PUTIN:
«ABBIAMO ARMI IN GRADO DI BUCARE LO SCUDO ANTIMISSILE AMERICANO IN
EUROPA»
Il
presidente russo Vladimir Putin ha sempre pensato che il vero obiettivo dello
scudo antimissile americano in Europa sia quello di neutralizzare il potenziale
nucleare strategico della Russia e tutti sanno che ha lavorato per vanificare
questo progetto. Ora Putin annuncia che «negli ultimi tre anni, le imprese della
difesa russe hanno progettato e condotto dei test riusciti di diverse armi
promettenti, in grado di contrastare in profondità un sistema di difesa
antimissile organizzato. La fornitura di queste armi all’esercito è iniziata nel
2015».
Intervenendo
ieri a una riunione dedicata al programma di modernizzazione delle forze armate
russe per i prossimi 10 anni ed ai mezzi per «garantire la sicurezza e il
rispetto degli interessi della Russia, Putin ha riaffermato che «il vero
obiettivo dello scudo antimissile che gli Stati Uniti contano di dispiegare in
Europa è quello di neutralizzare il potenziale nucleare strategico degli altri
Stati nucleari, ad eccezione degli Stati Uniti e dei loro alleati, prima di
tutto quello della Russia».
Mentre
Barack Obama decideva di prolungare le sanzioni USA contro l’Iran, ritenuto
ancora inaffidabile, Putin diceva quello che quasi tutti sospettano: «I
riferimenti alle minacce nucleari iraniane e nordcoreane servono solo a
mascherare i piani reali» di Washington.
Ma
Putin rilancia e assicura che «la Russia svilupperà dei sistemi in grado di
superare gli elementi della difesa antimissile. Lavoreremo anche sul sistema di
difesa antimissile, ma in un primo tempo, come avevamo annunciato, c
applicheremo ai sistemi di attacco che possono penetrare qualsiasi sistema di
difesa antimissile». Poi Putin ha ordinato di mettere in campo un sistema di
difesa aerea congiunto con l’Armenia nella regione del Caucaso e ha annunciato
che un accordo ad hoc con l’Armenia sarà firmato dal Ministero della Difesa
russo.
La
cosa non piacerà sicuramente alla Turchia, nemica storica dell’Armenia e degli
armeni e all’Arzebaigian, che vede allontanarsi Ancora di più la possibilità di
tornare in possesso del Nagorno Karabak, la regione a maggioranza armena
conquistata armi alla mano da Erevan e dichiaratasi indipendente, ma che di
fatto fa parte dell’Armenia a tutti gli effetti.
Gli
USA rispondono inviando i 12 primi caccia F15C Eagle nella base turca di
Incirlik per proteggere lo spazio aereo turco dopo che il 3 ottobre uno dei
Su-30 che bombardano lo Stato Islamico e le milizie anti-Assad in Siria aveva
sconfinato – a dire il vero per pochi secondi – in Turchia.
Intanto
il giornale russo Kommersant scrive che il disastro dell’aereo russo precipitato
in Sinai il 31 ottobre,che ha causato la morte di 224 persone, sarebbe la
conseguenza di un tradimento all’interno dei servizi speciali egiziani.
Kommersant
che cita «fonti autorevoli» dell’apparato statale russo, dice che «i risultati
delle perizie sui frammenti dell’aereo e i test chimici su eventuali tracce di
materiale esplosivo non saranno pronti prima di una settimana. Per ora, stando a
fonti altolocate di strutture statali russe, c’è solo una cosa chiara: la
catastrofe dell’aereo nel cielo sopra il Sinai è la conseguenza di un tradimento
all’interno dei servizi speciali egiziani. Qualunque cosa sia successa, è un
loro grande fallimento». Kommersant rivela che si stanno verificando le
informazioni secondo cui «prima del decollo per motivi ignoti persone
sconosciute avevano accesso all’aereo».
Mentre
il riarmo russo e americano e le scaramucce aumentano, oggi il premier (ed ex
presidente) russo Dmitri Medvedev, in un’intervista a Rossiyskaya Gazeta, assume
la parte del poliziotto buono che getta acqua sul fuoco che potrebbe diventare
un olocausto nucleare: «Una guerra fredda è assolutamente da escludere, nel XXI
secolo, benché le relazioni con alcuni Stati occidentali siano abbastanza tese.
Malgrado il deterioramento delle relazioni della Russia con alcuni Paesi, non è
ragionevole applicare il termine “guerra fredda” alla situazione che domina
attualmente nell’arena politica. Non si tratta di impiegare dei termini, ma di
comprendere che tutti i leader, tutti i comandanti in capo,– sia il presidente,
sia il primo ministro – si rendono perfettamente conto della responsabilità che
implicano tali decisioni. Penso che un tale scenario sia impossibile nel XXI
secolo. Il pianeta è sopravvissuto a tute le guerre mondiali. È del tutto
evidente che niente di simile è ammissibile nemmeno come pensiero».
Sarà...
ma di pensieri ed armi pericolose cominciano davvero a circolarne troppi.
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