Escort a casa Berlusconi: condanna di 7 anni per Tarantini. D'Addario ricoverata in ospedale dopo la sentenza
Il Tribunale ha escluso la sussistenza del reato di associazione a delinquere. Per Sabina Began pena di 16 mesi
Began e Trantini
Redazione Tiscali
Il Tribunale di Bari ha condannato a 7 anni e 10 mesi Gianpaolo Tarantini e a 16 mesi Sabina Began, 'l'ape regina' delle feste organizzate dall'ex premier Silvio Berlusconi. I due sono tra i 7 imputati del processo "Escort" accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere e prostituzione. Per Claudio Tarantini, fratello di Gianpaolo, è stata invece disposta l'assoluzione, come chiesto dall'accusa. Al pierre milanese Peter Faraone sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi, a Massimiliano Verdoscia 3 anni e sei mesi. Assolti anche Francesca Lana e Letizia Filippi. Il Tribunale ha escluso la sussistenza del reato di associazione a delinquere.
D'Addario ricoverata in ospedale - Dopo la sentenza di condanna di Tarantini e Sabina Began, Patrizia D'Addario ha dichiarato: "Non mi resta che il suicidio, ditelo". Il Tribunale di Bari non ha riconosciuto alcun risarcimento dei danni alle parti civili, tra cui la stessa D'Addario. D'Addario è stata poi accompagnata con una ambulanza del 118 a Policlinico di Bari per aver ingerito "una quantità massiccia di farmaci per la tiroide" (secondo quanto riferito dal suo avvocato, Fabio Campese). La donna è stata sottoposta ad una lavanda gastrica, è fuori pericolo e sarà dimessa tra due giorni. Campese ha spiegato ai giornalisti che la sua assistita, in preda alla disperazione (aveva richiesto un milione di euro) "ha ingerito 40 compresse di Eutirox, un farmaco per la tiroide, e ha lasciato una lettera nella quale scrive 'Fai giustizia e aiuta la mia famiglia'".
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Per Berlusconi e altre ragazze invio atti a Pm - Il tribunale di Bari ha trasmesso gli atti alla procura per l'eventuale esercizio dell'azione penale nei confronti di Silvio Berlusconi ai sensi dell'articolo 377 del Codice penale (intralcio alla giustizia). Sempre la procura dovrà valutare l'ipotesi di reato di falsa testimonianza nei confronti di alcune delle ragazze portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze di Berlusconi affinché si prostituissero. Si tratta di Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone, Roberta Nigro, Ioana Visan, Barbara Montereale e Dino Mastromarco, quest'ultimo ex autista di Gianpaolo Tarantini.
Difesa Tarantini: "Leggeremo le motivazioni" - Il difensore di Gianpaolo Tarantini, Nicola Quaranta, ha commentato: "La sentenza ha dato ragione alla difesa sui temi più importanti di questo processo: non è stato riconosciuto il risarcimento del danno alle costituite parti civili, non sono state riconosciute l'associazione e le ipotesi di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione". "Leggeremo le motivazioni, - ha detto ancora il legale - è una sentenza complicata, a seguito di un dibattimento altrettanto complicato". "La condanna per Tarantini è pesante, quindi - ha aggiunto Quaranta - noi affronteremo le argomentazioni giuridiche relative alla figura del reclutamento, da subito confessato dal mio assistito negli interrogatori resi alla magistratura barese, e soprattutto alla concessione delle attenuanti generiche che, se accolte in appello, avranno una incidenza notevole sulla determinazione della pena".
Montereale: "Non ho mai mentito. Tornerei a casa di Berlusconi " - Barbara Montereale ha dichiarato: "Io la vivo molto tranquillamente perché mi sono state fatte domande e ho risposto per quello che so, ho sempre detto la verità". Montereale ha scelto di non costituirsi parte civile, ma è venuta in aula citata come testimone. "Non mi sono mai sentita danneggiata da questa storia - spiega la ragazza - e quando sono stata chiamata a testimoniare ho risposto alle domande che mi hanno fatto dicendo la verità. Ho partecipato a quelle serate perché facevo la ragazza immagine e sono stata pagata con un gettone di presenza per questo". "A casa di Berlusconi - continua - ci tornerei perché mi sono trovata bene. Lui è una persona garbata e gentile. Era il mio lavoro, dovevo vestirmi bene, sorridere e chiacchierare. Se i magistrati hanno bisogno di maggiore chiarezza e di farmi altre domande, io sono qui".
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