Grecia: molti debiti, ma senza un'economia
di Giuseppe Turani
Intorno alla situazione della Grecia stanno spuntando numerosi equivoci. In pratica, tutti quelli che sono contro l’euro, tifano per Atene perché la vedono lancia in resta contro la troika, la Bce e l’Unione europea. In realtà, la situazione è più complessa e lo andiamo ripetendo da mesi.
Il vero problema non è, per quanto possa sembrare strano, il debito greco, per il quale si può sempre trovare una soluzione, allungando i tempi. E, in fondo, questo debito ha dimensioni accettabili, rispetto a altri. La vera questione è un’altra. La Grecia si è riempita di debiti e, senza la troika, stava per fare default per una ragione molto semplice. I precedenti governi hanno lasciato correre evasione fiscale e corruzione alla grande. E poi, per consentire a qualcosa di funzionare, si sono messi a distribuire stipendi pubblici e pensioni come se fossero noccioline.
Adesso, la sinistra che ha vinto sta facendo il giro d’Europa proponendo fantasiosi piani per il debito, compresa l’idea di renderli eterni (in parte) pagando solo gli interessi nei prossimi secoli. Nulla si sa, invece, su quello che si vuol fare per dare alla Grecia un’economia che funzioni, con gente che produce cose che poi si vendono e che servono a pagare i vari servizi, le pensioni, ecc. Su questo punto, che è quello centrale, nulla si dice e nulla si fa.
La mia impressione è che la Grecia non sia in condizioni, oggi, di avviare da sola la costruzione di un’economia funzionante e regolare. Non ci sono i capitali, non ci sono le competenze e, forse, nemmeno, le persone con la voglia di intraprendere. In queste condizioni la Grecia avrebbe una sola possibilità: e cioè quella di aprirsi, lealmente e in modo chiaro, all’iniziativa estera.
Ma questa scelta viene bloccata da un lato dall’arroganza con cui la nuova classe dirigente tratta un po’ tutti (via dai piedi la troika) e dall’altra da un vecchio orgoglio nazionale che impedisce di vedere la vera realtà dei problemi. E non aiuta nemmeno la posizione, molto di sinistra, del nuovo governo.
Visto che le cose stanno così, non è difficile prevedere un insuccesso a breve dell’esperimento greco. E alla fine, forse, si tornerà a porsi l’unica domanda che conta davvero: come si fa a costruire un’economia in un paese dove non c’è e che finora ha vissuto solo di debiti?
Nessun commento:
Posta un commento