Il Premier francese: «Rischio che Isis ricorra ad armi chimiche»
L'annuncio di Valls in Parlamento della morte del leader dell'Isis. Il premier francese: «Rischio attacchi chimici». Hollande: «Noi colpiti perché liberi». In Siria, caccia russi continuano a bombardare i pozzi petroliferi dello Stato Islamico. Manifestazioni dei musulmani contro il terrorismo.
Ora c’è anche la conferma della procura di Parigi: nel blitz delle forze speciali nel covo jihadista a St. Denis è morto Abdelhamid Abaaoud,
l’uomo che ha organizzato e coordinato gli attentati di venerdì sera a
Parigi. La notizia, anticipata ieri dai media statunitensi e belga, non
aveva trovato riscontri ufficiali. Fino a stamattina, quando a
sciogliere il giallo sulla sorte del mastermind degli attacchi parigini è
arrivata la stringata nota degli investigatori francesi: «Abdelhamid
Abaaoud è stato formalmente identificato, dopo il confronto delle
impronte digitali, come una delle persone uccise durante il raid della
polizia a Saint Denis. Era il corpo che abbiamo scoperto nell’edificio, crivellato di colpi». Poi, è arrivato anche l'annuncio del premier Valls, accolto dagli applausi.
Aveva organizzato altri 4 attentati
Abaaoud, sfuggito alla cattura a gennaio, si pensava fosse in Siria. Era invece riuscito a rientrare in Francia per organizzare la strage. Sua la firma anche in quattro dei sei attentati sventati dall’intelligence dalla primavera scorsa, come ha rivelato il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve. «Hanno tutti lo stesso canovaccio- ha spiegato in conferenza stampa- sono organizzati all'estero, con terroristi addestrati lì che poi vengono rimandati in Francia». Con la morte di Abbaoud ora le ricerche tornano a concentrarsi su Salah Abdeslam, l’ottavo membro del commando. Anche se, secondo indiscrezioni circolate nel pomeriggio, potrebbe essere proprio lui il terzo uomo ucciso a St. Denis. Stando a quanto riporta Repubblica, gli 007 italiani avrebbero ricevuto la notizia ma sterebbero aspettando la conferma dai colleghi francesi.
Nuovi blitz in Belgio
I blitz e le perquisizioni però non si fermano. Le teste di cuoio sono tonate stamattina a Bruxelles, nel quartiere di Molenbeek e in altre zone della città. Obiettivo dell'operazione: la cattura di jihadisti legati a Bilal Hadfi, il kamikaze che si à fatto esplodere fuori dallo Stade de France. Sei azioni coordinate in tutta la città che hanno portato all'arresto di nove presunti terroristi. Nel pomeriggio una vasta operazione c'è stata invece in Francia a Charleville-Mézières, nella regione di Champagne-Ardenne. Le forze dell'ordine sono intervenute al numero 54 di Rue 11 novembre di Charleville- Mezieres, dove sarebbe stato arrestato un estremista.
«Pericolo armi chimiche»
Intanto, da Parigi arriva un nuovo inquietante allarme sulla possibilità di attacchi con armi chimiche. A lanciarlo è il primo ministro francese Manuel Valls, parlando all’Assemblea nazionale: «L'immaginazione macabra dei mandanti del terrorismo islamico non ha limiti e oggi non possiamo escludere niente, ha tuonato, ci può anche essere il rischio di armi chimiche e biologiche». «Siamo in guerra, non una guerra di quelle a cui la storia ci ha abituato - ha continuato Valls -. Questa nuova guerra è pianificata e condotta da un esercito criminale. Quello che è nuovo sono i modi di operare, di colpire, di uccidere, che evolvono senza sosta. L'immaginazione macabra di chi dà gli ordini è senza limite: fucili d'assalto, decapitazioni, bombe umane, armi bianche, si deve pensare a tutto». Un discorso, questo, mirato all’approvazione del progetto di legge sul prolungamento di tre mesi dello stato di emergenza.
Hollande: «Risponderemo all'odio con la fratellanza»
Una misura già annunciata dal presidente Francois Hollande venerdì notte e che oggi ha ricevuto il voto dell’Assemblea. «La Francia non deve perdersi per vincere la guerra, e risponderà all'odio con la fratellanza, al terrore con la forza del diritto, al fanatismo con la speranza. La Francia risponderà restando la Francia», l’incipit del presidente. «Non autorizzeremo nulla che possa fare pensare che ci possa essere un singolo cittadino che venga aggredito per il suo credo».
Caccia russi bombardano i pozzi petroliferi dell'Isis
Coordinata con quello francese anche la strategia militare della Russia che nelle ultime ore ha intensificato le operazioni sui territori controllati dai miliziani IS. I caccia Su-34 dell’esercito di Putin hanno infatti cominciato a bombardare i pozzi petroliferi dello Stato islamico in Siria. L’obiettivo è quello di stroncare la principale fonte di finanziamento del Califfato, per questo l’aviazione militare è ora a caccia delle autocisterne usate per trasportare il petrolio dalla Siria in Iraq. Finora gli aerei di Mosca ne hanno distrutte circa 1.500 ma da ieri, ha annunciato il portavoce militare Andrei Kartapolov, è stato dato l’ordine di lasciar uscire i jet per cercare questo tipo di mezzi.
Isis rivendica tentato omicidio di un prete italiano
Dai canali di propaganda dell'Isis arriva invece la rivendicazione del tentato omicidio del missionario italiano Pietro Parolari, ieri in Bangladesh. "I combattenti del Bangladesh sono riusciti a colpire l'italiano Parolari che lavorava da due anni come missionario nella regione di Dinajpur.", si legge in comunicato. “È stato colpito, scrivono i miliziani, con una pistola armata di silenziatore e ferito gravemente".
Notinmyname, le manifestazioni di solidarietà dei musulmani
Il grido dei musulmani contro la jihad si sente però sempre più forte in tutta Europa. Organizzate per i prossimi giorni decine di manifestazioni per «condannare con forza la recente strage di Parigi, esprimendo il più profondo sentimento di vicinanza al popolo francese, isolando ogni pur minima forma di radicalismo». Anche in Italia, dove con lo slogan #notinmyname è prevista sabato pomeriggio una manifestazione nazionale a Roma. Ma mobilitazioni di musulmani in solidarietà alle vittime di Parigi si stanno organizzando anche a Milano, sempre per sabato e domani a Palermo e Parma.
Abaaoud, sfuggito alla cattura a gennaio, si pensava fosse in Siria. Era invece riuscito a rientrare in Francia per organizzare la strage. Sua la firma anche in quattro dei sei attentati sventati dall’intelligence dalla primavera scorsa, come ha rivelato il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve. «Hanno tutti lo stesso canovaccio- ha spiegato in conferenza stampa- sono organizzati all'estero, con terroristi addestrati lì che poi vengono rimandati in Francia». Con la morte di Abbaoud ora le ricerche tornano a concentrarsi su Salah Abdeslam, l’ottavo membro del commando. Anche se, secondo indiscrezioni circolate nel pomeriggio, potrebbe essere proprio lui il terzo uomo ucciso a St. Denis. Stando a quanto riporta Repubblica, gli 007 italiani avrebbero ricevuto la notizia ma sterebbero aspettando la conferma dai colleghi francesi.
I blitz e le perquisizioni però non si fermano. Le teste di cuoio sono tonate stamattina a Bruxelles, nel quartiere di Molenbeek e in altre zone della città. Obiettivo dell'operazione: la cattura di jihadisti legati a Bilal Hadfi, il kamikaze che si à fatto esplodere fuori dallo Stade de France. Sei azioni coordinate in tutta la città che hanno portato all'arresto di nove presunti terroristi. Nel pomeriggio una vasta operazione c'è stata invece in Francia a Charleville-Mézières, nella regione di Champagne-Ardenne. Le forze dell'ordine sono intervenute al numero 54 di Rue 11 novembre di Charleville- Mezieres, dove sarebbe stato arrestato un estremista.
Intanto, da Parigi arriva un nuovo inquietante allarme sulla possibilità di attacchi con armi chimiche. A lanciarlo è il primo ministro francese Manuel Valls, parlando all’Assemblea nazionale: «L'immaginazione macabra dei mandanti del terrorismo islamico non ha limiti e oggi non possiamo escludere niente, ha tuonato, ci può anche essere il rischio di armi chimiche e biologiche». «Siamo in guerra, non una guerra di quelle a cui la storia ci ha abituato - ha continuato Valls -. Questa nuova guerra è pianificata e condotta da un esercito criminale. Quello che è nuovo sono i modi di operare, di colpire, di uccidere, che evolvono senza sosta. L'immaginazione macabra di chi dà gli ordini è senza limite: fucili d'assalto, decapitazioni, bombe umane, armi bianche, si deve pensare a tutto». Un discorso, questo, mirato all’approvazione del progetto di legge sul prolungamento di tre mesi dello stato di emergenza.
Una misura già annunciata dal presidente Francois Hollande venerdì notte e che oggi ha ricevuto il voto dell’Assemblea. «La Francia non deve perdersi per vincere la guerra, e risponderà all'odio con la fratellanza, al terrore con la forza del diritto, al fanatismo con la speranza. La Francia risponderà restando la Francia», l’incipit del presidente. «Non autorizzeremo nulla che possa fare pensare che ci possa essere un singolo cittadino che venga aggredito per il suo credo».
Coordinata con quello francese anche la strategia militare della Russia che nelle ultime ore ha intensificato le operazioni sui territori controllati dai miliziani IS. I caccia Su-34 dell’esercito di Putin hanno infatti cominciato a bombardare i pozzi petroliferi dello Stato islamico in Siria. L’obiettivo è quello di stroncare la principale fonte di finanziamento del Califfato, per questo l’aviazione militare è ora a caccia delle autocisterne usate per trasportare il petrolio dalla Siria in Iraq. Finora gli aerei di Mosca ne hanno distrutte circa 1.500 ma da ieri, ha annunciato il portavoce militare Andrei Kartapolov, è stato dato l’ordine di lasciar uscire i jet per cercare questo tipo di mezzi.
Dai canali di propaganda dell'Isis arriva invece la rivendicazione del tentato omicidio del missionario italiano Pietro Parolari, ieri in Bangladesh. "I combattenti del Bangladesh sono riusciti a colpire l'italiano Parolari che lavorava da due anni come missionario nella regione di Dinajpur.", si legge in comunicato. “È stato colpito, scrivono i miliziani, con una pistola armata di silenziatore e ferito gravemente".
Notinmyname, le manifestazioni di solidarietà dei musulmani
Il grido dei musulmani contro la jihad si sente però sempre più forte in tutta Europa. Organizzate per i prossimi giorni decine di manifestazioni per «condannare con forza la recente strage di Parigi, esprimendo il più profondo sentimento di vicinanza al popolo francese, isolando ogni pur minima forma di radicalismo». Anche in Italia, dove con lo slogan #notinmyname è prevista sabato pomeriggio una manifestazione nazionale a Roma. Ma mobilitazioni di musulmani in solidarietà alle vittime di Parigi si stanno organizzando anche a Milano, sempre per sabato e domani a Palermo e Parma.
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