LENOLA, VINTA LA “GUERRA BIOLOGICA” PER SALVARE I CASTAGNETI
di Mirko Macaro
Cinipide addio. La “guerra biologica” messa in atto da Comune e Regione per salvare i castagneti di Lenola dalla minaccia proveniente dall’Estremo Oriente ha dato i suoi frutti. Letteralmente: non solo il parassita che stava mettendo a repentaglio il polmone verde del paese è ormai un ricordo, ma la produzione di castagne si è improvvisamente impennata. Mai stata tanto cospicua e di qualità, dicono abbastanza stupiti dalla collina.
I castagneti della zona, estesi per decine di ettari, erano a rischio da almeno un paio d’anni, attaccati dal Cinipide del castagno, microscopica minaccia proveniente dalla Cina. Un parassita veloce ed altamente nocivo, in grado di compromettere irrimediabilmente sviluppo e fruttificazione della pianta. E fino a non molto tempo fa considerato imbattibile: dai tagli alle estirpazioni, passando per i trattamenti chimici tra i più disparati, in tutta la penisola i possibili rimedi per eliminare le infestazioni si erano rivelati nel tempo inefficaci. Fino alla recente discesa in campo del “Torymus sinesis”, un altro parassita. Il nemico numero uno del Cinipide, immesso a partire dai mesi scorsi nei castagneti infestati presenti nel Lazio, nell’ambito di un progetto ad ampio raggio finanziato dalla Regione.
“I rilasci del Torymus Sinensis effettuati nel 2015 hanno interessato 61 territori comunali tra cui Lenola (7 nella provincia di Frosinone, 5 nella provincia di Latina, 18 nella provincia di Rieti, 16 nella provincia di Roma, 15 nella provincia di Viterbo) per un numero complessivo di 113 lanci”, ha spiegato l’assessore all’Ambiente di Lenola, Carlo Pietrosanto. Il quale già con l’esordio del progetto a certe latitudini aveva avuto modo di sottolineare come la “guerra” al Cinipide, proprio per l’utilizzo del suo antagonista naturale, fosse ad impatto zero: “Una lotta rispettosa della salute umana e dell’ecosistema”, disse ad inizio estate. Probabilmente ottimista per la buona riuscita degli “attacchi”, ma non potendo immaginare gli esiti odierni, andati al di là delle più rosee aspettative: oltre a scansare definitivamente la minaccia, come anticipato in apertura la “guerra biologica” ha restituito un’area verde mai così in salute. “La produzione di castagne a Lenola quest’anno è cresciuta sia quantitativamente che qualitativamente”, ha detto l’assessore. “Dopo anni di mancato raccolto, si è registrata una massiccia presenza di persone residenti e non che, specialmente nei fine settimana, hanno passeggiato tra i nostri castagneti raccogliendo frutti in abbondanza”.
Un’ulteriore soddisfazione, dopo una vittoria che ha salvato un patrimonio. “Il castagno a Lenola riveste un ruolo importante, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende poi fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago. L’habitat risulta inoltre fondamentale per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti”.
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