Spaccio di droga, estorsioni e usura: 35 arresti tra Fondi e Terracina
Sgominato dai carabinieri una sorta di clan a conduzione familiare ma con affari d'oro: sequestrati terreni, abitazioni e attività commerciali. Gestivano il traffico di eroina e cocaina
Gran parte dell'eroina e della cocaina che finiva sulle piazze di Fondi e Terracina passava per le loro mani. Con un nucleo fidato di pochi corrieri che da Roma trasportavano lo stupefacente arrivato dalla Spagna e sfruttando una rete di pusher sparsi per il territorio piazzavano chili di droga nel sud pontino. E all'alba di oggi le indagini dei carabinieri, che dal 2009 ad oggi avevano sequestrato vasti quantitativi di droga, hanno condotto all'arresto di 35 persone e al sequestro di beni, conti correnti, attività commerciali e società per un valore di circa 8 milioni di euro.
Pesantissime le accuse accettate dal gip e formulate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma, che ha continuato il lavoro iniziato tre anni fa dai colleghi di Latina, i pm Raffaella De Pasquale e Cristina Pigozzo: a 24 dei 35 arrestati viene contestata addirittura l'associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, oltre ai reati di detenzione e spaccio di stupefacenti, detenzione di armi comuni da sparo e da guerra e intestazione fittizia di beni. Quattro degli indagati - i veri e propri corrieri della droga - erano già in carcere, sedici sono finiti oggi ai domiciliari, mentre per una persona è stato predisposto solo l'obbligo di firma.
"Riteniamo di aver dato un duro colpo al traffico di stupefacente" afferma il maggiore Pierluigi Rinaldi, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Latina. "La droga arrivava via nave dalla Spagna, più precisamente da Barcellona, sfruttando i mancati controlli dovuti al trattato di Schenghen - aggiunge il capitano Luigi Spadari - e finiva in parte sulla piazza di Roma e in parte tra Fondi e Terracina".
A capo del gruppo criminale c'era Carlo Z., 51 anni, residente a Fondi ma di fatto domiciliato a Roma, nel lussuoso quartiere dei Parioli. Una parte degli affari con la polvere bianca venivano infatti portati avanti proprio nella Capitale. Nel sodalizio criminale era praticamente coinvolta tutta la sua famiglia, dalla moglie ai figli, che gestivano proprietà e conti correnti. "Un aspetto interessante - sottolinea il colonnello Giovanni De Chiara, comandante provinciale dei carabinieri - è il fatto che il gruppo criminale assisteva economicamente le famiglie delle persone che finivano in carcere, così come succede nelle organizzazioni mafiose".
Nel corso delle indagini gli uomini dell'Arma hanno provveduto a sequestrare 14 kg di cocaina, 50 di hashish, 100 grammi di eroina, un mitra e due pistole con matricola abrasa. Confiscato anche un ingente patrimonio di beni: 16 abitazioni, un albergo bed & breakfast a Fondi, 3 terreni, 8 società di rivendita auto e autoscuola, 12 conti correnti e vari libretti risparmio, 3 polizze vita, varie auto e moto.
Per Carlo Z. è scattata inoltre l'accusa di estorsione e usura, formulata dal pm Raffaella Falcione e convalidata dal gip Costantino De Robbio. Gli accertamenti condotti dagli uomini del nucleo operativo di Formia, diretti dal comandante Pasquale Saccone, hanno fatto emergere almeno due casi in cui il denaro accumulato dal sodalizio criminale è stato "reinvestito" nel prestito a strozzo.
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