sabato 7 febbraio 2015

Milano, sfruttavano le giovanissime romene e vendevano il "diritto di superficie" sul pezzo di marciapiede

Milano, sfruttavano le giovanissime romene e vendevano il "diritto di superficie" sul pezzo di marciapiede

Certa criminalità organizzata gestisce il giro della prostituzione in maniera sempre più sofisticata e violenta. A Milano le giovani schiave venivano vendute insieme al pezzo di marciapiede che occupavano. Il business dietro lo sfruttamento delle numerose ragazze romene costrette alla prostituzione ruotava anche attorno a questa novità. Alcune sono risultate per altro portate in Italia e avviate alla prostituzione anche a 13 e 14 anni, come ha scoperto nel capoluogo lombardo la Polizia di Stato, che ha sgominato una rete di 'protettori' Rom. In realtà, secondo le indagini, più che 'protettori' i Rom erano dei veri e propri aguzzini che vendevano, compravano, e facevano subire angherie alle ragazze.
Chiedevano il "diritto di superficie" - In particolare, chiedevano una parte dei guadagni (l'altra parte rimaneva, come ormai consuetudine, alle ragazze) e anche un fisso per 'l'occupazione' della strada. Una sorta di 'diritto di superficie' che veniva fatto pagare alle ragazze delle altre organizzazioni che volevano prostituirsi in alcune vie della città, come via Ripamonti o viale Ortles, che erano "cosa loro". Un 'diritto' che veniva venduto insieme alla prostituta in caso di passaggio a un'altra scuderia.
Una ragazza costava dai 3.000 ai 7.000 euro - Il prezzo variava a seconda della tipologia di rapporti che questa accettava di avere con i clienti e della sua disponibilità a lavorare anche durante la malattia. A volte le giovani e giovanissime (in alcuni casi avevano 13-14 anni) erano convinte a venire in Italia con la scusa di una relazione amorosa che poi si trasformava in prigionia. Dalle intercettazioni è emerso che gli sfruttatori chiamavano le ragazze "capre", perché non erano rom. C'è solo un caso di "mezzo sangue": una minorenne venduta dalla madre all'interno di un campo nomadi di Milano per poche migliaia di euro.
Le violenze erano di tipo psicologico e fisico - Ripetuti stupri di gruppo e ferite evidenti anche sul volto, come nel caso di una ragazza sfregiata dopo aver tentato di ribellarsi. Durante la perquisizione di un campo abusivo a Muggiano gli investigatori hanno trovato cinque ragazze rinchiuse in una baracca nascosta all'interno di un'altra catapecchia dalla quale si poteva accedere solo attraverso una piccola porta occultata. A controllarle c'era un membro della banda soprannominato "il pazzo" per i suoi metodi risoluti.
Il prezzo ella strada variava invece dai 200 ai 500 euro a settimana - Per guadagnare di più e andare incontro alle richieste dei clienti, gli aguzzini obbligavano le prostitute ad avere rapporti non protetti. Due di loro hanno continuato a lavorare anche avendo contratto l'Hiv, un'altra è tornata al marciapiede pochi giorni dopo aver abortito. Le prestazioni erano consumate anche in un albergo, l'Alessander di via Cortina d'Ampezzo 17, sequestrato nel corso dell'operazione perché il proprietario italiano era connivente e forniva camere a prezzo ridotto e senza registrazione.

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