L’AUTHORITY
APPROVA LA NUOVA TARIFFA DELL’ACQUA IN VIOLAZIONE DEL REFERENDUM
Dal
decreto di Ferragosto alla tariffa di Capodanno. Ovvero come uccidere la
Democrazia durante le vacanze
Ieri
l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas ha approvato il nuovo Metodo
Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato sancendo, nei
fatti, la negazione dei referendum del giugno 2011, con cui 27 milioni di
cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell'acqua che fosse
pubblica e fuori dalle logiche di mercato.
Già
il governo Berlusconi, solo due mesi dopo i referendum, aveva varato un decreto
che, reintroducendo sostanzialmente la stessa norma abrogata, avrebbe portato
alla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Tale decreto è stato poi
dichiarato incostituzionale.
In
egual modo l'Autorità vara una tariffa che nega, nello specifico, il secondo
referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare
profitti sull'acqua, cambiando semplicemente la denominazione in "oneri
finanziari", ma non la sostanza: profitti garantiti in bolletta.
Ma
fa anche di peggio.
Infatti,
il nuovo metodo tariffario metterà a rischio gli investimenti per la gestione
del servizio idrico integrato più di quanto già non accada attualmente. Ciò
avverrà perché in un sistema che si basa sul ricorso al mercato creditizio, se
si allunga il periodo di ammortamento dei cespiti si ha una conseguente
riduzione delle aliquote annue con un impatto negativo sui flussi di cassa,
creando, così, un rischio elevato nel reperimento delle risorse finanziarie.
Ciò
è particolarmente grave visto che il servizio idrico integrato abbisogna di
ingenti investimenti nei prossimi anni (alcune stime parlano di circa 2 miliardi
di euro l'anno per i prossimi 20-30 anni).
L'Autorità,
in un contesto dove il governo tecnico di Monti ha rafforzato un'impostazione
neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni, che conferma e ripropone
nella sua agenda per il prossimo governo, si nasconde dietro una deliberazione
amministrativa per affermare una ricetta politica che vuole speculare sui
servizi pubblici essenziali, a partire dall'acqua.
Dietro
le manovre tecniche si afferma, inoltre, una sospensione democratica gravissima
a danno di tutti noi.
Per
questo vogliamo che il nuovo metodo tariffario venga ritirato e chiediamo le
dimissioni dei membri dell'Autorità. E, chiaramente, non ci fermeremo ad
elemosinare concessioni ma ci batteremo finché questo non avverrà e venga
ristabilità la volontà popolare.
Perchè
si scrive acqua, si legge democrazia, e vogliamo ripubblicizzare entrambe.
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