CON
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA LA GESTIONE DEI RIFIUTI COSTA MENO, È QUANTO MOSTRA IL
RAPPORTO “ITALIA DEL RICICLO 2012″ PRESENTATO OGGI A ROMA
La
Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e la FISE-UNIRE (Unione Nazionale Imprese
Recupero) hanno presentato stamani a Roma il Rapporto Italia del Riciclo
2012.
In
Italia solo il 33% dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media
europea del 42%; dopo di noi solo il Portogallo (19%) e la Grecia (18%).
Quasi
la metà dei rifiuti prodotti (il 49%) finisce in discarica, ben 15 milioni di
tonnellate ogni anno, mentre in Europa viene mediamente conferito in discarica
il 30% dei rifiuti. Nel Mezzogiorno, se possibile, la situazione è ancora più
negativa con quasi tutte le Regioni che superano ampiamente il 60%, fino alla
percentuale record del 93% registrata in Sicilia. Sono queste le principali
elaborazioni su dati di fonte europea (gli ultimi dati disponibili sono relativi
al 2010, ma da allora il trend è rimasto costante) riportate nello studio
annuale “L’Italia del Riciclo”, il Rapporto promosso dalla Fondazione per lo
Sviluppo Sostenibile e da FISE Unire (l’Associazione di Confindustria che
rappresenta le aziende del recupero rifiuti. Uno dei motivi principali di questa
situazione è la bassa tassazione sullo smaltimento in discarica (15 euro a
tonnellate in Italia contro le 40 in Germania). Occorre dare effettiva priorità
al riciclo, così come obbliga a fare la direttiva europea 98/2008 CE, ricorrendo
anche agli incentivi economici o fiscali in quelle filiere, per esempio quella
delle plastiche miste, dove il riciclo si trovi in condizioni di svantaggio
rispetto al recupero energetico”, afferma Edo Ronchi.
Lo
studio quest’anno presenta proprio in apertura un benchmark internazionale sul
tema della gestione dei rifiuti che evidenzia come ancora molta strada resti da
fare per raggiungere le medie europee di recupero e conferimento in discarica
dei rifiuti. È ancora ampio il divario che ci separa dai Paesi che presentano
migliori performance nel recupero di materia dai rifiuti urbani, come Austria
(70%), Germania e Belgio (62%), Paesi Bassi (61%), Svezia (50%) e Danimarca
(42%). Questi sei Paesi europei, oltre a un elevato tasso di riciclo e a una
quota significativa di recupero energetico mostrano anche un altro dato in
comune: smaltiscono in discarica tra lo 0 e il 3% dei rifiuti. In Italia,
invece, sono ben 9 le Regioni che si affidano alla discarica per smaltire oltre
il 60% dei propri rifiuti (Liguria, Umbria, Marche, Lazio, Molise, Puglia,
Basilicata, Calabria e Sicilia) e diventano 10, con la Campania, se si
aggiungono a questi rifiuti quelli inviati fuori Regione o all’estero. Il Lazio,
con oltre 2,5 milioni di tonnellate, è la Regione che smaltisce in discarica la
maggiore quantità di rifiuti urbani, pari al 74% di quelli prodotti. La sola
provincia di Roma porta in discarica quasi 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti
ogni anno, di cui oltre 1,3 milioni solo nel comune di Roma.
Le
cattive notizie per il nostro Paese non si fermano qui: secondo il Rapporto
recuperiamo sotto forma di materia solo il 20% dei rifiuti (escluso il
compostaggio), contro una media europea del 26%; anche il compostaggio e il
recupero energetico si mantengono sotto la media del “vecchio continente”,
rispettivamente al 13% (in Europa al 16%) e al 18% (29% in Europa).
In
questo scenario critico, nel 2011 l’industria italiana del riciclo degli
imballaggi si è mantenuta su buoni livelli sia per quantitativi, pari a 7,5
milioni di tonnellate (+2% sul 2010, quando erano 7.346), sia per tasso di
riciclo, stabile al 64%: crescono carta (+3%), plastica (+4%) e vetro (+7%), in
calo acciaio (-1%), alluminio (-13%) e legno (-5%).
Un
intero capitolo del rapporto è dedicato all’Italia e all’Unione Europea con una
valutazione comparata della gestione dei rifiuti.
Molto
interessante il capitolo dell’analisi dei costi di gestione dei rifiuti urbani
in Italia dove si sfata l’ultima leggenda, quella riguardante i costi alti della
raccolta differenziata.
Dall’analisi
dei dati relativi a circa 5.000 comuni (più di un semplice campione) salta agli
occhi che i costi totali di gestione sono più bassi nelle Regioni dove più alto
è il tasso della raccolta differenziata.
I
costi totali comprendono i costi di gestione dell’indifferenziato, i costi di
gestione del differenziato (decurtati dei contributi CONAI), i costi di
spazzamento e lavaggio, i costi amministrativi della riscossione e i costi d’uso
del capitale.
Le
performances negative delle Regioni con gli alti costi potrebbero derivare anche
da inefficienze del sistema di gestione dei rifiuti.
Nessun commento:
Posta un commento