BERLUSCONI,
IL RE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
di
Franco Fracassi
Silvio
Berlusconi è nemico del sistema bancario, uno dei cosiddetti poteri forti?
Facciamo i conti in tasca al Cavaliere. Possiede una banca e detiene il terzo
capitale azionario della banca d'affari più importante d'Italia. In altre
parole, non solo i suoi affari sono intrecciati con quelli dei banchieri, ma
attraverso le sue banche controlla gran parte del sistema capitalista del
Paese.
Andiamo
per ordine. Il gruppo Fininvest controlla il 35,97% della Banca Mediolanum.
L'altro grande socio dell'istituto di credito è Ennio Doris, quello che racconta
della «banca tutta intorno a te» mentre disegna sulla sabbia un cerchio con un
bastone.
Banca
Mediolanum è nata nel 1997 come banca online, quindi senza sportelli. Grande il
vantaggio economico di non avere tutte le spese di gestione derivanti da
sportelli aperti al pubblico e dall'indispensabile personale. Grande, forse
ancor di più, lo svantaggio di essere strutture accessibili soltanto da una
piccola parte dei risparmiatori italiani, quelli che all'epoca facevano trading
online.
Berlusconi,
quindi, si rese conto che gli sportelli sarebbero stati molto utili. Era il
2001, e lui era appena ridiventato presidente del Consiglio. Perché allora non
utilizzare una struttura pubblica per far arricchire il suo portafogli? Le Poste
Italiane avevano 14.000 sportelli, in tutti i Comuni del Paese, con tutti i
dipendenti già stipendiati dalla collettività.
L'allora
ministro delle Comunicazioni era Maurizio Gasparri. Il Ministero non solo era
proprietario delle Poste, ma era anche il controllore delle operazioni che la
società pubblica faceva sul mercato. Cosa fece Gasparri? Decise di offrire a
Mediolanum i suoi 14.000 sportelli e approvò l'operazione, in barba a qualsiasi
legge sul conflitto d'interessi e sull'antitrust.
Durante
e dopo questa operazione nessun parlamentare dell'allora opposizione
(Democratici di Sinistra, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e
Italia dei Valori) disse una sola parola per cercare di impedire l'accordo.
Unico tra tutti fu il deputati dei DS Giorgio Panattoni, che denunciò
l'operazione all'antitrust, senza successo, però.
Oggi
Banca Mediolanum, sempre online, gestisce un patrimonio di 46 miliardi di euro e
può contare su 18.000 sportelli. Perché alle Poste Italiane si è aggiunta anche
San Paolo-Intesa dell'ex amministratore delegato (oggi ministro) Corrado
Passera. Tanto per dare un termine di paragone, la banca italiana con più
sportelli è Unicredit (che è anche il principale gruppo bancario del Paese) con
4.323.
Abbiamo
detto di Banca Mediolanum. Poi nell'impero Berlusconi c'è anche Mediobanca.
Istituto di credito fondato nel 1946 per aiutare la grande industria italiana.
Da allora non c'è operazione finanziaria di un certo livello, non c'è fusione
tra grandi società, non famiglia industriale italiana che non dipenda in qualche
modo dalle decisioni prese da Mediobanca. Insomma, in Italia chi controlla
Mediobanca controlla il sistema industriale, bancario e assicurativo del
Paese.
Principale
azionista di Mediobanca è la francese Financière du Perguet S.A. (11,42%), poi
c'è Unicredit (19,52%), terzo maggior azionista è la famiglia Berlusconi
(9,87%), grazie ai soldi della Fininvest (2,25%) e a quelli di Mediolanum
(7,62%). E non è tutto. Membro del consiglio di amministrazione della banca è
Pier Silvio Berlusconi, primogenito di Silvio.
Il
governo Monti è certamente espressione del sistema bancario italiano e
internazionale. Ma quello Berlusconi aveva il suo comandante assoluto che era
parte importante di quello stesso sistema.
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