TRIVELLAZIONI
PETROLIFERE A RAGUSA, LEGAMBIENTE RICORRE AL TAR CONTRO LA
SOPRINTENDENZA
Legambiente
Sicilia e il Circolo Il Carrubo del Cigno Verde di Ragusa non mollano e nei
giorni scorsi hanno presentato un ricorso al TAR per opporsi all’autorizzazione
paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza di Ragusa ad una società
petrolifera che vuole trivellare in un’area vicina al fiume Irminio. Gli
ambientalisti spiegano che «Ciò si è reso necessario per contrastare la
sistematica non applicazione, da parte della Soprintendente di Ragusa, del piano
paesaggistico che in quella zona fa divieto di realizzare attività produttive
industriali qual è, per legge, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi».
Legambiente
dice anche che il suo ricorso «si è reso necessario anche per il mancato
intervento del Comune di Ragusa di fronte al giudice amministrativo», cosa che
l’associazione ambientalista si sarebbe aspettata come “naturale” conseguenza,
«dopo i ben due ricorsi al TAR della stessa amministrazione comunale contro il
progetto offshore ibleo rappresentato da tre piattaforme per l’estrazione di
idrocarburi di fronte alle coste di Licata: se è infatti indubbia l’importanza
di salvaguardare il mare (anche quello licatese...) si ritiene ancora più
evidente che l’amministrazione ragusana salvaguardi le falde idriche ed il
paesaggio ragusano».
Il
ricorso di Legambiente Sicilia arriva in una fase nella quale il procedimento
amministrativo è ancora aperto e il Cigno Verde sottolinea: «Considerato che
ancora manca il rilascio della concessione edilizia da parte del comune di
Ragusa. Visto che il Piano regolatore generale ammette la possibilità di
concedere lo sfruttamento delle risorse naturali del suolo esclusivamente ad
attività di natura artigianale, forma giuridica estranea al mondo dello
sfruttamento del petrolio, ci aspettiamo un celere e deciso diniego alla
richiesta della concessione edilizia. In caso contrario Legambiente si vedrà
costretta ad impugnare anche l’atto del Comune di Ragusa. Non si può infatti
essere per la salvaguardia dell’ambiente ed il cambio del modello energetico del
nostro territorio e contemporaneamente permettere a chicchessia di sforacchiarlo
a suo piacimento».
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