Sequestro Spinelli, spunta un riscatto di 8 milioni. La coppia portata ad Arcore, i pm avvertiti dopo 24 ore
"Il pm ipotizza che" lo spostamento di denaro da una cassetta di sicurezza di uno degli arrestati in una banca svizzera "possa trattarsi di una parte del riscatto che potrebbe essere stato pagato in un momento successivo al rilascio degli ostaggi ma non monitorato". Lo scrive il gip nell'oridinanza di custodia cautelare. Il magistrato aggiunge però che questa è "una ricostruzione possibile, come è anche possibile che il denaro sia riconducibile ad altri affari illeciti del nostro, che non è nuovo alla commissione di reati come quello per cui si procede". La "cifra in gioco" nel sequestro lampo del ragioniere di Berlusconi, Giuseppe Spinelli, e di sua moglie - avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 ottobre - è di "otto milioni", si legge ancora nel documento giudiziario, in cui si fa riferimento ad una conversazione intercettata tra due degli arrestati: Francesco Leone, il presunto capo della banda, e Alessio Maier.
Ghedini: "Uno non rischia vent'anni per una messinscena" - Un "finto" sequestro? Niccolò Ghedini, l'avvocato di Berlusconi, smentisce: "Ma se hanno arrestato sei persone... E poi che interesse poteva avere il povero Spinelli a fingere un sequestro?". In un'intervista a Repubblica, Ghedini afferma che si tratta di "una vicenda semplice, senza dietrologie. Un sequestro vero. Uno non rischia vent'anni per una messinscena. Se vuoi fare il trappolone costruisci un finto dossier, glielo mandi, lo fai cadere nella rete, invece qui le carte non sono mai venute fuori".
La movimentazione nel conto svizzero - In particolare, in una conversazione intercettata del 14 novembre "i due discutono sulle modalità - si legge nell'ordinanza - da adottare nella mattinata successiva per prelevare dagli istituti bancari di Buguggiate e di Varese il contenuto delle cassette di sicurezza e metterlo al sicuro presso una banca di Lugano dove hanno in animo di accendere un nuovo conto corrente con annesse cassette di sicurezza con la 'compiacenza' del direttore Casati e l'intermediazione di tale Luca residente in Svizzera amico di Maier". Inoltre, "al fine di eludere eventuali controlli delle forze di polizia Maier ha pensato di coinvolgere nella vicenda l'amico Papagni Domenico, e di affidargli l'incarico di attirare l'attenzione portando però solo buste vuote oltre confine e fungere quindi da esca". Nella conversazione intercettata "é efficacemente riassunto - scrive il gip - il piano da attuare" e nello stralcio riportato nell'ordinanza "pare emergere l'entità della cifra in gioco: otto milioni".
Spinelli denuncia solo il giorno dopo - A capo della banda c'è Francesco Leone, una carriera criminale iniziata nel 1982, un passato da 'pentito', l'uomo dalle scarpe rossonere: il suo Dna è stato trovato dagli investigatori su un tappo di bottiglia nel salotto di Spinelli. Potrebbe essere proprio Leone, nell'interrogatorio di garanzia fissato per mercoledì, a spiegare quelli che sono i punti ancora oscuri della vicenda. Primo tra tutti il fatto che il sequestro risale alla notte tra il 15 e il 16 ottobre, ma la segnalazione alla magistratura arriva nel pomeriggio del 17: prima Spinelli va ad Arcore da solo, poi viene prelevato dalla scorta di Berlusconi per raggiungere una 'località segreta'. Primo tra tutti il fatto che il sequestro risale alla notte tra il 15 e il 16 ottobre, ma la segnalazione alla magistratura arriva nel pomeriggio del 17: prima Spinelli va ad Arcore da solo, poi viene prelevato dalla scorta di Berlusconi per raggiungere una 'località segreta'.
Arrestati tre italiani e tre albanesi - Secondo la ricostruzione degli investigatori, Spinelli è stato aggredito appena la moglie gli ha aperto la porta di casa, nella sua residenza a Bresso (Monza Brianza). Stava rientrando a casa intorno alle 22 ed è stato aggredito sull'uscio da 3 persone che lo hanno spinto dentro la sua abitazione. Gli arrestati sono Francesco Leone, un pregiudicato pugliese di 51 anni, specializzato in questo genere di reati, arrestato a Paliano (Frosinone), Pierluigi Tranquilli, di 34 anni, residente a Olevano Romano (Roma), pregiudicato, e Alessio Maier, di 46 anni, residente a Malnate (Varese), anch'egli con precedenti. Oltre a questi 3, ritenuti gli organizzatori e gli ideatori ci sono 3 albanesi pregiudicati di 33, 28 e 39 anni. Dalle indagini è emerso che i 3 delinquenti fisicamente presenti in casa del ragioniere erano Francesco Leoni, regista della banda, e due dei tre albanesi. Ma è molto probabile che l'altro albanese e gli altri 2 italiani fossero nei pressi per dare supporto logistico.
Il sequestro-lampo - Spinelli e la moglie sono stati trattati prima con una certa crudezza, forse per intimorirli, ma poi gentilmente sino al momento del rilascio. Il sequestro si è protratto dalle 22 del 15 ottobre fino alle 9 del 16 semplicemente perché Spinelli avrebbe detto ai suoi sequestratori di non poter raggiungere telefonicamente Berlusconi prima di quell'ora. E infatti quando ciò è avvenuto i tre se ne sono andati. Erano due mesi che i sequestratori seguivano il ragionier Spinelli. Lo ha raccontato la moglie del collaboratore di Berlusconi, Anna Rasconi, agli investigatori che l'hanno sentita dopo il sequestro. "Il terzo aggressore, arrivato successivamente - ha messo a verbale la donna - mi ha detto che erano due mesi che ci stavano seguendo, che addirittura volevano rapire me e che in quel momento vi erano altre tre persone davanti al palazzo".
I documenti sul Lodo Mondadori - I malviventi hanno chiesto 30-35 milioni di euro in cambio di alcuni documenti sul Lodo Mondadori che, pare, riguardassero Berlusconi e De Benedetti. "Dicendosi in possesso di documentazione in grado di ribaltare la sentenza civile d'appello del cosiddetto 'lodo Mondadori' - scrive la Questura di Milano nell'ordinanza di custodia cautelare - chiedevano in cambio di questi documenti, che l'ex premier consegnasse loro 35 milioni di euro". Spinelli era già noto alle cronache come colui che gestiva la cassa del Cavaliere e che elargiva materialmente i soldi alle ragazze delle feste di Arcore, le cosiddette "Olgettine". Famosa la sua risposta ai pm che il 14 gennaio scorso si presentarono presso il suo ufficio per perquisirlo. La risposta che ottennero fu che "lo studio aveva la tutela della segreteria politica di Berlusconi".
"Questo farà a piacere a Berlusconi" - "Questo documento servirà al presidente Berlusconi e gli farà molto piacere, perché è stato danneggiato", ha proseguito la moglie di Spinelli quando, la mattina successiva all'aggressione, gli mostrò un foglio di carta dicendo che era un qualcosa che "interessava al presidente Berlusconi". Lo ha raccontato la stessa donna agli investigatori che l'hanno sentita per ricostruire come sono andati i fatti. Quando mio marito e la terza persona sono tornati indietro dopo essere stati in camera da letto per circa un quarto d'ora - racconta la donna - la terza persona mi ha messo davanti un foglio che non era scritto a mano, dove compariva una scrittura un po' disordinata, non sono riuscita a capire, anche perché ero sotto choc, quello che vi era scritto, ricordo solo che la terza persona mi disse che questo foglio sarebbe stato lasciato a mio marito, anche se poi se l'é portato via". Cosa c'era su quel foglio? "Mi disse di leggerlo - afferma la moglie di Spinelli - ma io non avevo certamente la testa, e mi disse che era una cosa che interessava al presidente Berlusconi perché era stato danneggiato e che gli avrebbe fatto molto piacere".
Telefonata a Berlusconi davanti ai rapitori - Secondo quanto ricostruito dalla polizia al culmine del sequestro lampo, alle 9 del mattino del 16 ottobre, Spinelli fu costretto a telefonare a Berlusconi davanti ai suoi sequestratori. Una telefonata di pochi minuti in cui Spinelli rese edotto Berlusconi della presenza dei documenti portati dai sequestratori, millantati per essere prove rilevanti nel caso Lodo Mondadori, e fece presente la richiesta di 35 milioni di euro. La telefonata all'ex premier da parte del suo contabile ha fatto quindi scattare la reazione. Berlusconi ha sguinzagliato le sue guardie del corpo e poi avvisato la procura di Milano. Le indagini affidate a Ilda Bocassini hanno trovato subito una pista che porta fino ad ambienti baresi della malavita organizzata.
Capo banda tradito dalle scarpette del Milan - Durante la ricostruzione delle fasi del sequestro di Spinelli e della moglie, la polizia ha precisato che il capo della banda si è tradito anche per via di un paio di scarpette rosse con le stringhe nere, da appassionato milanista quale egli è. Per le indagini è stata determinante, comunque, anche una sua traccia biologica lasciata in casa del ragioniere. A portare gli investigatori sulle tracce del leader del gruppo, il primo ad essere stato individuato, è stata però la ripresa di una telecamera di sorveglianza in cui appare, appunto, calzare delle scarpette rossonere. Calzature con cui poi verrà nuovamente fotografato, nel corso delle indagini, allo stadio Meazza di Milano, durante una partita della sua squadra del cuore. Dai tabulati telefonici e dai primi accertamenti gli investigatori sono poi risaliti a Maier, che con Leoni aveva avuto un'assidua frequentazione anche nei giorni precedenti al sequestro, e da loro agli altri componenti del gruppo.
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