Terrorismo, blitz dei Ros: 17 arresti. Reclutavano e pianificavano attentati
L'operazione denominata 'Jweb' è scattata alle prime ore
dell'alba. I 17 soggetti sono indagati per associazione con finalità di
terrorismo internazionale. In Norvegia, in particolare, la polizia ha
arrestato, su rischiesta delle autorità italiane, il mullah Krekar, che
dal carcere continuava comandare l'organizzazione terroristica.
L'operazione denominata 'Jweb' è scattata alle prime ore
dell'alba. I 17 soggetti sono indagati per associazione con finalità di
terrorismo internazionale. In Norvegia, in particolare, la polizia ha
arrestato, su rischiesta delle autorità italiane, il mullah Krekar, che
dal carcere continuava comandare l'organizzazione terroristica.
Il Mullah Krekar
Roma, 12 novembre 2015 - Imponenete blitz antiterrorismo dei carabinieri del Ros, in collaborazione con altre forze di polizia europee e Eurojust. L'operazione è stata denominata 'Jweb'. Eseguite 17 ordinanze di custodia cautelare
in carcere, emesse dal gip presso il tribunale di Roma su richiesta
della procura capitolina, nei confronti di 17 soggetti indagati per
associazione con finalità di terrorismo internazionale aggravata dalla
transanzionalità del reato. Si tratta di 16 cittadini curdi e un kosovaro i presunti terroristi destinatari oggi delle misure cautelari. Alcuni degli indagati sarebbero morti in combattimento in Iraq e in Siria.
Alle indagini hanno collaborato le autorità giudiziarie e di polizia di
Regno Unito, Norvegia, Finlandia, Germania e Svizzera, coordinate da
Eurojust. In particolare, sei dei presunti terroristi sono stati arrestati in Italia ed un settimo è stato localizzato in Iraq dagli inquirenti italiani. Quattro sono stati arrestati in Gran Bretagna, due
sono le misure in carico alla Svizzera nei confronti di una persona che
si ritiene morta in Siria in combattimento, e di un'altra che è già
stata perquisita e nei cui confronti pende una richiesta di arresto a
fini di estradizione. Un esponente della cellula finlandese, sarebbe
morto in Iraq. Tre in Norvegia.
Tra loro Mullah Krekar, già fondatore nel 2001 del gruppo terroristico Ansar Al-Islam (gruppo terroristico curdo sunnita costituito allo scopo di instaurare uno stato islamico con metodi violenti nel Kurdistan iracheno, inserito nelle liste del Consiglio di Sicurezza dell'Onu), che dal carcere continuava a guidare un'organizzazione estremista chiamata Rawti Shax. In particolare il mullah è sospettato di pianificare attentati terroristici.
MERANO CROCEVIA DI JIHADISTI - Secondo gli investigatori Abdul Rahman Nauroz, uno degli arrestati più pericolosi, era "particolarmente attivo nell'attività di reclutamento", "sia attraverso internet, sia attraverso 'lezioni' che teneva nel proprio appartamento di Merano, luogo di riunioni segrete e crocevia di aspiranti jihadisti". Il
compito del mullah era convicere gli allievi alla jihad. Tra questi
Hasan Saman Jalal, un altro degli arrestati, deciso "a partecipare ad
azioni armate di guerra o terroristiche pianificate come suicide". Ma
l'intenzione di Hasan Saman Jalal alla fine "non si è mai tradotta in
azione". Mentre altri membri di Rawti Shax, l'organizzazione
facente capo al Mullah Krekar, sono riusciti a raggiungere il teatro
siro-iracheno per combattere. Tra questi Sheda Sameer,
membro della cellula svizzera dell'organizzazione, giunto in Siria nel
giugno 2014 ed inseritosi in un gruppo armato legato ai terroristi di
Jabhat Al-Nusra; Seddek Kadir Karim, già responsabile della cellula finlandese, unitosi alle milizie dell'Isis e morto in Iraq nel dicembre 2014; Ali Mohammed Ali,
membro della cellula finlandese, presente in Siria fin dalla metà del
2013 tra le fila dell'Isis e verosimilmente ucciso il 27 marzo 2014 in
combattimento; Ali Mohammad, che dopo aver militato in
Siria con l'Isis ed essere stato respinto dalle autorità finlandesi, il
15 luglio 2014 è giunto in Italia dove ha ricevuto supporto a Merano da Abdul Rahman Nauroz, uno degli arrestati.
LA CELLULA ITALIANA - Per quanto riguarda l'Italia, il ruolo di 'Rawti Shax' quale "filiera di facilitazione per la Siria" è emerso in particolare nella vicenda che ha riguardato il cittadino di origine kosovara Hodza Eldin, pure lui indagato e destinatario di misura cautelare. Gli investigatori infatti spiegano che la rete di 'Rawti Shax', tramite Abdul Rahman Nauroz, si è adoperata per realizzare il proposito di Hodza di partire per la Siria, finanziando il viaggio in aereo per Istanbul con 780 euro forniti da due degli indagati, responsabili delle cellule finlandese e svizzera. La partenza di Hodza è avvenuta il primo gennaio 2014 e l'intero suo viaggio per la Turchia è stato monitorato dagli investigatori del Ros. Hodza Eldin è quindi riuscito a passare il confine e ad essere accettato in un campo di addestramento "sotto la bandiera nera" dell'Isis. A metà febbraio 2014, l'uomo è però precipitosamente rientrato in Italia attraverso la Svizzera, anche se poi ha maturato nuovamente l'intenzione di partire per la Siria, condividendo con la cellula italiana la sua esperienza terroristica sul campo e diventando un "esempio da seguire".
ROS: RECLUTAMENTO E PROSELITISMO, MA NESSUN PIANO CONTRO L'ITALIA - Le indagini dei carabinieri del Ros hanno documentato, minacce di "azioni violente" da compiere in Norvegia, come ritorsione contro l'arresto e la detenzione in quel Paese di Krekar, ma non si fa riferimento a possibili attentati da compiere in Italia. La cellula italiana dell'organizzazione è comunque "molto attiva", annotano gli investigatori, soprattutto nell'attività di proselitismo e sostegno logistico.
ROS: BLITZ OGGI PER ONORARE CADUTI NASSIYRIA - Il bliz anti terrorismo è scattato oggi per ricordare i caduti di Nassirya, morti nell'attentato alla base Maestrale nel 2003. Lo ha detto il comandante del Ros Giuseppe Governale definendo l'indagine come "la più importante operazione di polizia svolta in Europa negli ultimi 20 anni". "L'operazione - ha affermato Governale - nasce tanti anni fa e si conclude oggi, 12 novembre, che non è una data casuale. Abbiamo voluto così ricordare i caduti in Iraq, lo stesso territorio dove questa organizzazione terroristica era nata".
KREKAR: MORTE E' MARTIRIO - "La morte per noi è martirio, e siamo pronti contro chiunque occupa il Kurdistan, americani, russi o altri". E' quanto afferma il mullah Krekar, ideologo dell'organizzazione Rawti Shax, in un colloquio captato in carcere il novembre del 2012. "Quello che diciamo qui lo diciamo anche in Tribunale - aggiunge - noi difendiamo il nostro Paese... per questi che hanno bruciato il Corano? Almeno 100 persone sono pronte in Europa ed in Kurdistan a fare giustizia". Informato dai familiari sull'evolversi della situazione politica e militare, anche dal carcere Krekar continuava a "dare direttive come un capo gerarchico, disponendo e minacciando conseguenze nel caso i suoi ordini non vengano eseguiti". Il 9 novembre, intercettato in carcere, Krekar ragiona dunque su come portare "l'azione" in Kurdistan ma anche di come muoversi in Europa e negli Stati Uniti. Il mullah sosteneva che "nel 2012 il nostro esercito sarà pronto" e che le "dimensioni dell'offesa sono più grandi dell'Europa".
Tra loro Mullah Krekar, già fondatore nel 2001 del gruppo terroristico Ansar Al-Islam (gruppo terroristico curdo sunnita costituito allo scopo di instaurare uno stato islamico con metodi violenti nel Kurdistan iracheno, inserito nelle liste del Consiglio di Sicurezza dell'Onu), che dal carcere continuava a guidare un'organizzazione estremista chiamata Rawti Shax. In particolare il mullah è sospettato di pianificare attentati terroristici.
LA CELLULA ITALIANA - Per quanto riguarda l'Italia, il ruolo di 'Rawti Shax' quale "filiera di facilitazione per la Siria" è emerso in particolare nella vicenda che ha riguardato il cittadino di origine kosovara Hodza Eldin, pure lui indagato e destinatario di misura cautelare. Gli investigatori infatti spiegano che la rete di 'Rawti Shax', tramite Abdul Rahman Nauroz, si è adoperata per realizzare il proposito di Hodza di partire per la Siria, finanziando il viaggio in aereo per Istanbul con 780 euro forniti da due degli indagati, responsabili delle cellule finlandese e svizzera. La partenza di Hodza è avvenuta il primo gennaio 2014 e l'intero suo viaggio per la Turchia è stato monitorato dagli investigatori del Ros. Hodza Eldin è quindi riuscito a passare il confine e ad essere accettato in un campo di addestramento "sotto la bandiera nera" dell'Isis. A metà febbraio 2014, l'uomo è però precipitosamente rientrato in Italia attraverso la Svizzera, anche se poi ha maturato nuovamente l'intenzione di partire per la Siria, condividendo con la cellula italiana la sua esperienza terroristica sul campo e diventando un "esempio da seguire".
ROS: RECLUTAMENTO E PROSELITISMO, MA NESSUN PIANO CONTRO L'ITALIA - Le indagini dei carabinieri del Ros hanno documentato, minacce di "azioni violente" da compiere in Norvegia, come ritorsione contro l'arresto e la detenzione in quel Paese di Krekar, ma non si fa riferimento a possibili attentati da compiere in Italia. La cellula italiana dell'organizzazione è comunque "molto attiva", annotano gli investigatori, soprattutto nell'attività di proselitismo e sostegno logistico.
ROS: BLITZ OGGI PER ONORARE CADUTI NASSIYRIA - Il bliz anti terrorismo è scattato oggi per ricordare i caduti di Nassirya, morti nell'attentato alla base Maestrale nel 2003. Lo ha detto il comandante del Ros Giuseppe Governale definendo l'indagine come "la più importante operazione di polizia svolta in Europa negli ultimi 20 anni". "L'operazione - ha affermato Governale - nasce tanti anni fa e si conclude oggi, 12 novembre, che non è una data casuale. Abbiamo voluto così ricordare i caduti in Iraq, lo stesso territorio dove questa organizzazione terroristica era nata".
KREKAR: MORTE E' MARTIRIO - "La morte per noi è martirio, e siamo pronti contro chiunque occupa il Kurdistan, americani, russi o altri". E' quanto afferma il mullah Krekar, ideologo dell'organizzazione Rawti Shax, in un colloquio captato in carcere il novembre del 2012. "Quello che diciamo qui lo diciamo anche in Tribunale - aggiunge - noi difendiamo il nostro Paese... per questi che hanno bruciato il Corano? Almeno 100 persone sono pronte in Europa ed in Kurdistan a fare giustizia". Informato dai familiari sull'evolversi della situazione politica e militare, anche dal carcere Krekar continuava a "dare direttive come un capo gerarchico, disponendo e minacciando conseguenze nel caso i suoi ordini non vengano eseguiti". Il 9 novembre, intercettato in carcere, Krekar ragiona dunque su come portare "l'azione" in Kurdistan ma anche di come muoversi in Europa e negli Stati Uniti. Il mullah sosteneva che "nel 2012 il nostro esercito sarà pronto" e che le "dimensioni dell'offesa sono più grandi dell'Europa".
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