Cacciatore morto, interrogato l’amico che per errore gli ha sparato
IL DRAMMA della famiglia di Pietro Rossi si addiziona a quello della famiglia dell’amico carissimo
che, per errore, gli ha sparato. Walter Lauretti, trenta
anni, di Sonnino, condivideva con l’imprenditore di
Priverno la passione per la
caccia. Da giovanissimo,
anche Walter, che di mestiere fa il carpentiere, aveva preso la licenza da caccia. Oggi il ragazzo piange,
disperato. Lo assiste l’av -
vocato Angelo Palmieri. La
sera dell’incidente - avvenuto in località «Anime
Sante» di Priverno, al confine con il territorio di
Maenza - il giovane è stato
interrogato per tre ore presso la caserma di Priverno,
dai carabinieri di
P r o s s e d i , a l l a
presenza del maresciallo Maurizio Colorito, del
capitano Angelo
Bello, e dell’av -
vocato Palmieri.
Il giorno prima i
tre cacciatori - Pietro Rossi,
il genero Federico Ciccateri
e Valter Lauretti - avevano
stabilito di andare a caccia
di uccelli il giorno dopo.
Nella tarda mattinata li aveva accompagnati la figlia di
Pietro, Jessica, con la sua
macchina. Da un certo punto in poi, i tre amici si erano
incamminati a piedi. Erano
dotati di ricetrasmittenti e
quindi potevano chiamarsi
a vicenda e darsi le rispettive postazioni. Così è stato.
Durante l’i nt er ro gat or io ,
Lauretti, secondo la ricos t ruz ione de l l ’ av voc a to
Palmieri, ha raccontato di
aver caricato il fucile a pallini perché l’obiettivo della
giornata era la piccola selvaggina, non i cinghiali. Ad
un certo punto, Pietro Rossi
avrebbe comunicato ai due
cacciatori di aver avvistato
un cinghiale che si trovava
all’interno di un fitto cespugliame. A questo punto,
Walter ha deciso di inserire
un pallettone nel fucile, al
posto dei pallini, considerata la stazza del cinghiale
che si sarebbe potuto presentare ai suoi occhi. Una
decisione che ha fatto scaturire la tragedia. Walter ha
sparato. Pietro Rossi ha
cacciato un urlo. Il primo
ad accorrere è stato Walter,
gli ha strappato la camicia e
si è reso conto della ferita
gravissima. Insieme a Federico, ha chiamato i soccorsi ed è stato lui ad indicare dove si trovava il corpo
esanime dell’amico. Oggi
sul caso è stata aperta
un’inchiesta di cui è titolare
i l sos t i tuto procur a tor e
Buontempo. Sul corpo di
Pietro è stata disposta l’au -
topsia.
Mina Picone
L’INTERVENTO
L’av v i s t a m e n t o
del corpo
dei Vigili
del Fuoco
E’ STATO il pilota
dell’elicottero dei vigili
del fuoco ad avvistare
nei pressi di un costone
d e l l a mo n t a g n a t r a
Maenza e Prossedi,
prospiciente «Le Farneta» di Maenza, il corpo esanime di Pietro
Rossi, che un’ora e
mezza prima era stato
d a t o p e r d i s p e r s o .
L’ e l i cot t e ro «Dr ago
57» dei vigili del Fuoco
del Nucleo elicotteri di
Ciampino aveva iniziato a perlustrare l’im -
pervia zona verso le
14.10 circa; l’avvista -
mento era avvenuto un
quarto d’ora dopo. Notevoli le difficoltà incontrate dalla squadra
«3A» dei vigili del
Fuoco di Terracina,
guidata dal caposquadra Daniele Mercuri,
formata da cinque uomini, attivatasi nella ricerca del disperso verso le 13. Sono stati gli
specialisti del «Saf» -
Nucleo provinciale di
soccorso alpino fluviale - a recuperare Pietro
Rossi, calando un vigile che ha operato, con
particolari tecniche di
intervento, e il medico
del 118. Lo stesso sanitario ha accertato immediatamente il decesso dell’uomo. Il corpo
di Pietro Rossi è stato
imbracato e sollevato
con una specifica
rella; quindi è stato issato sull’elicottero mediante l’ausilio del verricello. Subito dopo,
Pietro Rossi è stato
portato a valle. Qui, dopo l’accertamento del
decesso, si è atteso l’ar -
rivo del magistrato di
turno per l’autorizza -
zione alla rimozione
della salma, autorizzazione concessa ai Carabinieri intervenuti sul
posto da parte dello
stesso magistrato. Dopo di che la vittima del
tragico incidente è stato portato presso l’obi -
torio per i successi
adempimenti di rito e
per l’accertamento delle cause che hanno provocato il decesso. L’in -
tervento dei Vigili del
Fuoco di Latina e degli
specialisti Saf si è concluso alle ore 17.30.
M . P.
l’incidente sui lepini
Nella foto
a sinistra
la zona
impervia di
«Anime
sante», al
confine tra
il territorio
di Priverno
e Prossedi
dove è
avvenuto
l’incidente
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