IN
BICICLETTA TRA I PODERI. L’OPPORTUNITÀ DEL CICLOTURISMO A LATINA
Per
il quarto appuntamento della rubrica ideata dall’architetto Ugo De Angelis,
affrontiamo il tema della tutela e del recupero dell’architettura rurale di
fondazione attraverso un’opportunità concreta di sviluppo turistico sostenibile.
E lo facciamo ospitando l’intervento di Dario Bellini dell’associazione Latina
in Bicicletta.
Troppo
spesso, e purtroppo mai come oggi a ragione, la parola «politica» viene
correlata nell’immaginario collettivo a qualcosa di negativo, collegata ad
azioni atte a favorire i furbi ed i potenti e non il merito, non l’inclusione.
Ancora troppo spesso nel nostro Paese e nella nostra città in particolar modo,
la bicicletta viene vista come mezzo di mobilità per i meno abbienti e per i
nostalgici di una locomozione da «figli dei fiori». Mai come oggi diviene invece
anche provocatoriamente importante accostare queste due parole. Il movimento
Latina in Bicicletta ne ha fatto il titolo del suo manifesto: «La politica della
bicicletta» volendo esaltare il senso delle due parole proprio perché accostate,
in un Paese che ha estremo bisogno di ripartire da progetti e proposte di
sacrosante piccole rivoluzioni culturali provenienti dal basso come quelle che
da un anno il movimento cerca di portare avanti nella nostra città.
L’appello
che continuamente muoviamo agli oltre 1.500 aderenti del gruppo è quello di
credere fino in fondo che il nostro territorio possa finalmente abbracciare con
coraggio un progetto di sviluppo sostenibile riappropriandosi di quelle
vocazioni originarie legate all’agricoltura di qualità e ricominciando ad amare
il territorio stesso, tanto da convincersi una volta e per tutte che abbia tutte
le qualità per poter essere considerato una meta turistica degna a livello
nazionale ed internazionale anche per il cicloturismo per esempio.
Ogni
crisi di sistema, come quella che stiamo vivendo, possiede al suo interno
un’accezione positiva, quella dell’opportunità ed è in questa logica che la
nostra comunità si deve muovere per ricominciare a vedere il suo futuro meno
fosco. È un dato che le poche risorse, pubbliche e private presenti o arrivate
sul territorio, si stiano muovendo nella direzione della riqualificazione, del
turismo e della recettività e a maggior ragione questo processo va guidato
perché non possiamo più permetterci di consumare indiscriminatamente altro
territorio, dobbiamo essere parsimoniosi come il padre di famiglia lo è in tempo
di crisi, dobbiamo ricominciare riappropriandoci delle nostre radici
riconoscendo anche quelle non solo di «fondazione».
Con
questa logica proponiamo, grazie anche agli approfonditi studi fatti
dall’architetto Ugo De Angelis, l’idea di un progetto molto semplice di circuito
ciclabile che si sviluppi all’interno della valle dell’Astura, rinomata per
assurdo più in campo internazionale che nazionale grazie alle numerose
testimonianze archeologiche di insediamenti umani individuati nella zona a nord
ovest del capoluogo, tra cui l’antica Satricum con il suo tempio dedicato alla
Mater Matuta. In questo meraviglioso contesto l’idea di progetto prevede che
alla storia antica venga affiancata la storia recente del territorio con la
ristrutturazione e riqualificazione di tutta una serie di poderi di fondazione
presenti lungo il tragitto ciclabile, ne contiamo almeno sei, oggi completamente
in disuso e fatiscenti che potrebbero invece, anche attraverso l’impegno di
imprenditori privati, trasformarsi in agriturismo, location recettive, di
ristoro, museali.
Il
cicloturismo è una realtà in larghissima espansione a livello internazionale e
oggi anche a livello nazionale e questo percorso potrebbe essere facilmente
inserito in qualsiasi circuito turistico di agenzie viaggi nel mondo. Lo
sviluppo sostenibile di un territorio come il nostro deve ripartire da progetti
come questi, basta solo credere che sia possibile e cominciare a lavorare per
farlo.
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