Continuano le mattanze in casa con rapine come le due donne nel vicentino. Manca un piano e controllare bande di romeni ed albanesi non sarebbe certo razzismo
Massacrate da rapinatori, due romeni poi arrestati, due
donne nel vicentino. Sono state prese a bastonate e sono in fin di vita. Hanno
84 e 53 anni anni, una e' la suocera e l'altra la nuora, anche lei romena. Il
tutto per un bottino di 300 euro. Intanto lo schiaffo, l'eredita di Ermes
Mattielli, che sparo' ai rom che lo avevano derubato finirà proprio a loro. Il
rigattiere, un povero diavolo invalido che sparo' a chi lo stava derubando per
l'ennesima volta, e' morto di infarto dopo la sentenza che lo condannava a
cinque anni ed risarcire di 135 mila euro ai ladri, rimasti feriti, da Lassù
guarda la sua casa, che poi e' una sorta di baracca finire ai suoi persecutori.
Ovviamente i parenti del defunto hanno rinunciato all'eredita', perché si
sarebbero dovuti accollare anche il debito. Ed ormai quello delle rapine in casa
e' un bollettino di guerra, che pero' non vedono politica e procure. Non esiste
un piano. Come mai? Si discute sulla legittima difesa, ma non si fa nulla.
Polizia e Carabinieri fanno tutto quello che possono, ma sonoro pochi. A questo
si aggiunge che agiscono in un'indifferenza totale delle istituzioni. Non e'
razzismo, sapere che molti dei rapinatori sono romeni ed albanesi. Facilmente
controllabili e rintracciabili. Le forze dell'odine sanno tutto. Ma in questo
campo non ci sono intercettazioni, tutte dedicate a ben noti settori, e quando i
delinquenti vengono presi sono subito rimessi fuori a vario titolo. Qualche
volta agli arresti domiciliari. Da dove fanno quello che vogliono. E' vera
giustizia?
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