Ospedali Lazio, tagliati 2mila posti letto |
di Mauro Evangelisti
ROMA - Ancora tagli ai posti letto del Lazio: meno 2.000. Tra coloro che hanno preparato i criteri, su scala nazionale, c’è Aldo Morrone, direttore generale dell’ospedale San Camillo. Il documento finale della commissione del Ministero della Salute passerà all’esame della conferenza Stato Regioni. «Ma è sbagliato parlare di semplici tagli - ricorda Morrone - è più giusto parlare di rimodulazione, che significa evitare repartidoppioni, ridurre realtà che hanno una percentuale di riempimento sotto il 60 per cento. E portare più sanità sul territorio, fuori dagli ospedali». Ma Domenico Gramazio, Pdl, parla di «vera e propria carneficina».
Nel dettaglio i numeri, effetto della spending review: il Lazio dovrà raggiungere la percentuale di 3,7 posti letto ogni mille abitanti. «Così suddivisi - dice Morrone - 3 per gli acuti e 0,7 per la lungodegenza e la riabilitazione di cui c’è grande esigenza». Il problema quando si parla di posti letto in rapporto al numero di abitanti è capire a quali dati Istat si fa riferimento. Se si prendono i dati del primo gennaio 2012, il Lazio ha 5.775.038 residenti. Bisogna ridurre i posti letto fino a quota 17.090 per gli acuti e 3.988 per la riabilitazione e la lungodegenza: totale 21.078. Partendo da dove? Attualmente il Lazio è attorno ai 4 posti letto ogni mille abitanti, dopo avere già tagliato molto a causa del piano di rientro. Per capire: nel 2009 eravamo a circa 26.500 posti letto, nel 2012 il Lazio era già sceso (secondo i dati del Ministero della Salute) a 23.041. Il Lazio, quando questa ulteriore sforbiciata sarà conclusa, avrà perso in sei anni oltre 6 mila posti letto, oltre il 20 per cento del totale. «Ci sarà anche una riorganizzazione dell’offerta sanitaria» spiega Morrone. Il piano prevede una maggiore integrazione tra le diverse specialistiche e classificherà gli ospedali in vari livelli: il secondo livello con un bacino d’utenza tra i 600 mila e il 1.200.000 abitanti, il primo sopra i 150 mila, il base sotto i 150 mila. Ma questa operazione di razionalizzazione della rete ospedaliera va in parallelo con la cura del commissario per la sanità Enrico Bondi, che sta incontrando uno per uno i direttori generali e ha già visitato l’Umberto I e il San Camillo. Negli ospedali gli effetti della spending review si stanno facendo sentire: sui fornitori di beni e servizi da settembre è scattato un taglio del 5 per cento. In certi casi è sopportabile, in altri sta causando problemi seri. |
Nessun commento:
Posta un commento