema e che non determina sprechi, grazie
alla possibilità per il consumatore di dosare il combustibile a proprio
piacimento, avendo un pieno e preciso controllo della temperatura. Comodo, oltre
che ecosostenibile.
Detrazioni
fiscali
Le
stufe e le termostufe a pellet rientrano nella detrazione fiscale del 50%. In
pratica fino al 30 giugno 2013 è possibile detrarre dalle imposte sui redditi il
50% delle spese sostenute per il recupero, spalmabili in 10 anni.
Svantaggi
e qualche avvertenza
Le
stufe a pellet sono sicure e affidabili, ma non perfette. Ad esempio, le ventole
di cui sono dotate asciugano l'aria e fanno sì che il calore generato non sia
esattamente salubre: per questo, è consigliabile premunirsi utilizzando un
umidificatore (alcune stufe lo hanno incorporato) oppure posizionando una
vaschetta d'acqua sulla zona più calda della stufa. Bisogna poi tenere presente
che le ventole sono inevitabilmente rumorose: un particolare questo che, per
qualche consumatore, potrebbe anche risultare fastidioso.
Un
altro inconveniente è dato dal fatto che il funzionamento della stufa dipende
dall'erogazione di energia elettrica. Come accade con ogni altro
elettrodomestico, in caso di black out il prodotto non può essere utilizzato: se
è in funzione, la stufa si spegne, per poi riaccendersi autonomamente al ritorno
della corrente.
Inoltre,
per garantire il corretto funzionamento del prodotto, occorre pulire
regolarmente lo scambiatore di calore e il braciere, aprendo la porta a chiusura
stagna posizionata sul davanti (ovviamente, è un'operazione da compiere solo
quando la stufa è spenta e fredda) e utilizzando un aspirapolvere o, meglio
ancora, un aspiracenere, per eliminare le ceneri residue. Sappiate comunque che,
in questo ambito, l'innovazione tecnologica è costante: ad esempio, sono
recentemente entrate in commercio stufe dotate di meccanismi di pulizia automatica, che agevolano il consumatore
e migliorano il rendimento energetico del prodotto. Infine, il pellet viene
venduto in sacchi da 15 kg, in plastica o nylon: dei materiali che,
inevitabilmente, vanno ad aumentare il carico di rifiuti. Una soluzione a questo
inconveniente è stata ideata da EcoPellet, che distribuisce il
proprio pellet anche sfuso, in grandi borse da 12,5 q.
Per
l'acquisto
Oggi
il mercato delle stufe a pellet è in piena espansione: sono disponibili
numerosissimi modelli, con caratteristiche che tendono ad adattarsi alle più
diverse esigenze del consumatore, sia dal punto di vista della potenza termica
che dell'estetica.
Tra
le aziende produttrici che trovate sul mercato italiano, vi segnaliamo i siti di
alcune delle più note, di modo che possiate farvi un'idea dell'enorme varietà di
proposte: da Ecoforest e
Thermorossi; da Piazzetta a Ecoteck-Gruppo
Ravelli; da Eurostek a Edilkamin;
da Calimax a MCZ; da Palazzetti a La Nordica-Extraflame; da Lincar e Ungaro ad Eurofiamma (con le sue stufe
bivalenti, che funzionano sia a legna che a pellet).
Ricordate
che la stufa ha bisogno di attenzione nell'installazione (che deve essere fatta
da personale qualificato) e di una manutenzione costante: per questo, al di là
del marchio, è consigliabile acquistare il prodotto presso un rivenditore
affidabile, che possa garantire un'adeguata assistenza tecnica. Infine, tenete
presente che il prezzo di una stufa a pellet varia a seconda delle sue
caratteristiche e della sua potenza termica (si parte da poco meno di 1.000 euro
e si può arrivare ben oltre i 4.000) e che è buona norma acquistare una stufa
con una resa calorica lievemente superiore al proprio fabbisogno.
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