Inps taglia pensioni d'oro e vitalizi, sì a reddito minimo per over 55
La proposta di legge è stata presentata al governo. Si
punta a combattere la povertà sostenendo gli over 55 che non hanno
maturato i requisiti per la pensione. Ma Renzi e il ministero frenano:
"Le pensioni non si toccano. Bisogna dare fiducia in questo momento"
Roma, 5 novembre 2015 - Togliere ai ricchi per dare ai poveri. Ovvero ridurre le pensioni d'oro per sostenere gli over 55 che non hanno maturato i requisiti. Come? E'
questa, in estrema sintesi, la proposta di legge che l'Inps ha
presentato al governo, il quale però ha risposto con freddezza e -
tramite il premier Renzi - ne ha fatto un problema di tempismo: "Non è
il momento". Nel documento, in 16 articoli, si affronta il sistema
previdenziale e assistenziale a 360 gradi, senza escludere - ad esempio -
il ricalcolo dei vitalizi e delle pensioni dei sindacalisti. Il
tutto "Non per cassa ma per equità", come è scritto nel titolo del
documento stesso. Ecco alcuni dei punti principali della proposta.
OVER 55 - L'Inps si preoccupa di abbattere la povertà riducendola almeno del 50% fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. In che modo? Attingendo a risorse dai "circa 250.000 percettori di pensioni elevate" legate all'appartenenza a gestioni speciali e non giustificate dai contributi versati, da "più di 4.000 percettori di vitalizi per cariche elettive" e da "circa 30.000" lavoratori "con lunghe anzianità contributive", e che hanno iniziato a lavorare dopo i 18 anni, che subirebbero decurtazioni dell'assegno "fino al 10%" se decidessero di accedere a pensioni anticipate. Il tutto per consentire di istituire un reddito minimo garantito pari a 500 euro al mese (400 nel 2016 e nel 2017) per una famiglia con almeno un componente over 55.
TAGLI AI RICCHI - La proposta prevede il taglio di trasferimenti assistenziali destinati a circa 230.000 famiglie ad alto reddito (appartenenti perlopiù al 10% della popolazione con redditi più alti) in virtù di una scorretta selettività.
VITALIZI - A partire da gennaio i vitalizi per cariche elettive vanno ricalcolati, per l'Inps, secondo il metodo contributivo oggi applicato a tutti i nuovi lavoratori. In altre parole, ai titolari di vitalizi elevati viene chiesto di convergere al trattamento che avrebbero avuto applicando le regole del sistema contributivo ai versamenti per i loro vitalizi.
SINDACALISTI - Secondo l'istituto non è "più possibile per i dirigenti sindacali applicare alla contribuzione aggiuntiva le regole di calcolo più vantaggiose presenti per la gestione pubblica fino al 1992".
In generale, secondo l'Inps, la proposta aumenta la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, rendendolo più equo. "Le misure Inps - è scritto - vanno a beneficio dei contribuenti attuali e futuri in quanto riducono il debito pensionistico implicito". "Dal punto di vista congiunturale - continua l'Inps - ha un contenuto espansivo ma senza mettere a rischio la tenuta dei nostri conti pubblici dato che complessivamente porta a ridurre il debito pubblico".
RENZI SUGLI SCUDI - Il presidente del Consiglio ha fatto sapere di avere apprezzato le proposte di Boeri, ma di non poterle mettre in atto per una questione di fiducia. "Non mi è sembrato il momento di intervenire sulle pensioni - ha detto Renzi intervenendo da Bruno Vespa -: dobbiamo dare fiducia agli italiani. Se metti le mani sulle pensioni di gente che prende 2000 euro al mese, non è una manovra che dà serenità e fiducia. Ma non si tagliano le pensioni". Renzi ha riconosciuto comunque che "alcuni correttivi proposti dall'Inps di Tito Boeri avevano un valore di equità: si sarebbe chiesto un contributo a chi ha avuto più di quanto versato".
IL MINISTERO FRENA - La proposta dell'Inps, la cui diffusione era comunque stata concordata con il governo, ha suscitato una reazione piuttosto fredda da parte del ministero del Lavoro. "Si tratta di un contributo utile al dibattito - hanno detto fonti del ministero - ma al momento si è deciso di rinviare perché contiene misure che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi". Inoltre, sempre secondo il ministero, per attuare la proposta "servono risorse che al momento non ci sono".
La proposta di legge è stata presentata al governo. Si
punta a combattere la povertà sostenendo gli over 55 che non hanno
maturato i requisiti per la pensione. Ma Renzi e il ministero frenano:
"Le pensioni non si toccano. Bisogna dare fiducia in questo momento"
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OVER 55 - L'Inps si preoccupa di abbattere la povertà riducendola almeno del 50% fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. In che modo? Attingendo a risorse dai "circa 250.000 percettori di pensioni elevate" legate all'appartenenza a gestioni speciali e non giustificate dai contributi versati, da "più di 4.000 percettori di vitalizi per cariche elettive" e da "circa 30.000" lavoratori "con lunghe anzianità contributive", e che hanno iniziato a lavorare dopo i 18 anni, che subirebbero decurtazioni dell'assegno "fino al 10%" se decidessero di accedere a pensioni anticipate. Il tutto per consentire di istituire un reddito minimo garantito pari a 500 euro al mese (400 nel 2016 e nel 2017) per una famiglia con almeno un componente over 55.
TAGLI AI RICCHI - La proposta prevede il taglio di trasferimenti assistenziali destinati a circa 230.000 famiglie ad alto reddito (appartenenti perlopiù al 10% della popolazione con redditi più alti) in virtù di una scorretta selettività.
VITALIZI - A partire da gennaio i vitalizi per cariche elettive vanno ricalcolati, per l'Inps, secondo il metodo contributivo oggi applicato a tutti i nuovi lavoratori. In altre parole, ai titolari di vitalizi elevati viene chiesto di convergere al trattamento che avrebbero avuto applicando le regole del sistema contributivo ai versamenti per i loro vitalizi.
SINDACALISTI - Secondo l'istituto non è "più possibile per i dirigenti sindacali applicare alla contribuzione aggiuntiva le regole di calcolo più vantaggiose presenti per la gestione pubblica fino al 1992".
In generale, secondo l'Inps, la proposta aumenta la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, rendendolo più equo. "Le misure Inps - è scritto - vanno a beneficio dei contribuenti attuali e futuri in quanto riducono il debito pensionistico implicito". "Dal punto di vista congiunturale - continua l'Inps - ha un contenuto espansivo ma senza mettere a rischio la tenuta dei nostri conti pubblici dato che complessivamente porta a ridurre il debito pubblico".
RENZI SUGLI SCUDI - Il presidente del Consiglio ha fatto sapere di avere apprezzato le proposte di Boeri, ma di non poterle mettre in atto per una questione di fiducia. "Non mi è sembrato il momento di intervenire sulle pensioni - ha detto Renzi intervenendo da Bruno Vespa -: dobbiamo dare fiducia agli italiani. Se metti le mani sulle pensioni di gente che prende 2000 euro al mese, non è una manovra che dà serenità e fiducia. Ma non si tagliano le pensioni". Renzi ha riconosciuto comunque che "alcuni correttivi proposti dall'Inps di Tito Boeri avevano un valore di equità: si sarebbe chiesto un contributo a chi ha avuto più di quanto versato".
IL MINISTERO FRENA - La proposta dell'Inps, la cui diffusione era comunque stata concordata con il governo, ha suscitato una reazione piuttosto fredda da parte del ministero del Lavoro. "Si tratta di un contributo utile al dibattito - hanno detto fonti del ministero - ma al momento si è deciso di rinviare perché contiene misure che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi". Inoltre, sempre secondo il ministero, per attuare la proposta "servono risorse che al momento non ci sono".
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