DISSEQUESTRATA
LA BUSSOLA A SAN FELICE CIRCEO. ACCERTATA LA NATURA DOLOSA DELL’INCENDIO,
L’IMMOBILE RESTITUITO AI PROPRIETARI
di
Pierfederico Pernarella
«La
Bussola», capitolo chiuso anche se restano soltanto le ceneri. Ad un anno
preciso dal devastante incendio che distrusse lo storico locale notturno di San
Felice Circeo, l’immobile o almeno quel che resta torna nella disponibilità dei
proprietari, la società Geka s.a.s. del siriano Kamal Bouzan, cugino del più
noto Hassan. Gli avvocati Osvaldo e Francesco Pietricola hanno chiesto e
ottenuto il dissequestro.
I
sigilli erano stati apposti dopo il rogo nella notte del 17 novembre. Accertata
la natura dolosa, come pure constatato dai Carabinieri del RIS. Ad agire è stata
gente del mestiere. Studiati i punti d’innesco e il «tiraggio» del rogo che ha
devastato il locale notturno sul lungomare di San Felice Circeo. Per alimentare
le fiamme, appiccate con una tanica di benzina, gli incendiari hanno divelto le
porte per provocare la corrente d’aria che in pochi minuti ha propagato il rogo
a gran parte del locale. Con tutta probabilità era stato effettuato anche un
sopralluogo al fine di individuare la presenza delle telecamere.
Ingenti
i danni che, da una stima approssimativa fatta nell’immediatezza dell’episodio,
erano stati calcolati nell’ordine di circa un milione di euro.
Un
lavoro ben fatto che ha reso impossibile individuare gli autori, come del resto
capita spesso per questo genere di attentati. Pochi gli elementi in possesso
degli investigatori. Da qualche settimana il locale era passato di gestione,
tornando di nuovo ai proprietari, appunto la Geka s.a.s. della famiglia Bouzan.
Per lo storico locale di San Felice Circeo, il cui taglio del nastro risale al
1963, era iniziato per così dire, una nuova stagione. Il locale, in parte
rimodernato da poco, era stato infatti inaugurato solo sabato prima. Il nuovo
corso è durato poco. Inizialmente si era ipotizzato che le fiamme potessero
essere indirizzate ai precedenti gestori, che da subito hanno detto di non aver
mai ricevuto minacce, e lo spunto investigativo difatti non ha trovato
fondamento nel prosieguo delle indagini condotto dai Carabinieri del NORM di
Terracina.
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