DEPURATORE
SOTTO STRESS A MAENZA
di
Mina Picone
Depuratore
sotto stress a Maenza. Sotto accusa la pressione delle acque reflue dei frantoi.
Aria inquinata all’intorno e riversamenti nella fognatura comunale che poi
scarica a valle nell’impianto sono alcuni degli elementi segnalati che invitano
l’amministrazione comunale a monitorare la situazione. L’impianto si trova lungo
la strada Carpinetana ed è gestito dalla società Acqualatina che, in merito, non
sembra avere alcuna responsabilità. Quest’anno è raccolta abbondante di olive a
Maenza, come negli altri centri collinari lepini del resto. Pare che
nell’impianto di depurazione entrino acque forti o di vegetazione che provocano
alta tossicità. Il danneggiamento dunque non riguarderebbe una componente
elettromeccanica facilmente riparabile in tempi certi, ma una biomassa viva che
ad ogni scarico importante di acque di frantoio viene letteralmente annientata
e, conseguentemente, dovrebbe essere riattivata. Molti residenti si sono rivolti
alla società Acqualatina che avrebbe declinato ogni responsabilità. Sta di fatto
che il depuratore è malfunzionante; emana odori sgradevoli e mette a rischio
batteriologico i residenti limitrofi. I rischi, naturalmente, sono anche a
carico di fauna e flora perché, successivamente, le acque non depurate
dall’impianto vanno riversate nel canale sottostante che scorre per molti
chilometri nella pianura. Una segnalazione sullo stato del depuratore è stata
inviata anche al corpo forestale il quale avrebbe già fatto i dovuti riscontri.
Secondo i residenti non esisterebbero dubbi sul fatto che gli scarichi nel
depuratori sarebbero illeciti. Anche negli anni passati non sarebbero mancate
denunce. Ogni volta che arriva la stagione della raccolta - dicono gli abitanti
della zona - si è alle solite prese con il sovraccarico di acque reflue nel
depuratore. Possibile che nessuno intervenga?
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