Consumo del suolo, via libera delle Regioni al ddl Catania
Proposta una moratoria di tre anni che impedisca il consumo di superficie agricola
31/10/2012 - La Conferenza Unificata ha dato parere positivo, ma condizionato all’accoglimento di alcune osservazioni, al disegno di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo, presentato dal Ministro delle Politiche agricole Mario Catania.Letto 1969 volt
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Il ddl - ricordiamo - mira a valorizzare le aree agricole, tutelare il paesaggio e l’ambiente, limitare il consumo di suolo e promuovere uno sviluppo equilibrato delle aree urbanizzate e delle aree rurali (leggi tutto).
Le Regioni hanno espresso un giudizio favorevole presentando però degli emendamenti “per migliorare il testo che, nella fase iniziale, era inattuabile e incostituzionale” ha detto Dario Stefàno, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia e coordinatore della Commissione Agricoltura della Conferenza dei governatori.
Una delle proposte di modifica avanzate dalle Regioni è unamoratoria - per tre anni dall’entrata in vigore della legge - che impedisca il consumo di superficie agricola, fatte salve le opere pubbliche e di pubblica utilità e le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti, e gli interventi strumentali all’esercizio delle attività degli imprenditori agricoli.
Le Regioni hanno chiesto di sostituire la norma che avrebbe fissato l’estensione massima di terreni agricoli edificabili a livello nazionale con un 'obiettivo nazionale in termini quantitativi di riduzione del consumo di suolo agricolo'. Inoltre, il testo ministeriale vietava il cambio di destinazione d'uso per i terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o comunitari; le Regioni chiedono di aggiungere a questo divieto anche quello di realizzare interventi di trasformazione urbanistico-edilizia non funzionali all'attività agricola. Tali vincoli dovranno essere esplicitati negli atti di trasferimento della proprietà e del possesso dei terreni.
Per il Ministro Catania, le proposte emendative delle Regioni sono “in larga parte condivisibili”. “Un primo passaggio istituzionale è stato completato - ha proseguito Catania. Questa non può che essere considerata una buona notizia da tutti coloro che credono che la cementificazione dei terreni agricoli del Paese sia un’emergenza nazionale. Ora il nostro obiettivo è quello di proseguire nell’iter previsto, che richiede un ulteriore passaggio a Palazzo Chigi prima del coinvolgimento del Parlamento, per fare in modo che questo provvedimento diventi legge prima della fine dell’attuale legislatura”.
Un parere favorevole ‘con riserva’ è arrivato anche dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci). Il provvedimento dovrebbe essere “inquadrato nell’ambito della problematica della legge sui suoli - ha commentato il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, presente per l’Anci al tavolo - mentre questo ddl riguarda solo il suolo agricolo”. “Servirebbe una valutazione più generale” ha concluso, sottolineando che i sindaci sono comunque d’accordo sulle ‘finalità generali’ del provvedimento.
Le autonomie locali si sono espresse su un testo sostanzialmente modificato rispetto alla versione originaria: innanzitutto il suolo è stato definito ‘bene comune e risorsa non rinnovabile’ e, come tale, dichiarato meritevole di tutela nel suo stato di fatto.
Sulla definizione di ‘aree agricole’ che rimandava alla classificazione operata dagli strumenti urbanistici vigenti, aveva espresso alcune perplessità l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) alla vigilia della riunione della Conferenza Unificata. Secondo l’Inu, questa impostazione rischiava di legittimare le operazioni speculative che spesso si nascondono dietro le modifiche dei piani comunali.
Soddisfazione per le modifiche apportate al testo è stata espressa da Legambiente: “I tavoli tecnici della Conferenza Unificata tra Stato e Regioni hanno prodotto un testo sensibilmente migliorato, che ci permette di esprimere un primo giudizio molto positivo sul ddl - ha dichiarato Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente -; ci sono ancora margini di miglioramento, che non mancheremo di segnalare nel corso dell’istruttoria parlamentare”.
“Ci auguriamo - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - che la responsabilità finora dimostrata dagli esecutivi di Stato e Regioni non venga frustrata da ostacoli e lungaggini nell’iter parlamentare. L’approvazione della legge a tutela dei suoli introduce un fondamentale caposaldo giuridico in un ordinamento totalmente sguarnito di strumenti atti a prevenire le speculazioni edilizie sui suoli agricoli, si tratta di una profonda quanto irrinunciabile innovazione legislativa da cui trarranno grande vantaggio l’agricoltura, l’ambiente e l’assetto del territorio del nostro Paese”.
Ancora l’Inu auspica che il Governo riassuma le norme sul consumo di suolo, insieme con quelle sulle città e sul territorio approvate e allo studio, in un provvedimento organico e complessivo di riforma del governo del territorio, regolamentato da una legge del 1942.
Sulla riforma della legislazione in materia di edilizia e urbanistica il Governo sta già lavorando, attraverso il disegno di legge su infrastrutture, trasporti e territorio, che punta ad armonizzare tutte le disposizioni esistenti, riordinare Dia, Scia e permesso di costruire, favorire il risparmio energetico in edilizia e limitare il consumo di suolo. Il disegno di legge è stato approvato proprio ieri dal Consiglio dei Ministri (leggi tutto).
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